Meloni in Senato: “Sosteniamo gli sforzi di Trump in Ucraina”. E critica Londra e Parigi
La premier a Palazzo Madama per le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio Europeo. “No a rappresaglie sui dazi. Sì al riarmo Ue senza toccare i fondi di Coesione”

Roma, 15 gennaio 2025 – Giorgia Meloni parla in Senato in vista del prossimo Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo. Al centro del suo intervento il “complesso quadro internazionale”, con la ripresa della guerra a Gaza, la difficile trattativa per la pace in UcraIna (“dove sosteniamo il piano di Trump per il cessate il fuoco”, mentre la proposta di Francia e Gb sulle truppe è “molto complessa e rischiosa”), il nodo migranti e la partita dei dazi. La premier rivolge anche un “affettuoso saluto” a Papa Francesco: "Non ha mai fatto mancare la sua guida, spero si ristabilisca il prima possibile”.
Sommario
Dazi
Sulla questione dei dazi "sono personalmente convinta che si debba usare concretezza e pragmatismo per cercare un possibile terreno di intesa" ed evitare una guerra "che non servirebbe a nessuno né agli Usa né all'Europa. Non sarebbe saggio cadere nella tentazione di rappresaglie che diventano circolo vizioso" e "in cui tutti perdono". Aggiunge Meloni: “Non sono certa che sia buon affare rispondere a dazi con altri dazi, spenderemo le energie dell'Italia per soluzioni di buon senso guidate più che dall'istinto dalla logica di reciproco rispetto".
Ucraina
"Sosteniamo gli sforzi del presidente Donald Trump" per una soluzione della guerra in Ucraina, dice la premier Meloni. L'Italia considera “la proposta del cessate il fuoco un primo passo per una pace duratura. Questo passo in avanti" deve essere sostenuto "compattamente rimettendo la responsabilità in mano alla Russia" che - chiede la premier - "deve giocare a carte scoperte".
Quindi non risparmia qualche critica agli alleati europei: "Ho sentito molte ricostruzioni e vorrei ribadire alcuni punti fermi: il primo è la ferma e totale condanna della brutale aggressione all'Ucraina e il sostegno al popolo ucraino che non è mai stato in discussione". Quindi si sofferma sull'invio di truppe che "non è mai stato all'ordine del giorno" e la soluzione “proposta da Gran Bretagna e Francia” per l’Ucraina “è una proposta molto complessa, rischiosa e poco efficace".
Usa ed Europa
"È un banale dato di realtà che non è possibile immaginare una garanzia di sicurezza duratura dividendo l'Europa e gli Stati Uniti. E' giusto che l'Europa si attrezzi per fare la sua parte - dice Meloni - ma ingenuo pensare possa fare da sola fuori dalla cornice" della Nato.
“È giusto che l'Europa si attrezzi per fare la propria parte – aggiunge Meloni -, ma sarebbe nella migliore delle ipotesi ingenuo, nella peggiore folle, pensare che possa fare da sola senza la cornice euroatlantica che per 75 anni ha garantito la sicurezza dell’Europa".
E ancora: "Chi ripete ossessivamente che l'Italia dovrebbe scegliere tra Europa e Usa lo fa strumentalmente, per ragioni di polemica domestica o perché non si è accorto che la campagna elettorale americana è finita, dando a Donald Trump - piaccia o no - il mandato di governare e di conseguenza ai partner occidentali di fare i conti con questa America”.
Perché “chi per ragioni diverse alimenta una narrazione diversa, tentando di scavare un solco tra le due sponde dell'Atlantico, non fa che indebolire l'intero Occidente, a beneficio di ben altri attori".
La premier si dice convinta che l'Italia “debba spendere le sue energie per costruire ponti, non per scavare solchi. E, pur in uno scenario tutt'altro che facile, può fare la sua parte”.
Avvertimento a Bruxelles
Se l'Europa pensa di iper regolamentare tutto non sopravviverà, è una nuova visione quella che serve, è la politica che deve tracciare la rotta, non la burocrazia", dichiara la premier. "Bisogna impedire che l'Europa venga soffocata dalle sue stesse regole", afferma. Meloni: "Se l'Ue vuole iper-regolamentare tutto non sopravviverà"
Riarmo Ue
Sul 'ReArm Ue' "ho chiesto di cambiare nome, perché il nome e' fuorviante per i cittadini”, spiega Meloni. “Siamo chiamati a rafforzare le capacità difensive" ma "non significa acquistare armamenti" ma "semmai di produrli" rafforzando "il nostro tessuto produttivo. Rafforzare le capacità di Difesa" non vuol dire parlare "solo di arsenali. La sicurezza" è un comparto "molto vasto". Riarmo Ue, Meloni al Senato: "Momento decisivo per il destino di Europa e Occidente"
E ancora: "Senza difesa non c'è sicurezza, senza sicurezza non c’è libertà", dice ancora la presidente del Consiglio, "cambiare nome al ReArm Ue non è una questione semantica, ma di sostanza e merito. Con le risorse a disposizioni si possono finanziare materie" che dovrebbero interessare tutti, sostiene Meloni. "L'Italia non intende togliere un solo euro dalle risorse della Coesione", ha affermato.
Gaza
La notizia del giorno è gioco forza la ripresa della guerra a Gaza con la rottura della tregua da parte di Israele. "Seguiamo con grande preoccupazione la ripresa dei combattimenti a Gaza che mette a repentaglio gli obiettivi ai quali tutti lavoriamo: il rilascio i tutti gli ostaggi e una fine permanente delle ostilità così come il pieno ripristino di una piena assistenza umanitaria nella Striscia".
Energia
"Un altro tassello è la sicurezza energetica: serve un'azione comune europea", spiega Meloni in Aula. “Abbiamo fatto importanti progressi ma molto resta da fare. I prezzi dell'energia sono un freno evidente alla nostra competitività e servono misure immediate strutturali". E aggiunge: "Servono misure a lungo termine per una riforma del mercato elettrico europeo che è un passo avanti per un mercato europeo più resiliente e flessibile" concludendo che "sarà fondamentale assicurarne un'attuazione veloce".
Migranti
Non manca un riferimento al tema dei migranti. "In questi giorni abbiamo accolto con favore la proposta della Commissione europea sulla riforma del quadro legislativo europeo sui rimpatri, attraverso il passaggio da una Direttiva a un Regolamento direttamente applicabile nei 27 Stati membri", dice Meloni. “Lo riteniamo uno sviluppo estremamente significativo, anche per armonizzare la prassi dei diversi Stati membri e rendere ancor più efficace l'azione di rimpatrio di chi non ha titolo ad essere accolto sul territorio europeo".
Per la premier è fondamentale “che l'Unione europea diventi efficace in questo: se entri illegalmente in Europa non puoi rimanere sul nostro territorio, devi essere rimpatriato. Non dimentico, ovviamente, il nostro impegno sulle soluzioni innovative”. E qui il riferimento è gioco forza al Protocollo Italia-Albania “che il Governo è determinato a portare avanti, anche alla luce dell'interesse e del sostegno mostrato da sempre più Nazioni europee”. Aggiunge Meloni, con in sottofondo la contestazione delle opposizioni: “Anche qui, al di là della propaganda, è chiaro a tutti che se nella nuova proposta di Regolamento si propone di creare centri per i rimpatri in Paesi terzi, è grazie al coraggio dell'Italia ch le anche su questo ha fatto da apripista". Meloni: "Con centri Albania, Italia apripista", opposizione contesta