Trump azzanna Apple. Così i dazi zavorrano Cupertino
Le politiche economiche di Donald Trump rischiano di pesare sulle prospettive di crescita di Apple. Almeno secondo i conti degli analisti di Morgan Stanley.

Le politiche economiche di Donald Trump rischiano di pesare sulle prospettive di crescita di Apple. Almeno secondo i conti degli analisti di Morgan Stanley
Al momento la promessa che Apple ha fatto a Donald Trump di riportare la produzione negli States, dove investirà 500miliardi e creerà 20mila posti di lavoro, non sembrano mettere al riparo la Big Tech dalle conseguenze nefaste della trumpeconomics.
Morgan Stanley ha infatti rivisto al ribasso le sue previsioni per il titolo Apple, riducendo il target di prezzo da 275 a 252 dollari. Secondo l’analista Erik Woodring, Cupertino ha davanti a sé un periodo tutt’altro che facile in cui dovrà fare i conti col rallentamento nel tasso di aggiornamento degli iPhone ma soprattutto con l’impatto economico dei nuovi dazi imposti dalla Casa Bianca.
IL FIO CHE APPLE RISCHIA DI PAGARE A TRUMP
Secondo le stime di Woodring, Apple potrebbe subire un incremento dei costi di circa 2 miliardi di dollari a causa delle nuove tariffe. Non è ancora chiaro se l’azienda deciderà di assorbire questi costi o trasferirli ai consumatori con un aumento dei prezzi dei suoi dispositivi. Quasi certamente, però, l’importante aumento dei costi di importazione inciderà sulle prospettive di crescita della società di Cupertino. Insomma, almeno nel breve-medio periodo meno utili per azione.
GLI INCIAMPI IN CAPO AI
Sono numerosi i problemi che Apple dovrà affrontare nell’arco dei prossimi mesi e non tutti naturalmente sono stati, o saranno causati, da Trump. Il principale riguarda l’ennesimo slittamento – questa volta sine die – dell’assistente digitale Siri potenziato da Apple Intelligence che potrebbe essere spia di un ritardo maggiore, maturato nell’ormai strategico ambito Ai in cui al momento Cupertino non ha toccato palla.
DISPOSITIVI CON MINOR APPEAL?
Per il 2025 l’analista prevede spedizioni globali di iPhone sostanzialmente piatte rispetto ai 12 mesi appena archiviati, in contrasto con le aspettative precedenti che indicavano una crescita. Colpa proprio di una minor appetibilità sul mercato di device che non presentano feature rivoluzionarie legate all’Intelligenza artificiale.
Woodring ritiene che il ciclo di aggiornamento degli iPhone continuerà ad allungarsi a causa dei rilasci dilazionati delle funzioni di Apple Intelligence. Secondo l’analista, una nuova accelerazione delle vendite potrebbe verificarsi solo nel periodo 2027-2028, rendendo il taglio del target di prezzo di oggi una misura prudenziale.