Tesla cade sotto 1 miliardo di market cap. La politica non c’entra

I dati di vendita di gennaio sono negativi ovunque. Molti osservatori danno la colpa al radicalismo politico di Musk, ma dimenticano un fatto tecnico: l’arrivo della nuova versione della Model Y ha bloccato la produzione, ed era previsto

Feb 28, 2025 - 14:05
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Tesla cade sotto 1 miliardo di market cap. La politica non c’entra

Sarà per l’impegno politico di Elon Musk così radicalizzato e divisivo, sarà per i dati negativi sulle vendite di gennaio, o sarà ancora perché la concorrenza cinese cresce di giorno in giorno, fatto sta che gli investitori sono di nuovo in allontanamento da Tesla. Ieri, martedì 25 febbraio, l’azione è caduta dell’8% a 302,80 dollari e la capitalizzazione di Borsa (market cap) della società è tornata sotto un miliardo di dollari.

Con la discesa di ieri, Tesla ha perso circa il 35% dal massimo storico di 480 dollari segnato lo scorso 17 dicembre ed è tornata alla quotazione del 7 novembre, due giorni dopo l’elezione di Trump che ha messo le ali al titolo. Le azioni Tesla sono ora circa il 20% al di sopra della quotazione precedente alla vittoria di Trump. La maggior parte del rally è dovuta al balzo del 15% del titolo all'indomani delle elezioni.

La causa più probabile del recente ribasso (-14% nelle ultime cinque sedute) va cercata nei dati di vendita di gennaio, molto negativi in tutte le aree geografiche. In Europa Tesla ha venduto solo 9.945 vetture, in calo del 45% sullo stesso mese dell’anno precedente, in un mercato di EV che invece è cresciuto del 37%. In Cina le vendite hanno subito una contrazione del 15%.

Negli Usa le consegne di Tesla a gennaio sono scese del 13%, secondo i dati di Mike Ward, analista di Freedom Capital Markets. Nello stesso mese il mercato degli EV è cresciuto del 15%, con la conseguenza che da un anno all’altro la quota di mercato di Tesla è scesa dal 59% al 45%.

Ovviamente questi dati stanno costringendo gli analisti a rivedere le previsioni sul primo trimestre 2025. Secondo Barron’s, oggi il consensus si aspetta vendite comprese fra 420.000 e 430.000 vetture, in netto calo dalle 470.000 che venivano previste all’inizio dell’anno. Va detto che nel primo trimestre del 2024 le vendite erano state pari a 387.000 unità, per cui Tesla sembra comunque in grado di concludere il trimestre con una netta crescita.

Da alcuni osservatori il calo delle vendite viene associato alla rottura del legame fra il marchio e l’acquirente tipico di Tesla, ossia un consumatore benestante, sensibile ai temi del cambiamento climatico e con un orientamento politico democratico, o comunque progressista. Le prese di posizione radicali di Musk avrebbero allontanato potenziali acquirenti di Tesla.

Ma c’è anche un forte elemento tecnico che sta influenzando il mercato. A gennaio Tesla era nel mezzo del rinnovamento del suo modello più venduto, la Model Y, con la nuova versione che è appena arrivata sul mercato. In queste situazioni è normale che i consumatori rinviino gli acquisti in attesa del nuovo modello.

Un mese fa il Cfo di Tesla, Vaibhav Taneja, aveva avvertito gli analisti che l’introduzione della nuova Model Y sulle linee di montaggio avrebbe comportato diverse settimane di produzione persa. L'azienda costruisce la Model Y in quattro stabilimenti in tutto il mondo, compreso quello di Berlino.

Infine, il forte ribasso di martedì delle azioni Tesla si spiega anche con una notizia diffusa il giorno prima da Reuters, secondo la quale il tanto atteso aggiornamento del sistema di guida automatizzato di Tesla, che i clienti possono installare a pagamento sulle proprie auto, sta lasciando delusi i proprietari. In Cina molti utenti hanno dichiarato che la funzione di Tesla “Naviga nelle strade cittadine” non è all'altezza di una vera tecnologia di guida autonoma.

Altri produttori di veicoli elettrici in Cina, tra cui BYD, offrono i loro sistemi di guida parzialmente automatizzati gratuitamente o a un costo molto inferiore. Il popolare modello SU7 di Xiaomi include una tecnologia equivalente come opzione standard e gratuita.

Di sicuro l’insieme di queste notizie ha spinto e spinge alla vendita gli investitori più speculativi, che hanno puntato su Tesla nel breve periodo come azienda favorita dal nuovo corso politico di Washington.

C’è da dire, però, che chi investe in una logica di medio-lungo periodo è ben abituato all’alta volatilità di Tesla, e comunque non può lamentarsi di un titolo che oggi vanta una performance a 12 mesi superiore al 50%.