Trump: «Non tollererò ancora a lungo la posizione Zelensky sulla tregua»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si riunirà oggi con i suoi principali consiglieri per la Sicurezza nazionale, tra cui il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Difesa Pete Hegseth, per esaminare e, se necessario, adottare misure su diverse opzioni politiche riguardanti l'Ucraina. Lo riferisce il New York Times, citando un funzionario dell'amministrazione americana. Tra le possibilità in discussione vi è la sospensione o la revoca degli aiuti militari statunitensi destinati all'Ucraina, comprese le ultime forniture di munizioni ed equipaggiamento che erano state autorizzate e finanziate sotto la presidenza di Joe Biden. Donald Trump ha anche detto che « non tollererà ancora a lungo la posizione di Volodymyr Zelensky sul cessate il fuoco».Stamattina, citando un funzionario in carica e due ex funzionari a conoscenza di operazioni riservate, il New York Times (Nyt) ha riportato che Hegseth ha dato disposizione al Cyber Command americano di interrompere le operazioni offensive contro la Russia. Secondo il Nyt questa scelta potrebbe far parte di una strategia più ampia volta a favorire il coinvolgimento del presidente russo Vladimir Putin nei negoziati sull'Ucraina e nella ridefinizione delle relazioni bilaterali con Washington. L'ordine sarebbe stato impartito prima del disastroso confronto nello Studio Ovale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, avvenuto venerdì scorso. I funzionari Usa citati dal Nyt affermato che la Russia ha continuato a tentare di penetrare nelle reti statunitensi anche nelle prime settimane dell'amministrazione Trump. «Nell'ultimo anno, gli attacchi ransomware contro ospedali, infrastrutture e città americane sono aumentati e molti di questi provenivano dalla Russia, in quello che i funzionari dell'intelligence hanno definito atti in gran parte criminali, sanzionati o ignorati dalle agenzie di intelligence russe», scrive il giornale. Più passano i giorni e più vengono alla luce gli errori (da entrambe le parti) che hanno portato al fallimento dell’incontro alla Casa Bianca. Ma allora perché fare una conferenza stampa congiunta con così tante persone presenti dopo che Trump e Zelensky avevano litigato nel pomeriggio, tanto che non hanno firmato l’accordo sui minerali? Secondo la psicologa e analista comportamentale Cristina Brasi «l’atteggiamento del Presidente americano, per tutta la durata dell’incontro è stato minaccioso. Il dito indice della mano destra è stato, per quasi tutta la durata, puntato verso Zelensky e le mani spesso sono state utilizzate per indicare la necessità di limitarlo. Il non verbale ha chiaramente espresso come era presente in Trump la necessità di controllare e il desiderio di avere un predominio assoluto. Il comportamento di natura intimidatoria utilizzato dal Presidente americano non è stato rivolto unicamente al Presidente ucraino, ma anche al suo vice JD Vance». A proposito di lui per Cristina Brasi «il vicepresidente ha sempre mostrato, a differenza di Trump, timore e soggezione nel momento in cui il suo Presidente lo guardava o utilizzava le mani per ricordargli di stare attento a cosa dicesse. Ciò emerge chiaramente nel passaggio tra il primo e il secondo confronto tra Vance e Zelensky. I toni tenuti da Vance nel primo scambio non sarebbero stati aggressivi e il confronto sarebbe stato volto maggiormente alla comunicazione. In quel caso Trump lo ha ascoltato con distanza, come se fosse spettatore, mostrando elementi riconducibili solo a un atteggiamento di ovvietà rispetto ai contenuti». E Zelensky? Ha sbagliato tutto. L'errore principale è stato quello di accettare, seppur controvoglia, un confronto diretto con Trump e Vance oltretutto dopo averci litigato qualche ora prima, sapendo perfettamente che le loro posizioni sono completamente opposte alle sue. Per di più Trump è convinto che Zelensky gli sia ostile da tempo per via di una presunta amicizia con Biden; inoltre ha scelto di parlare in inglese, una lingua che non è la sua e che non padroneggia e lo si è visto molto bene durante il confronto. Vero che anche Macron ha parlato in inglese, tuttavia, il presidente francese lo parla perfettamente oltre ad avere uno spessore diverso dal suo omologo ucraino. Tutto lascia pensare che Zelensky e il suo team siano partiti per gli Stati uniti senza una strategia chiara, pur avendo a disposizione tutti gli elementi utili per prepararla con attenzione ed evitare di farsi trovare impreparati. E ancora: ma perché partire pur sapendo che non si sarebbe firmato l’accordo sui minerali? Oppure dobbiamo pensare che sono partiti per gli Stati Uniti senza sapere cosa li aspettava? Il consigliere per la Sicurezza nazionale americana Mike Waltz a proposito della mancata firma dell'accordo sui minerali ha affermato: «Zelensky avrebbe potuto andarsene con una garanzia economica che avrebbe portato benefici all'Ucraina e, penso, al mondo, per una generazione. È davvero incomprensibile il motivo per cui abbiamo ricevuto una tale ostilità». Semp


Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si riunirà oggi con i suoi principali consiglieri per la Sicurezza nazionale, tra cui il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Difesa Pete Hegseth, per esaminare e, se necessario, adottare misure su diverse opzioni politiche riguardanti l'Ucraina. Lo riferisce il New York Times, citando un funzionario dell'amministrazione americana. Tra le possibilità in discussione vi è la sospensione o la revoca degli aiuti militari statunitensi destinati all'Ucraina, comprese le ultime forniture di munizioni ed equipaggiamento che erano state autorizzate e finanziate sotto la presidenza di Joe Biden. Donald Trump ha anche detto che « non tollererà ancora a lungo la posizione di Volodymyr Zelensky sul cessate il fuoco».
Stamattina, citando un funzionario in carica e due ex funzionari a conoscenza di operazioni riservate, il New York Times (Nyt) ha riportato che Hegseth ha dato disposizione al Cyber Command americano di interrompere le operazioni offensive contro la Russia. Secondo il Nyt questa scelta potrebbe far parte di una strategia più ampia volta a favorire il coinvolgimento del presidente russo Vladimir Putin nei negoziati sull'Ucraina e nella ridefinizione delle relazioni bilaterali con Washington. L'ordine sarebbe stato impartito prima del disastroso confronto nello Studio Ovale con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, avvenuto venerdì scorso. I funzionari Usa citati dal Nyt affermato che la Russia ha continuato a tentare di penetrare nelle reti statunitensi anche nelle prime settimane dell'amministrazione Trump. «Nell'ultimo anno, gli attacchi ransomware contro ospedali, infrastrutture e città americane sono aumentati e molti di questi provenivano dalla Russia, in quello che i funzionari dell'intelligence hanno definito atti in gran parte criminali, sanzionati o ignorati dalle agenzie di intelligence russe», scrive il giornale.
Più passano i giorni e più vengono alla luce gli errori (da entrambe le parti) che hanno portato al fallimento dell’incontro alla Casa Bianca. Ma allora perché fare una conferenza stampa congiunta con così tante persone presenti dopo che Trump e Zelensky avevano litigato nel pomeriggio, tanto che non hanno firmato l’accordo sui minerali? Secondo la psicologa e analista comportamentale Cristina Brasi «l’atteggiamento del Presidente americano, per tutta la durata dell’incontro è stato minaccioso. Il dito indice della mano destra è stato, per quasi tutta la durata, puntato verso Zelensky e le mani spesso sono state utilizzate per indicare la necessità di limitarlo. Il non verbale ha chiaramente espresso come era presente in Trump la necessità di controllare e il desiderio di avere un predominio assoluto. Il comportamento di natura intimidatoria utilizzato dal Presidente americano non è stato rivolto unicamente al Presidente ucraino, ma anche al suo vice JD Vance». A proposito di lui per Cristina Brasi «il vicepresidente ha sempre mostrato, a differenza di Trump, timore e soggezione nel momento in cui il suo Presidente lo guardava o utilizzava le mani per ricordargli di stare attento a cosa dicesse. Ciò emerge chiaramente nel passaggio tra il primo e il secondo confronto tra Vance e Zelensky. I toni tenuti da Vance nel primo scambio non sarebbero stati aggressivi e il confronto sarebbe stato volto maggiormente alla comunicazione.
In quel caso Trump lo ha ascoltato con distanza, come se fosse spettatore, mostrando elementi riconducibili solo a un atteggiamento di ovvietà rispetto ai contenuti». E Zelensky? Ha sbagliato tutto. L'errore principale è stato quello di accettare, seppur controvoglia, un confronto diretto con Trump e Vance oltretutto dopo averci litigato qualche ora prima, sapendo perfettamente che le loro posizioni sono completamente opposte alle sue. Per di più Trump è convinto che Zelensky gli sia ostile da tempo per via di una presunta amicizia con Biden; inoltre ha scelto di parlare in inglese, una lingua che non è la sua e che non padroneggia e lo si è visto molto bene durante il confronto. Vero che anche Macron ha parlato in inglese, tuttavia, il presidente francese lo parla perfettamente oltre ad avere uno spessore diverso dal suo omologo ucraino. Tutto lascia pensare che Zelensky e il suo team siano partiti per gli Stati uniti senza una strategia chiara, pur avendo a disposizione tutti gli elementi utili per prepararla con attenzione ed evitare di farsi trovare impreparati. E ancora: ma perché partire pur sapendo che non si sarebbe firmato l’accordo sui minerali? Oppure dobbiamo pensare che sono partiti per gli Stati Uniti senza sapere cosa li aspettava? Il consigliere per la Sicurezza nazionale americana Mike Waltz a proposito della mancata firma dell'accordo sui minerali ha affermato: «Zelensky avrebbe potuto andarsene con una garanzia economica che avrebbe portato benefici all'Ucraina e, penso, al mondo, per una generazione. È davvero incomprensibile il motivo per cui abbiamo ricevuto una tale ostilità».
Sempre a proposito dell’accordo sui minerali, il segretario Usa al Tesoro Scott Bessent alla domanda della Cbs se l'accordo sui minerali con l'Ucraina fosse ancora attuale ha risposto: «Al momento no. Tutto ciò che il presidente Zelensky doveva fare era venire a firmare questo accordo economico e mostrare ancora una volta che non c'era grande differenza, nessuna differenza, tra il popolo ucraino e il popolo americano, e ha scelto di mandare tutto all'aria». Zelensky dopo aver detto che in caso di elezioni intende ricandidarsi ha affermato: «Dato quello che sta accadendo, dato il sostegno, sostituirmi non sarà così facile». Poi ha detto a The Guardian e la Bbc che «l'accordo sulle terre rare è pronto per essere firmato». Alle domande dai giornalisti sul suo viaggio alla Casa Bianca il presidente ucraino ha parlato della difficoltà di condurre trattative delicate in pubblico, precisando che «quel formato non era giusto perché i nemici possono trarre vantaggio da eventuali disaccordi tra alleati».
Zelensky ha quindi aggiunto di non voler parlare della lite ma di «di voler invece passare a colloqui costruttivi sul futuro. Se siamo costruttivi, il risultato positivo arriverà». Lo storico ucraino Yaroslav Hrytsak ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nella quale ha detto molte cose ad esempio: «Credo che Zelensky si sia fatto fuorviare dagli esiti positivi degli incontri di Macron e Starmer con Trump: era troppo fiducioso in se stesso. Ci aveva detto che sarebbe stato pragmatico, avrebbe evitato i personalismi, ma non lo ha fatto. Lo stesso inviato di Trump a Kiev, Keith Kellogg, gli aveva consigliato di aspettare ad andare a Washington. Ma lui ha forzato i tempi, voleva anticipare Putin. Ed è finita con Zelensky che ha inutilmente cercato di rubare la scena a Trump. Non dimentichiamo che l’incontro era stato chiesto dagli ucraini. Vista dalla parte americana, la firma dell’accordo sullo sfruttamento delle risorse ucraine poteva essere fatta anche senza la presenza del presidente. E Trump davvero voleva che si firmasse». Cosa dovrebbe fare adesso Zelensky per provare a risolvere la crisi? «Chiedere scusa, anche se credo che ora sia prematuro, non funzionerà. Per il nostro Paese è un vero disastro. La conseguenza resta che Trump insisterà per tenere le elezioni al più presto, ripeterà che ci vuole un nuovo leader a Kiev per condurre i negoziati con Mosca. Non c’è molto altro da dire, la situazione è davvero difficile e non abbiamo più molto tempo, abbiamo bisogno di armi e munizioni al più presto».
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