Tim: Poste Mobile o Iliad?
Il futuro di Tim. La necessità di un consolidamento del settore. E gli scenari con Poste Mobile e Iliad. Fatti, numeri e approfondimenti

Il futuro di Tim. La necessità di un consolidamento del settore. E gli scenari con Poste Mobile e Iliad. Fatti, numeri e approfondimenti
Tutto è pronto (o quasi) per un riassetto azionario di Tim con l’ingresso di nuovi azionisti di peso.
Secondo le indiscrezioni delle ultime ore, in questo fine settimana potrebbero riunirsi i cda di Poste Italiane e Cassa depositi e prestiti (Cdp) per la cessione della quota del 9,8% del capitale di Tim posseduta da Cdp a Poste.
Ma in ballo c’è anche uno scenario Iliad per Tim.
Le due prospettive hanno valenze diverse: il vero tema al centro delle discussioni nel settore tlc, infatti, è una necessaria opera di consolidamento in Italia.
COSA DICE IL RAPPORTO MEDIOBANCA
Il settore in Italia e nell’Ue è caratterizzato da tempo da una forte concorrenza e da un elevato grado di grado di frammentazione.
Secondo il Rapporto dell’Area Studi di Mediobanca del 2023, il settore Telco italiano è al 5° posto in Europa con un fatturato di 27,1 miliardi dietro a Germania con 59,9 miliardi, Regno Unito con 37,7 miliardi, Francia con 37,6 miliardi, e Spagna 28,3 miliardi.
I dati mostrano chiaramente che l’attuale situazione di mercato è diventata insostenibile – è l’opinione pressocché comune dei manager del comparto – per un’erosione progressiva dei margini di guadagno, con conseguente diminuzione delle opportunità di investimento in infrastrutture e tecnologie innovative.
I NUMERI DEL SETTORE IN ITALIA
Dal 2010 ad oggi i ricavi in Italia hanno subìto una riduzione di circa 15 miliardi di euro e un registrato un calo del -49% per le reti mobili e del -20,7% per le reti fisse.
I DATI DEL RAPPORTO ASSTEL
Secondo il Rapporto sulla filiera delle telecomunicazioni in Italia di Asstel, nel 2023 si è registrata una perdita di circa 600 milioni di euro (i ricavi del mercato del fisso, invece, nel 2023 sono aumentati del 5%). L’impatto sul mercato italiano è chiaro: frammentazione del mercato. Fino a poco fa l’Italia (prima dell’unione tra Fastweb e Vodafone) era l’unico Paese in Europa con 5 operatori basati su infrastrutture, oggi diventati 4, oltre ai 3 principali operatori virtuali.
TRA LE TARIFFE PIÙ BASSE AL MONDO
Da gennaio 2024 sono stati introdotti prezzi telefonici indicizzati all’inflazione, con tariffe adeguate automaticamente ogni anno in base all’andamento dei prezzi al consumo. Nonostante ciò, l’Italia ha una delle tariffe di telefonia mobile più basse al mondo.
I DATI ITALIANI
L’Italia ha il ricavo medio per cliente più basso d’Europa, pari a 11 euro/mese (-37% rispetto alla media europea) e il rapporto euro/gigabyte più basso, tanto che l’Italia è praticamente in fondo alla classifica mondiale, al 164° posto su 165 Paesi.
SIGNIFICATO ED EFFETTO DELLA FUSIONE FASTWEB-VODAFONE
La fusione tra Fastweb e Vodafone in Italia rappresenta un primo passo nel percorso di consolidamento, ma non porta respiro al mercato mobile, anzi: da un lato, si perde il carattere di challenger di Fastweb, che insidiava le rendite dei tre incumbent; dall’altro, la quota di Fastweb non era tale, sommata a quella di Vodafone, da cambiare gli equilibri e le dinamiche del settore.
LA NECESSITÀ DEL CONSOLIDAMENTO
Gli esperti e i leader del settore sono concordi nel ritenere che bisogna andare verso un maggiore consolidamento del settore per due motivi essenziali: affrontare e garantire investimenti infrastrutturali di lungo periodo; creare la sostenibilità di cui le aziende hanno bisogno per garantire gli investimenti tecnologici e la competitività a lungo termine.
PRIMI PASSI NEI PALAZZI EUROPEI
Anche in Europa la percezione è che le cose stiano iniziando a cambiare con una politica più favorevole all’aggregazione degli operatori tlc (anche a livello di Commissione Europea, con la nuova commissaria alla concorrenza Teresa Ribeira).
COSA DICE IL RAPPORTO DRAGHI
Anche il rapporto Draghi sul futuro della competitività europea ha evidenziato la necessità di facilitare il consolidamento nel settore delle telecomunicazioni per ottenere tassi di investimento più elevati nella connettività. Come? Definendo i mercati delle telecomunicazioni a livello dell’Ue (piuttosto che a livello degli Stati membri), riducendo la regolamentazione ex ante a favore dell’applicazione della concorrenza ex post nei casi di abuso di posizione dominante e ponendo maggiormente l’accento sull’innovazione e sugli impegni di investimento nell’ambito delle norme comunitarie di approvazione delle fusioni.
LA LETTERA DEI CEO
La lettera dei Ceo delle principali aziende di tlc sotto l’egida di Connect Europe evidenzia la necessità di un cambio di mentalità per favorire la crescita e investimenti nella connettività, elemento chiave per la digitalizzazione. La lettera evidenzia la necessità di un cambio rapido nell’approccio politico dell’Europa al fine di mantenere la competitività con 4 aree di intervento.
- Semplificazione e deregulation: riforma del quadro normativo per incentivare la crescita, passando da controlli ex-ante a ex-post.
- Nuovo approccio alla politica della concorrenza: supporto al consolidamento per promuovere innovazione, qualità e sostenibilità.
- Mercato unico delle telecomunicazioni: abbattere le barriere nazionali armonizzando le regole a livello Ue.
- Robusta strategia industriale: definizione di una visione chiara per il settore telecomunicazioni.
TIM CON POSTE O CON ILIAD?
Come indicano molti analisti, il consolidamento in Italia passa dalla fusione di due operatori infrastrutturali come Tim e iliad: affinché un consolidamento produca reali sinergie e benefici industriali, questo appunto deve avvenire tra operatori infrastrutturali. Il mercato, infatti, non è in grado di remunerare gli investimenti necessari in quattro reti mobili, e questo blocca lo sviluppo delle nuove tecnologie, con quanto ne consegue in termini di sistema Paese.
Secondo Equita, ad esempio, la combinazione tra Iliad Italia e Tim, pur presentando rischi di tipo regolamentare (Antitrust europeo), avrebbe sinergie significative. Il coinvolgimento di Cvc (o di altri fondi) come compratore della quota di Vivendi nell’operazione Iliad “potenzialmente potrebbe rimuovere l’incertezza legata all’atteggiamento di Vivendi, ma introduce un ulteriore tema di valutazione degli asset da conferire”.
Al contrario, fusioni tra operatori infrastrutturali e virtuali (Tim-Poste), attiverebbero alcune sinergie di natura commerciale, ma non offrirebbero le stesse opportunità di integrazione industriale e sviluppo infrastrutturale e tecnologico. Con l’operazione Tim-Poste si potenzierebbe soprattutto, ha rimarcato oggi il Sole 24 ore, “la strategia commerciale con la vendita di servizi telefonici, fibra, energia nelle rete dei 12 mila sportelli postali”. Secondo un report di Equita, la combinazione Tim-Poste Mobile non porrebbe rischi regolatori e genererebbe alcune sinergie industriali, ma avrebbe un limitato consolidamento di mercato.
Ma gli scenari Poste e Iliad non sarebbero alternativi per Tim: “Poste Mobile e Iliad potrebbero in futuro unirsi alla Tim consumer. E quindi la società guidata da Matteo Del Fante, acquisendo il 9,8% di Tim avrebbe già un piede nella società qualora si proceda in quella direzione. E potrebbe garantire un presidio italiano per una società che è molto ambita dai francesi”, ha scritto oggi Repubblica.