Stupore e dolore fra i fedeli. La decisione: il Giubileo va avanti

La notizia arriva all’improvviso in piazza, fra emozione e caccia al selfie. Fino a tardi fedeli in Vaticano. Non cambia il programma dell’Anno Santo. Sospesa la canonizzazione di Acutis

Apr 21, 2025 - 23:23
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Stupore e dolore fra i fedeli. La decisione: il Giubileo va avanti

Città del Vaticano, 21 aprile 2025 – Fede, dolore, stupore. E la caccia a un ricordo sacro o profano, tra selfie, preghiere e l’imperturbabile cinismo della romanità. La scomparsa di Francesco arriva prima sugli schermi degli smartphone che dalle campane di San Pietro. A mezzogiorno, quando i rintocchi suonano a morto nella Basilica e in tutte le chiese di Roma – un colpo ogni dieci secondi poi l’eco delle vibrazioni – quasi tutti già sanno. E stentano a credere che il Papa argentino sia “tornato alla Casa del Padre”, come comunicato al mondo dal cardinale camerlengo Kevin Farrell.

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Neppure ventiquattr’ore prima Francesco ruotava sulla papamobile tra le transenne ricolme di fedeli: lui benedicente e generoso; loro riconoscenti con forsennati clic a mano alzata. L’ultimo bagno di folla dal colonnato del Bernini a via della Conciliazione adesso appare come la perfetta chiusura di un cerchio. Quello lungo 88 anni del papa venuto dal Sud del mondo, messaggero della Chiesa di tutti e per tutti. Un ritorno al più autentico spirito cristano. “Lo intentò”, dice in spagnolo Nestor, argentino di Buenos Aires, grato al carisma di “Francisco”. Al suo tentativo di spronare e unire. Al suo essere battagliero. Strada segnata? “Depende dal sucesor”, ragiona sottovoce Nestor (e non c’è bisogno di traduzione).

La maestosità di San Pietro culla una folla eterogenea, scelta dal destino per una giornata unica, mentre fuori gli ingressi si gonfiano con il passare dei minuti e la pressione dei fedeli sale a tutti i varchi. “Lasciare la vita terrena dopo il giorno della Resurrezione di Gesù. È perfetto – esclama padre Carlo, francese, della diocesi di Chartres –. Dobbiamo solo pregare per lui, grati per quanto ha dato alla Chiesa e all’umanità”. Sandra, italo-australiana, smista il traffico in entrata a San Pietro. Indossa la pettorina verde di volontaria. Racconta così la propagazione della notizia, poco dopo le dieci di mattina. “Incredibile! Sono stata informata da mia sorella che sta a Melbourne. Ho pianto e man mano che la notizia si diffondeva tanta gente si è commossa”. Alla Cappella della Penitenza, padre Gioacchino apre e chiude il cancelletto. È giovane e viene dal Congo. Commozione? “Sì. Lacrime e preghiere, in tanti. Davanti all’altare di San Giuseppe”.

Nella navata centrale non ci sono più posti a sedere per la messa del Lunedì dell’Angelo. Ma San Pietro accoglie tutti. Dai turisti più sbracati in maglia da calcio, ai religiosi capitati a Roma in un momento così speciale, agli ospiti rispettosi del monumento e del momento. Rihab e Hamdi vengono dal Canada, sono tunisini e musulmani osservanti: “Facciamo le nostre condoglianze. Abbiamo tanti amici cattolici. E papa Francesco era una star. Capace di parlare a tutti”. Suor Marie, californiana, sta in convento a Montesacro. Mostra la basilica ai parenti. “Francesco ha rappresentato la Chiesa vicina ai bisogni delle persone. Indimenticabile”, dice assieme al fratello e alla cognata Daniela.

Nicole ha 20 anni, fa parte del servizio d’ordine vaticano e presidia la Porta Santa. “Metti giù”, ordina a un turista americano che prende un glicine per ricordo dalle gigantesche fioriere all’ingresso. “E anche tu! Posala”, intima a un’italiana impadronitasi di una rosa bianca. È una lotta impari e fuori misura questa strenua difesa floreale mentre nelle scalinate davanti alla basilica gli addetti vaticani rimuovono centinaia di vasi di tulipani rimasti in piazza dopo la cerimonia pasquale. “Ma perché li buttate?”, grida Gianfranco (di Reggio Calabria). “Li piantiamo noi e ricordiamo Francesco”, protestano Antonio e Rosita (da Salerno), con in mano i bulbi di due piantine prelevate in corsa dai camioncini dei giardinieri. E a ogni passaggio aumenta la ressa. “Occhio, o qualcuno qui finisce sotto le ruote”, mette in guardia Aldo, milanese, “soccorritore” dell’Ordine di Malta.

Frate Angelo è un cappuccino brasiliano di Vitoria, stato di Espirito Santo. “Francesco? Un grande. La misericordia in persona”. E il prossimo Papa? “Chiunque sia, io già lo amo”, sorride, benedicente, prima di tornare in convento a Campobasso. Ener, mendicante bosniaco, implora chiunque veda: “Una moneta!”. Sbatte la tazza con pochi spicci: “Guarda. Quasi niente in tutta mattina”. Poco distante, la bancarella di articoli religiosi espone rosari (da un euro) con la faccia di Francesco sulle custodie di plastica. Vanno a ruba?Aò, ce sta er Giubbileo, si nun se vendono adesso..., rendiconta il bancarellaro in canotta.

E il Giubileo continuerà. Matteo Bruni, direttore della sala stampa vaticana, lo annuncia nel primo pomeriggio. Sospesa solo la canonizzazione di Carlo Acutis, mentre resta confermato il Giubileo degli adolescenti, da venerdì 25 a domenica 27 aprile.