Ti sei mai chiesto che pollo mangi? Da Carrefour a Fileni, il nuovo report che ti fa aprire gli occhi
In Italia la quasi totalità dei 500 milioni di polli venduti nei supermercati sono animali sproporzionati, con una carne molliccia e strisce bianche di grasso, che ne riducono il valore nutrizionale. A fare una fotografia dei progressi nell’ambito del benessere animale delle aziende che operano in campo alimentare è il rapporto ChickenTrack 2024 di Compassion in World...

In Italia la quasi totalità dei 500 milioni di polli venduti nei supermercati sono animali sproporzionati, con una carne molliccia e strisce bianche di grasso, che ne riducono il valore nutrizionale.
A fare una fotografia dei progressi nell’ambito del benessere animale delle aziende che operano in campo alimentare è il rapporto ChickenTrack 2024 di Compassion in World Farming (CIWF), che, tra le altre cose, evidenzia come l’Italia rischi di rimanere indietro rispetto ad altri Paesi europei nei progressi per il benessere dei polli.
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Anche se sono cinque le aziende italiane che hanno comunicato i loro avanzamenti, tra cui Eataly e Bofrost Italia per la prima volta nel 2024, l’adozione di standard migliorativi è ancora limitata. Eataly ha riportato alte percentuali di transizione su criteri complessi: densità di allevamento (90%), razza (80%) e stordimento (70%). Carrefour Italia ha condiviso progressi suddivisi per criteri, mentre il Gruppo Fileni continua a progredire verso i propri obiettivi. Tuttavia, i progressi di Cortilia rimangono invariati rispetto al 2023.
Il rapporto di CIWF
In Europa, oltre 380 aziende hanno sottoscritto l’European Chicken Commitment ECC (si sono impegnate, cioè, a ridurre le densità degli animali nei capannoni, l’utilizzo di metodi di stordimento e ad allevare polli a più lento accrescimento) e il report riporta i progressi delle 93 più influenti.
A livello europeo, Francia e Regno Unito mostrano un maggiore impegno:
- Francia: 31 aziende monitorate, con una transizione media del 21% per la razza e del 18% per la densità di allevamento
- Regno Unito: 19 aziende monitorate, con una transizione media del 38% per la densità di allevamento e del 58% per lo stordimento in atmosfera controllata
Nella lista ci sono:
- 37 catene di supermercati
9 operatori della ristorazione collettiva - 20 catene della ristorazione commerciale
- 11 aziende della trasformazione e sette produttori
Le aziende italiane che hanno sottoscritto impegni di medio-lungo periodo (2-3 anni) per convertire gli allevamenti e rispettare i requisiti di migliore benessere previsti dall’ECC sono:
- Eataly
- Bofrost*
- Carrefour
- Gruppo Fileni
- Cortilia

ChickenTrack 2024 – CIWF
Nel nostro Paese la pressoché totalità dei 500 milioni di polli venduti nei supermercati sono quindi animali sproporzionati, con una carne molliccia e strisce bianche di grasso, che ne riducono il valore nutrizionale.
C’è anche una sparuta quantità di polli a crescita lenta venduti in alcuni supermercati, come il Campese di Amadori, riconoscibili dall’etichetta perché costano il doppio, e quelli biologici presenti sugli scaffali di supermercati come NaturaSì.
In Italia la transizione verso standard di allevamento migliori su larga scala potrà accelerare solo quando le principali catene di supermercati sceglieranno di promuovere la vendita di un pollo diverso – precisa Bianca Furlotti, del settore alimentare di Compassion in World Farming. Studi recenti stimano un aumento dei costi di produzione per l’ECC intorno al 20-30%, ma in questo modo sarebbe garantito un grado di benessere adeguato agli animali, con un impatto positivo anche sulla qualità della carne.
Per avviare questo percorso virtuoso le catene di supermercati dovrebbero stipulare accordi di lungo periodo con i propri fornitori, garantendo loro un volume di vendita adeguato tale da apportare le modifiche necessarie negli allevamenti.
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