Trump, dazi e consumi: cosa sta influenzando i mercati?
⏳ Tempo di lettura: 2 minutiIn questo aggiornamento mensile, il nostro Quantitative Analyst Giorgio Broggi analizza l’andamento recente dei mercati, un periodo caratterizzato da incertezza politica negli Stati Uniti, volatilità legata alle tensioni commerciali e segnali contrastanti sull’economia americana. Febbraio e inizio marzo sono stati difficili, soprattutto per via della forte incertezza politica americana. Da inizio febbraio al 4 marzo, […] L' articolo Trump, dazi e consumi: cosa sta influenzando i mercati? è tratto da MoneyFarm


In questo aggiornamento mensile, il nostro Quantitative Analyst Giorgio Broggi analizza l’andamento recente dei mercati, un periodo caratterizzato da incertezza politica negli Stati Uniti, volatilità legata alle tensioni commerciali e segnali contrastanti sull’economia americana.
Febbraio e inizio marzo sono stati difficili, soprattutto per via della forte incertezza politica americana. Da inizio febbraio al 4 marzo, l’S&P 500 ha perso circa del 4% in dollari, mentre il tasso a 10 anni è sceso da picchi di quasi il 4.6% a circa il 4.25%, in linea con mercati più difensivi.
Per la prima parte del mese, gli asset rischiosi hanno retto bene, ma, verso la fine, sono state le tensioni commerciali a vincere, insieme a segnali non molto positivi per l’economia americana.
Partiamo dal contesto macro: l’economia americana rimane oggettivamente forte, ma alcuni segnali di debolezza hanno allertato i mercati. Per prima cosa, le vendite al dettaglio sono state minori delle attese e negative per gennaio. Inoltre, il sentimento dei consumatori ha continuato a peggiorare, probabilmente per via dell’altissimo livello di incertezza politica. Infine, nemmeno la stagione degli utili ha rassicurato: sebbene la crescita degli utili aziendali sia stata molto positiva, alcune aziende chiave, Walmart su tutte, hanno segnalato attese di indebolimento della domanda da parte dei consumatori nei prossimi mesi. Tutto questo è stato accompagnato da un mercato del lavoro che continua a ri-normalizzarsi e inflazione che resta sopra i livelli target. Insomma, un contesto che, sebbene rimanga nel complesso molto positivo, mostra qualche nube all’orizzonte.
Nubi che aggiungono alla volatilità causata dal governo Trump. Lato commerciale, il Presidente americano ha istituito tariffe del 25% sui beni importati da Canada e Messico e tariffe aggiuntive del 10% sui beni cinesi, portato a una decisa correzione nei mercati, troppo ottimisti forse che Trump stesse bluffando, soprattutto su Messico e Canada. Lato geopolitica, il Presidente ha invece fatto sperare in una possibile risoluzione del conflitto tra Ucraina e Russia – speranze purtroppo svanite nel disastroso incontro diplomatico tra Zelenskyy, Trump e il suo gabinetto alla Casa Bianca, che è invece risultato nel blocco degli aiuti militari americani all’Ucraina. Su entrambi i fronti, comunque, la situazione rimane in costante cambiamento, con Zelenskyy che ha già riaperto verso Trump. Ci sono speculazioni – secondo noi credibili – che le tariffe su Canada e Messico possano essere rimosse a breve.
L’Europa, intanto, ha dato segnali di essere pronta a intervenire, promettendo un piano da 800 miliardi di dollari per aumentare la spesa per la difesa, e questa volta supportata da una Germania guidata da un nuovo governo moderato e a prima vista pronto, finalmente, ad aumentare la spesa fiscale tedesca. Sembra che finalmente il Vecchio Continente spingerà lato fiscale, continuando a supportare l’ottima performance da inizio anno.
Come sempre sui mercati, resta chiave non farsi influenzare dai movimenti a breve e, anzi, mantenere ancora più alta l’attenzione all’obiettivo di medio e lungo termine – soprattutto in questi momenti fisiologici di volatilità un po’ più alta rispetto alla media dell’ultimo anno.
I nostri sforzi sono focalizzati sul capire quando l’economia americana possa davvero essere in rallentamento e quanto invece di questo relativo pessimismo sia dovuto all’imprevedibilità delle dichiarazioni di Trump. La verità sta a nostro parere nel mezzo: non ci aspettiamo una recessione negli Usa nei prossimi trimestri, ma un rallentamento dell’economia sembra in arrivo e questo verrà accompagnato da politiche commerciali – e tariffe – che non sono a nostro parere solo uno strumento negoziale, ma uno strumento economico in cui Trump crede.
Nel frattempo, mentre finalizziamo il prossimo ribilanciamento tattico, rimaniamo a disposizione per dubbi, domande o critiche.
L' articolo Trump, dazi e consumi: cosa sta influenzando i mercati? è tratto da MoneyFarm