Stop alle truffe telefoniche
Il fenomeno della falsificazione dell'identità del chiamante (Cli spoofing) è sempre più diffuso e l'Italia è, rispetto ad altri Paesi, molto in ritardo nel contrastarlo. Eppure le soluzioni ci sono, vediamo quali... L'articolo Stop alle truffe telefoniche proviene da Economy Magazine.

Il fenomeno del “Cli Spoofing” (falsificazione dell’identità del chiamante), cui si accompagnano truffe telefoniche sempre più frequenti, rappresenta una delle minacce più insidiose per le aziende e i consumatori italiani. Un problema verso il quale l’Italia è in forte ritardo e che va pertanto affrontato in modo deciso e strutturato. Economy ha intervistato Leonardo Papagni, presidente di AssoCall-Confcommercio, per capire meglio quali sono le cause di questo ritardo e le soluzioni per fronteggiare il problema.
Presidente, in altri paesi sono state introdotte misure anti-spoofing efficaci. In Italia?
Sì, è vero, nel Regno Unito l’authority Ofcom ha introdotto misure che hanno permesso di bloccare fino a 1 milione di chiamate fraudolente al giorno già nel primo mese di implementazione di questi filtri. Qui in Italia, invece, siamo ancora in attesa di una soluzione tecnologica al problema, ma fortunatamente il Governo ha emanato un decreto-legge che impone il blocco di numeri camuffati sulla rete telefonica (D.Lgs. n. 48 del 24.03.2024) e Agcom ha adottato una delibera (n. 457 del 13.11.2024) provvisoria per via della consultazione, che pone le basi per una soluzione al problema. Ciononostante, i tempi amministrativi sono lunghi e non hanno ancora prodotto benefici per i cittadini. La situazione è davvero grave, considerando che il resto d’Europa ha già implementato sulle reti telefoniche misure tecnologiche per arginare il problema. Siamo tra gli ultimi paesi a non aver implementato misure di blocco preventivo. Questo ritardo ha implicazioni negative sia per i consumatori che per le imprese BPO Contact Center.
Quindi cosa manca all’Italia?
La tecnologia per fermare le truffe telefoniche esiste già sia per chiamate originate dall’Italia che per quelle dall’estero. Paesi come Regno Unito, Australia e Usa hanno già implementato filtri che bloccano preventivamente le chiamate fraudolente. Ciò che davvero sorprende è che la tecnologia esiste ed è già in uso in altri Paesi, ma nel nostro sembra esserci una certa lentezza nell’adottarla. Non vorrei pensare che la mancanza di investimenti nelle telecomunicazioni possa incidere sull’applicazione di quanto previsto della Delibera 457/24/CONS e lasciare indifeso il cittadino. Le compagnie telefoniche italiane, a delibera definitiva, dovranno implementare filtri anti-spoofing per bloccare le chiamate sospette, entro 6 mesi dall’entrate in vigore. Come ha anche ribadito il presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella in una sua recente audizione alla Camera, dove ha sottolineato la “necessità di responsabilizzare gli operatori telefonici in modo da bloccare nella prima fase le chiamate camuffate provenienti dall’estero”, auspicando un rafforzamento del quadro normativo per combattere questi fenomeni fraudolenti. Siamo d’accordo con il presidente Lasorella sulla necessità di bloccare le chiamate provenienti dall’estero, ma questo non basta perché anche quelle originate in Italia devono essere bloccate, come previsto dalla delibera. E concordiamo anche sul rafforzamento del quadro normartivo: per noi è auspicabile che il legislatore annoveri tra i reati penali chi commette questi reati di furto di identità con la tecnica del Cli Spoofing.
Cosa fate con AssoCall/Confcommercio?
Abbiamo firmato un protocollo d’intesa con le principali associazioni di consumatori e di categoria, fornitori di tecnologia delle reti per contribuire ad individuare le misure che potrebbero ridurre il fenomeno dello spoofing. Il nostro obiettivo è mettere in luce l’importanza di un approccio tecnologico e integrato, che unisca le forze di tutti gli attori coinvolti e stiamo collaborando attivamente ai tavoli tecnici dell’Autorità per mettere in sicurezza tutti i cittadini italiani da queste pratiche criminose. L’AssoCall-Confcommercio è pronta a fare la sua parte, ma servono azioni concrete da parte di tutti: si tratta di un’autentica operazione di sistema.
Tutto questo sistema solleva questioni importanti anche sulla gestione della privacy…
Oggi il cittadino si autodifende non rispondendo a numeri che non conosce; quindi, è necessario innanzitutto riacquisire la fiducia nelle comunicazioni telefoniche, che oggi è ai minimi storici. L’intelligenza artificiale è in grado di camuffare la voce e replicare numeri di telefono esistenti che potremmo avere anche registrati sul telefono, come insegna il caso delle chiamate del “falso Ministro Crosetto” e di falsi agenti di pubblica sicurezza nelle truffe odiose agli anziani e alle persone vulnerabili. L’accoppiata tra AI e Cli Spoofing è oggi l’arma perfetta per mettere in atto truffe sofisticate, credibili e quasi impossibili da rintracciare. Un vero e proprio “paradiso digitale” per i truffatori, che agiscono restando spesso impuniti. È in gioco la sicurezza delle persone, e non possiamo permetterci di restare fermi. I cittadini provano a difendersi anche con applicazioni di blocco chiamate che sono invasive per la privacy e non sempre efficaci. Come AssoCall ribadiamo che l’unica soluzione è il blocco a monte nelle reti di comunicazione telefonica verso le chiamate fraudolente, specialmente quelle provenienti da numeri falsificati o non certificati. Ciò eliminerebbe alla radice il problema e permetterebbe ai cittadini di concentrarsi solo sulle chiamate legittime. Tra l’altro, una volta che le misure anti-spoofing saranno implementate, il Registro delle Opposizioni, così come il Codice di Condotta del telemarketing e tutte le altre norme prodotte sinora dal legislatore, torneranno a funzionare efficacemente
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