Trump lavora dietro le quinte per sostituire Powell
Dopo l’incontro di ieri tra il presidente statunitense Donald Trump e la premier italiana Giorgia Meloni si aprono spiragli di trattative tra Usa ed Ue sui dazi. Trattative che, per quanto possibili, non prevedono l’attuazione di quello zero per zero, ovvero annullamento reciproco delle tariffe, proposto dalla Meloni. Attualita' 27 Gennaio 2025 Dazi, Meloni: “dialogo con gli Usa. Uno scontro non conviene a nessuno” Difesa, energia e Piano Mattei: gli accordi con l’Arabia Saudita valgono 10 miliardi 27 Gennaio 2025 dazi arabia saudita meloni Guarda ora Ma dagli Usa si apre anche un altro fronte di tensione interna, quello tra Trump e l’attuale governatore della Fed Jerome Powell accusato dal tycoon di essere troppo lento nelle sue scelte sul taglio dei tassi. Un particolare che l’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato ieri, giorno in cui la BCE, la Banca centrale europea, ha tagliato il costo del denaro dello 0,25%, per la terza volta dall’inizio dell’anno e la settima dal giugno 2024. Una strategia che Trump chiede a gran voce venga applicata anche dalla Fed. Il governatore, però, ha più volte frenato ricordando non solo che le incertezze che si profilano all’orizzonte a causa della politica dei dazi voluta proprio da Trump sono molteplici e che quindi dovranno essere valutate di volta in volta e con specifici provvedimenti, ma anche che secondo la Legge il presidente non ha il potere di sollevare dall’incarico il governatore della banca centrale. Economia 17 Aprile 2025 La Bce ha tagliato i tassi dello 0,25% Alla base della decisione le turbolenze e la guerra, ormai mondiale, sui dazi, che hanno creato un’incertezza diffusa e alimentato… 17 Aprile 2025 bce dazi dollaro donald trump euro Federal Reserve Guarda ora Un’osservazione che arriva proprio in concomitanza con le reiterate proteste del presidente che ha più volte dichiarato, invece, di volere altre persone a dirigere l’istituto finanziario. Fonti di stampa, intanto, hanno riferito che Trump potrebbe aver preso contatto con l’ex governatore della Fed Kevin Warsh considerandolo un pos

Dopo l’incontro di ieri tra il presidente statunitense Donald Trump e la premier italiana Giorgia Meloni si aprono spiragli di trattative tra Usa ed Ue sui dazi. Trattative che, per quanto possibili, non prevedono l’attuazione di quello zero per zero, ovvero annullamento reciproco delle tariffe, proposto dalla Meloni.
Ma dagli Usa si apre anche un altro fronte di tensione interna, quello tra Trump e l’attuale governatore della Fed Jerome Powell accusato dal tycoon di essere troppo lento nelle sue scelte sul taglio dei tassi. Un particolare che l’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato ieri, giorno in cui la BCE, la Banca centrale europea, ha tagliato il costo del denaro dello 0,25%, per la terza volta dall’inizio dell’anno e la settima dal giugno 2024. Una strategia che Trump chiede a gran voce venga applicata anche dalla Fed. Il governatore, però, ha più volte frenato ricordando non solo che le incertezze che si profilano all’orizzonte a causa della politica dei dazi voluta proprio da Trump sono molteplici e che quindi dovranno essere valutate di volta in volta e con specifici provvedimenti, ma anche che secondo la Legge il presidente non ha il potere di sollevare dall’incarico il governatore della banca centrale.
Un’osservazione che arriva proprio in concomitanza con le reiterate proteste del presidente che ha più volte dichiarato, invece, di volere altre persone a dirigere l’istituto finanziario. Fonti di stampa, intanto, hanno riferito che Trump potrebbe aver preso contatto con l’ex governatore della Fed Kevin Warsh considerandolo un possibile successore di Powell. A riferirlo è il Wall Street Journal che riferisce anche la risposta di Warsh ovvero: non licenziare Powell ed attendere la naturale scadenza del mandato prevista per il 2026.
Resta ancora aperta la guerra commerciale con la Cina che proprio ieri ha registrato una nuova puntata. Infatti Washington ha deciso di puntare i fari su quello che, secondo un’indagine del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti condotta dalle amministrazioni Biden-Trump, è un vero e proprio predominio della Cina nel settore della cantieristica navale. I dati, infatti, evidenziano che Pechino produce fino al 75-80% delle flotte. Per questo motivo le tariffe saranno presto estese anche alle navi di fabbricazione cinese in arrivo nei porti statunitensi. L’intenzione sarebbe quella di riportare la produzione navale negli Stati.
Ed è proprio sul settore portuale che si avvertono le prime conseguenze della guerra dei dazi con un aumento delle cancellazioni delle partenze di navi merci dalla Cina.
L’Organizzazione Mondiale del Commercio ha avvertito che le prospettive per il commercio globale si sono “deteriorate drasticamente” anche perché la Cina rappresenta circa il 30% di tutte le importazioni containerizzate degli Stati Uniti e il 54% di tutte le importazioni containerizzate degli Stati Uniti dall’Asia.
Intanto dal Fondo Monetario Internazionale la direttrice generale del Kristalina getta acqua sul fuoco dichiarando “Quello che vediamo in questa circostanza è un forte aumento dell’incertezza ma i fondamentali economici sono ancora piuttosto forti. Per questo nell’aggiornamento dell’outlook che pubblicheremo la prossima settimana ci saranno ribassi delle stime di crescita ma non vediamo recessione. Tuttavia più dura l’incertezza e più diventa probabile un impatto negativo sulla crescita. Al momento tuttavia vediamo che l’economia reale funziona, il mercato del lavoro è ancora alquanto forte e il sistema finanziario ha dimostrato capacità di tenuta nonostante il nervosismo attuale e questo perché dopo la grande crisi finanziaria è stato fatto molto proprio per prepararsi a momenti come questo”.
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