L’altra violenza degli oltraggi alle vittime
Due ignobili episodi: un dirigente sportivo che a Terni aggredisce una giovanissima arbitra di 17 anni, urlandole che doveva fare la fine di Ilaria Sula; in Lucchesia distrutta la panchina rossa in ricordo di Vanessa Simonini, uccisa a 20 anni nel 2009

Firenze, 20 aprile 2025 – Se la domanda è perché dobbiamo ancora e ancora continuare a piangere donne di tutte le età uccise da chi professava amore nei loro confronti la risposta arriva, nella sua tragica banalità, dagli ignobili episodi che costellano la cronaca pressoché ogni giorno. Soltanto negli ultimi due, fra Toscana e Umbria, la risposta è nelle parole violente di un dirigente sportivo che a Terni aggredisce la giovanissima arbitra di 17 anni, urlandole a fine partita che doveva fare la fine di Ilaria Sula, la studentessa universitaria della stessa città uccisa pochi giorni prima a Roma dall’ex fidanzato. Ma la risposta lo è parimenti anche nel gesto altrettanto violento di distruggere una panchina – e qui siamo in Lucchesia – che ricorda Vanessa Simonini, uccisa a 20 anni nel 2009 da chi diceva di essere suo amico.
Atteggiamenti e comportamenti che si ripetono con cadenza quotidiana e non possono essere frettolosamente derubricati a sintomo di superficialità o ignoranza. Sono piuttosto il segno chiaro di un clima e di una cultura che trasudano misoginia, che sono tuttora profondamente diffusi, che appaiono sedimentati, incancreniti e privi purtroppo di incrinature. Atteggiamenti e comportamenti che infieriscono e si accaniscono proprio sulle vittime di violenza di genere. Chi li compie diventa complice e sodale dei violenti, segna una virtuale alleanza con loro. Allora a cosa sono serviti decenni di battaglie, impegno, mobilitazioni, appelli, campagne di comunicazione, momenti di indignazione collettiva? Abbiamo leggi più severe e mirate – finalmente – per chi commette reati contro le donne ma ancora siamo ben distanti da aver scalfito la piaga della misoginia e il seme del possesso che genera violenza. Questi sono ancora intorno a noi, allignano nelle offese gratuite di un dirigente di sport giovanile o nei vandali che per divertimento o per noia distruggono la panchina dedicata a Vanessa, uccisa a vent’anni.