Strage di San Terenzo Monti, il superstite: ‘Ricordo quel 25 aprile… Ho avuto incubi per anni'

l racconto di uno degli ultimi superstiti della strage di San Terenzo Monti: “Non so come ho fatto a salvarmi: le SS compivano rappresaglie a tappeto...”

Apr 25, 2025 - 00:50
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Strage di San Terenzo Monti, il superstite: ‘Ricordo quel 25 aprile… Ho avuto incubi per anni'

Lunigiana, 25 aprile 2025 – Ha compiuto 90 anni lo scorso novembre Alfredo Gerini. Un passato da emigrante, da muratore, con una mai sopita passione nel coltivare la terra. Abita da tempo a Fivizzano, ma più volte la settimana viene a San Terenzo, il paese dov’è nato, a salutare la sorella e a coltivare le sue piante di mele e vigne."Qui si è fatta la storia". Montignoso in festa per l’80° della Liberazione

Alfredo è uno degli ultimi testimoni viventi della strage nazista di San Terenzo, uno dei pochi sopravvissuti agli incendi, bombardamenti, lutti e devastazioni che precedettero la Liberazione del 25 aprile 1945. Lo scorso anno, è stato intervistato dalla giornalista Karen Krueger, corrispondente della Frankfurter Allgemeine Zeitung dall’Italia e la sua foto e la sua storia sono inserite nella mostra fotografica ’Gegen forgessen’ (Contro l’oblio) dell’artista italo-tedesco Luigi Toscano.

Una mostra fotografica a cielo aperto, con i volti di persone di tutta Europa scampate alla furia nazifascista, esposta a New York, Washington, Vienna, San Francisco, Berlino, Monaco, Innsbruck. «Non so davvero come sia riuscito a salvarmi da quelle tragedie che non avevano mai fine - racconta Gerini - pensi che mi sono trovato ad assistere al combattimento fra partigiani ed SS al Ponte di Bardine. Con la famiglia dalla casa in campagna dove vivevamo, siamo fuggiti temendo rappresaglie. L’eccidio di Valla? Ho assistito il 20 agosto al trasporto delle vittime: ammucchiate alla rinfusa su carri tirati da buoi: una interminabile scia di sangue per le strade del paese, fino al cimitero.

Il giorno dopo,ebbi modo di recarmi a Valla, il luogo del massacro: la piana era intrisa di sangue e cosparsa di reperti biologici delle 107 vittime. Una visione infernale. Del resto avevano sparato da 12 metri con mitragliatrici pesanti. Quella povera gente l’avevano fatta a pezzi…».

Cosa accadde dopo la strage? «I tedeschi - ricorda il superstite - continuarono ad imperversare in tutta la zona: una autentica caccia all’uomo. Bruciavano case e stalle con dentro bestiame e raccolti. Come tutti, anche noi eravamo sempre in fuga, nessun posto era sicuro. Nel frattempo, fra il 1° ed il 3 settembre, le SS avevano ucciso altri 10 uomini del paese sorpresi nascosti in un rifugio sotterraneo… Vivevamo nel terrore. E come posso dimenticare il periodo della liberazione? Da una settimana americani e nazifascisti combattevano aspramente attorno il paese, poi i tedeschi ripiegarono nel borgo. Ero nascosto come tutti nel Palazzo Malaspina: un militare tedesco fece uscire me, avevo solo 10 anni, con altri civili. Stavano arrivando gli americani: ci mandarono avanti per impedire a quest’ultimi di sparare, in modo che loro potessero fuggire. Piovevano bombe e proiettili da tutte le parti: morti e feriti per le strade».

«Ricordo due militari tedeschi: uno ucciso accanto ad una mitragliatrice, l’altro completamente privo di testa al suo fianco... Insieme alle avanguardie statunitensi che liberarono il paese c’erano dei partigiani di San Terenzo: facevano da apripista e combattevano assieme a loro. Finalmente,i tedeschi si arresero: ricordo - spiega Alfredo - tutta la piazza piena di soldati prigionieri seduti a terra con le mani alzate, 140 militari, un’intera compagnia. Cosa è stata per me la Liberazione? La fine di un incubo. Piano piano il ritorno alla vita, ma è stata lunga: per anni quando ero a letto ’ballavo’ la notte. Ero assalito dagli incubi, dal terrore di quanto visto e subito. Perché per troppo tempo avevo vissuto, fatto parte di un film dell’orrore».