La crescita Usa resiste, ma l’incertezza politica pesa
⏳ Tempo di lettura: 3 minutiA quanto pare, fu Lenin, il padre dell’Unione Sovietica, a dire: “Ci sono decenni in cui non accade nulla e settimane in cui accadono decenni”. Dopo l’ultimo mese, ci chiediamo se stiamo vivendo una di quelle “settimane”. Negli Stati Uniti, il presidente Donald Trump si è rivolto al Congresso per ribadire che la sua amministrazione […] L' articolo La crescita Usa resiste, ma l’incertezza politica pesa è tratto da MoneyFarm


A quanto pare, fu Lenin, il padre dell’Unione Sovietica, a dire: “Ci sono decenni in cui non accade nulla e settimane in cui accadono decenni”. Dopo l’ultimo mese, ci chiediamo se stiamo vivendo una di quelle “settimane”.
Negli Stati Uniti, il presidente Donald Trump si è rivolto al Congresso per ribadire che la sua amministrazione ha appena iniziato il suo percorso.
In Europa, i politici tedeschi si sono impegnati ad aumentare significativamente la spesa per infrastrutture e difesa, chiedendo modifiche costituzionali. Nel frattempo, le relazioni geopolitiche su temi come la Nato e il conflitto tra Russia e Ucraina sono state messe in discussione.
Ci sono momenti in cui i mercati finanziari tendono a ignorare il rumore politico. Questo non è uno di quei momenti. Gli investitori azionari, soprattutto negli Stati Uniti, hanno interpretato l’annuncio di nuovi dazi come un potenziale rischio per la crescita. In Europa, invece, gli investitori obbligazionari hanno spinto al rialzo i rendimenti dei titoli di Stato, temendo che l’aumento della spesa pubblica comporti un incremento dell’emissione di debito.
A prima vista, l’attenzione degli investitori alla politica e alle decisioni governative appare giustificata. L’aumento dei dazi potrebbe ostacolare la crescita economica, con ripercussioni sugli utili aziendali almeno nel breve termine. Dall’altro lato, una maggiore spesa pubblica in Europa potrebbe favorire la crescita, ma quasi certamente richiederà nuovo debito per essere finanziata. L’UE sembra determinata a trovare soluzioni per escludere questo debito nel calcolo delle proprie regole fiscali, ma alla fine i governi dovranno comunque attrarre investitori disposti ad acquistarlo, il che potrebbe far sì che i rendimenti obbligazionari rimangano elevati più a lungo.
Ma stiamo davvero entrando in una nuova fase per i mercati? È troppo presto per dirlo, ma possiamo fare alcune considerazioni.
Le frequenti oscillazioni della politica tariffaria statunitense rendono difficile valutare il vero impatto di questi cambiamenti. Tuttavia, sembra sempre più chiaro che i dazi nel futuro saranno una costante. Inoltre, è probabile che gli Stati Uniti riconsiderino il loro impegno verso l’Europa rispetto alle amministrazioni precedenti, spingendo i paesi europei ad aumentare la propria spesa per la difesa.
Sul fronte della politica fiscale, si discute molto della necessità di ridurre il deficit federale americano, un’eventualità che sarebbe ben accolta dagli investitori obbligazionari statunitensi. Tuttavia, il vero ostacolo è che la maggior parte della spesa pubblica riguarda categorie considerate intoccabili, come la previdenza sociale, Medicare, Medicaid e gli interessi sul debito. Inoltre, la metà della spesa discrezionale è destinata alla difesa.
A livello locale, si iniziano già a vedere resistenze a certi tagli introdotti dall’amministrazione, come la riduzione dei dipendenti pubblici federali. Sarà interessante osservare se il governo e il Congresso saranno davvero disposti a prendere decisioni difficili per ridurre il deficit. La storia suggerisce che l’impatto potrebbe essere minimo.
Cosa significa tutto questo per i mercati? Ci sono alcuni punti da considerare. Innanzitutto, il quadro macroeconomico rimane complessivamente solido: la crescita è ancora positiva, seppur modesta in Europa, e l’inflazione è vicina agli obiettivi. Tuttavia, l’incertezza politica è elevata e sembra incidere sulla fiducia dei consumatori statunitensi. Anche se i dazi non dovessero aumentare troppo, potremmo assistere a un rallentamento della spesa da parte di famiglie e imprese. Questo giustifica un approccio leggermente più cauto nei portafogli, e abbiamo apportato alcune modifiche di conseguenza. delle quali parleremo più approfonditamente nei prossimi giorni.
Per quanto riguarda l’Europa, i cambiamenti di politica economica potrebbero sostenere la spesa e la crescita, almeno in alcune aree. La questione chiave è come finanziare queste misure. La Germania, partendo da un basso livello di debito, dovrebbe riuscire ad aumentare la spesa per infrastrutture e difesa senza grandi difficoltà, mentre altri paesi europei potrebbero trovare il percorso più complesso. Questo scenario potrebbe favorire la crescita degli utili europei, ma anche mantenere i rendimenti obbligazionari più elevati.
Come sempre, riteniamo che sia fondamentale evitare di cercare di prevedere i movimenti di breve termine del mercato. Restare investiti con una prospettiva di lungo periodo e mantenere un portafoglio ben diversificato rimane la strategia più solida, anche in fasi di maggiore volatilità.
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L' articolo La crescita Usa resiste, ma l’incertezza politica pesa è tratto da MoneyFarm