Svizzera, bocciato a larga maggioranza il piano per un maggior impegno ambientale. Timori per l’economia
Il piano sottoposto al voto prevede, tra le altre cose, che i gas serra emessi attraverso i consumi fossero ridotti al 10% dei livelli del 2018 entro i prossimi 10 anni. Secondo i promotori questo è il valore necessario per conciliare i consumi svizzeri con le capacità del pianeta di sostenerli L'articolo Svizzera, bocciato a larga maggioranza il piano per un maggior impegno ambientale. Timori per l’economia proviene da Il Fatto Quotidiano.

I cittadini svizzeri hanno bocciato a larga maggioranza un’iniziativa per accrescere l’impegno del paese in difesa dell’ambiente. I “no” della consultazione sono stati quasi il 70% dei voti. A giustificare il voto contrario sono stati soprattutto i timori per le ricadute economiche di vincoli più stringenti. La consultazione era stata lanciata dall’ala giovanile del Partito dei Verdi. Il piano sottoposto al voto prevede, tra le altre cose, che i gas serra emessi attraverso i consumi fossero ridotti al 10% dei livelli del 2018 entro i prossimi 10 anni. Secondo i promotori questo è il valore necessario per conciliare i consumi svizzeri con le capacità del pianeta di sostenerli. In caso di vittoria nel referendum il vincolo sarebbe stato inserito nella Costituzione elvetica.
I sondaggi condotti prima del voti hanno indicato che i cittadini erano orientati verso il no a causa delle preoccupazioni in termini di possibili perdite di posti di lavoro causato dallo svantaggio competitivo per le aziende svizzere dei nuovi limiti. Attualmente la Svizzera ha un piano per diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050 . Il no è una vittoria per i “difensori dello status quo”, che ignorano gli avvertimenti degli scienziati. “Ancora una volta, la retorica allarmistica dei partiti borghesi e degli ambienti economici ha avuto il suo effetto”, afferma un comunicato dei Giovani Verdi.
Le proposte votate nel referendum erano molto ambiziose ma la bocciatura è l’ennesimo segnale di una fase di “ritirata” nell’impegno per il contrasto alla crisi climatica. Purtroppo nessun indicatore segnala un miglioramento su questo fronte. A livello globale il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre, con il record di concentrazione di Co2 nell’atmosfera, mentre il consumo di fonti fossili (petrolio, gas, carbone) non accenna a diminuire.
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