Trucidato in Colombia. Italiano fatto a pezzi e i resti trovati in una valigia. Papà lo seguiva su Google maps

Alessandro Coatti, 38 anni, ferrarese, era un ricercatore in biologia. Identificato dal braccialetto che indossava. Mistero sul movente dell’omicidio

Apr 9, 2025 - 04:34
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Trucidato in Colombia. Italiano fatto a pezzi e i resti trovati in una valigia. Papà lo seguiva su Google maps

Ferrara, 9 aprile 2025 – C’è una taglia per chi fornirà “informazioni utili a risalire ai responsabili dell’omicidio”. Meglio, dell’orrore, della bestialità commessa nel porre fine alla vita del biologo molecolare italiano di 38 anni, Alessandro Coatti, originario di Portomaggiore (Ferrara), ucciso e fatto a pezzi in Colombia, mentre si trovava a Santa Marta, città di mezzo milione di abitanti affacciata sul mar dei Caraibi, nel dipartimento settentrionale di Magdalena. La testa, le braccia e i piedi del ricercatore laureato alla Normale di Pisa, specializzato al Max Planck Institute, e fino a qualche mese fa dipendente della Royal Society of Biology di Londra, sono stati trovati domenica chiusi in una valigia, nei pressi dello stadio locale, mentre altri resti sono stati rintracciati nelle ultime ore in un’altra zona. “I criminali – ha scritto il sindaco, Carlos Pinedo Cuello su Facebook, offrendo più di 10mila euro (50milioni di pesos) per avere informazioni – devono sapere che qui non c’è posto per loro”. Un luogo dove il valore della vita troppo spesso è pari a zero. Un dato agghiacciante: dal 2021 al 2022 gli omicidi in Colombia passarono da 1.778 a 2037.

Un ricercatore italiano, Alessandro Coatti, di 42 anni è stato ucciso e fatto a pezzi in Colombia
Un ricercatore italiano, Alessandro Coatti, di 42 anni è stato ucciso e fatto a pezzi in Colombia, Roma, 8 aprile 2025. ANSA/RSB ROYAL SOCIETY OF BIOLOGY +++ NO SALES, EDITORIAL USE ONLY +++

La polizia è riuscita a risalire all’identità di Coatti grazie al bracciale di un albergo del centro cittadino che indossava ad un polso, mentre ulteriori dettagli sulla morte sono attesi dall’autopsia. Il ferrarese, che il 3 agosto avrebbe compiuto 39 anni, era arrivato in Sudamerica nei mesi scorsi per lavorare prima come volontario in Ecuador e poi viaggiare verso Perù e Bolivia. In Colombia era già stato nel parco naturale di Tyrona. In particolare, all’albergo Marovi, pensione a due stelle del centro storico dove aveva preso alloggio, ricordano che Coatti aveva più volte chiesto della strada per arrivare a Minca, una località fino a qualche anno fa inaccessibile per la presenza di gruppi paramilitari, ma oggi conosciuta come un paradiso per gli amanti della natura. I suoi spostamenti erano seguiti passo passo da mamma Sandra e papà Gabriele, residenti a Longastrino di Alfonsine, minuscola frazione con i ’piedi’ nel Ravennate ma che lambisce il confine con il Ferrarese, grazie a Google maps e al pc di casa collegato con Alessandro. “Si sentivano ogni giorno – spiega   Gabriella Azzalli, grande amica di famiglia –, ma dal 3 il padre non aveva avuto più notizie”. Fino a domenica mattina quando il telefonino del genitore si è riempito di notifiche provenienti dalla polizia giudiziaria colombiana. L’Ambasciata italiana a Bogotà, in raccordo col ministero degli Esteri, “segue con la massima attenzione” la vicenda ed è in contatto con i familiari e le autorità locali, assistendo in tutti i passaggi per il rientro della salma, mentre la Procura di Roma avvierà un fascicolo di indagine che sarà coordinato dal procuratore capo Francesco Lo Voi.

“Alessandro – lo ricorda Massimo Cricca, ex segretario amministrativo del liceo di Argenta, nel medio Ferrarese, frequentato da Coatti – era un genio fin dalla giovane età. Aveva lo studio nel sangue”. Gli ultimi dieci anni li aveva trascorsi a Londra, dove aveva effettuato i suoi studi post-laurea sulle neuroscienze alla University College, e per otto anni (fino a fine 2024) era stato impiegato alla Royal Society of Biology. Gli ex colleghi, “sconvolti”, sul portale dell’organizzazione scientifica britannica hanno ricordato “Ale”, scienziato “appassionato e dedito alla ricerca” e che “guidò il lavoro dell’istituto sulla scienza animale, scrivendo numerosi studi, organizzando eventi e presentazioni alla Casa dei Comuni”. Parole commosse anche dalla Normale di Pisa: “I docenti ricordano Coatti come un bravissimo ragazzo che lasciò il segno per competenza e grande umanità”. Le ultime tracce del 38enne, che viaggiava solo – come spiegano a Bogotà – risalirebbero a venerdì sera, quando era uscito per andare in un locale. Le ultime ore di vita si intrecciano e si perdono lì, nella movida colombiana. Poi il buio. E le bestie.