Tenaris, utili e ricavi in calo ma oltre le attese
La società produttrice di cavi supera le previsioni degli analisti e mantiene una visione moderatamente positiva per il trimestre in corso.

Utili e ricavi in calo per Tenaris nel primo trimestre 2025, ma oltre le attese del consenso. I primi tre mesi della società produttrice di tubi destinati all’industria petrolifera e del gas si sono chiusi con un utile netto di 518 milioni di dollari, corrispondente a 0,47 dollari per azione, segnando un calo del 41% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, seppur in linea con il trimestre precedente, superando però le attese del mercato di 465 milioni.
I ricavi si sono fermati a 2,92 miliardi, in flessione del 15% su base annua, ma anche in questo caso superando le previsioni degli analisti, ferme a 2,89/2,91 miliardi.
Calo per l’Ebitda, scesa a 696 milioni dai 987 milioni del 2024, superando così le attese di 669 milioni. Anche l’Ebitda margin è risultato in flessione ma superiore alle previsioni: nel trimestre è stato del 23,8% dal 28,7% del 2024 e sopra il consensus (23%).
Il fatturato è stato sostenuto dai volumi stagionali in Canada e dall’aumento delle vendite onshore negli Stati Uniti, spiga la società, penalizzato anche da minori vendite di prodotti premium in Messico, Turchia e Arabia Saudita.
La società segnala una domanda stabile a livello globale nel comparto drilling (trivellazioni), ma evidenzia un recente peggioramento delle prospettive sul fronte della crescita economica e dei prezzi del petrolio, complice anche l'annuncio di Opec+ sull'incremento della produzione. Da inizio anno il prezzo del Brent è sceso di oltre il 20%.
Per il trimestre in corso, Tenaris si attende un leggero aumento delle vendite grazie al recupero dei prezzi medi e al mantenimento di volumi simili a quelli del primo trimestre, con un Ebitda margin visto stabile.
La società conferma quindi una visione moderatamente positiva, pur riconoscendo la possibilità che le compagnie energetiche rivedano i propri piani di investimento nel breve periodo.
Tuttavia, gli investimenti strutturali di lungo termine sembrano destinati a proseguire, sostenendo la domanda di prodotti per grandi progetti.
Dopo la diffusione di questi numeri, Banca Akros ha ridotto il prezzo obiettivo sulle azioni Tenaris da 20 a 19 euro, rispetto ai 14,63 euro di questa mattina (-0,30%), confermando la raccomandazione buy. Gli analisti hanno rivisto al ribasso le stime, nonostante i risultati del primo trimestre siano stati "buoni e migliori del previsto", poiché "è probabile un rallentamento nel secondo semestre, dati gli attuali prezzi del petrolio". Gli esperti si aspettano nel triennio 2025-27 un Eps in calo in media del 3%.
Raccomandazione buy per gli esperti di Jefferies, con prezzi obiettivo fissati a 22 euro (a Milano) e 47 dollari (al Nyse) dopo i risultati trimestrali del gruppo superiori al consenso. Anche la posizione di cassa netta, salita a 4 miliardi (+11% trimestre su trimestre), "ha battuto le previsioni grazie a un forte contributo del capitale circolante". Jefferies vede quindi una possibile revisione al rialzo del consenso per il secondo trimestre.
Sul fronte dei dazi infine gli esperti evidenziano che "l'aumento dei prezzi Octg (Oil Country Tubular Goods, cioè i prodotti metallici laminati per l'industria di petrolio e gas, ndr) negli Stati Uniti dovrebbe compensare gran parte dell'impatto negativo derivante dai dazi estesi a tutti i prodotti siderurgici e dai maggiori costi di acciaio e rottami".
Anche AlphaValue conferma il buy su Tenaris, mantenendo il target price a 20,6 euro, sulla scia "di risultati del primo trimestre 2025 in linea con le previsioni di febbraio. Tuttavia, le prospettive per il secondo trimestre sono caute, poiché i prezzi, soprattutto negli Stati Uniti, non si sono ancora completamente ripresi", hanno dichiarato gli analisti. "Gli attuali prezzi del petrolio non ispirano ottimismo. Sebbene i margini e i risultati rimangano solidi, si prevede che la crescita sarà minima quest'anno, salvo una ripresa nel secondo semestre", hanno aggiunto gli esperti. "Rivedremo al ribasso le nostre previsioni per l'anno in corso. Sebbene ciò non sia allarmante, si prevede che il titolo rimarrà stagnante nel breve termine, il che implica un potenziale calo del prezzo delle azioni", concludono dal broker.