Stagione balneare al via: "Alcuni stabilimenti potrebbero non aprire"
Titolari dei bagni preoccupati per l’obbligo della sicurezza in mare da sabato 17 "Una fase di incertezza e cambiamento, anche per l’assenza di addetti ai lavori".

di Gaia Parrini
VERSILIA
Il primo caldo è alle porte, così come una stagione estiva che si prospetta, già anticipatamente, dalla metà di maggio, portare grandi cambiamenti. E questo soprattutto per chi, come i proprietari degli stabilimenti balneari, già pronti per accogliere turisti e villeggianti abituali, hanno visto, con la nuova norma che prevede la presenza dei bagnini per la sorveglianza ogni giorno dal 17 maggio al 21 settembre, dalle 9 alle 18, a differenza degli anni scorsi che prevedeva invece la loro presenza dal secondo sabato di giugno alla prima domenica di settembre, cambiare i piani di organizzazione e lavorazione. E se, tra di loro, qualcuno cerca di sdrammatizzare immaginandosi la spiaggia viareggina e versiliese come un lungo semaforo, con i nuovi colori delle bandiere, con il rosso per indicare la balneazione sconsigliata o pericolosa con o senza servizio attivo, verde per servizio attivo e condizioni favorevoli e giallo per le condizioni meteorologiche potenzialmente pericolose, altri esprimono chiaramente la preoccupazione e i rischi che l’ordinanza della Capitaneria di Porto ha apportato.
"È un momento difficile perché non si trovano i bagnini e alcuni stabilimenti rischiano di chiudere - commenta Luca Petrucci, presidente Sib Confcommercio Lucca e Massa e titolare del Bagno Alberto a Lido di Camaiore - Perché la presenza dei bagnini è obbligatoria tutti i giorni e il 40 percento di loro è in età scolare, tra la quarta liceo e l’università, e sono persone che non sono disponibili fino a metà giugno e prima erano liberi il sabato e la domenica e lavoravano in quei giorni. Proprio perché ora la presenza del bagnino è obbligatoria tutti i giorni, c’è chi aprirà solo il fine settimana". È per molti infatti un obbligo eccessivo, quello della sorveglianza attiva da metà maggio, ogni giorno per una durata di otto ore, quando ancora l’affluenza in battigia è poca, vedendo invece in misure più ridotte una buona alternativa all’ormai vigente regola. "Già d’estate, con un piano realizzato in accordo con la Capitaneria, ci sono le isole, con il posizionamento di un bagnino non oltre gli 80 metri - continua Petrucci - E quello che vorremmo chiedere alla Capitaneria è di allungare questa distanza in un periodo di bassa presenza fino ai 160 metri, e riportarla ad 80 il sabato e domenica, per avere durante la settimana meno operatori, soprattutto quando in spiaggia ci sono poche persone, altrimenti si rischia di avere 100 bagnini con 10 persone che fanno il bagno. Per questo avremmo delle soluzioni, ma bisogna che ci siano accordate".
È una sensazione di incertezza, imprevedibilità e insicurezza, quella che aleggia sulle spiagge e gli stabilimen ti, a causa, sopratutto, della carenza di bagnini. "Sono cambiate tante cose - aggiunge, infatti, anche Francesco Verona, presidente dei balneari di Marina di Pietrasanta - Ed è arrivata, quest’ordinanza, in un momento difficile e all’ultimo momento, quando era tutto programmato per la stagione estiva per quanto riguarda le attività consorziate: va rivisto, per esempio, l’uso delle bandiere, che creerà confusione nelle persone che non conoscono il significato, e il calendario per la divisione dei bagnini negli stabilimenti ogni 80 metri, cui si aggiunge il problema dei bagnini perché parecchi hanno ancora la scuola e gli stabilimenti dovranno dotarsi di altro personale per i giorni feriali".
"Quest’ordinanza ci trova tutti in grossa difficoltà perché i bagnini in gran parte sono ragazzi che studiano - conclude Isabella Baldi del Bagno Rossella e presidente della Marina di Levante - Poi perché la figura storica del bagnino tende a scomparire, e per i numeri di stabilimenti presenti non c’è un grande ricambio. Sono sempre meno le persone che vanno a fare il corso da bagnino, perché le esigenze cambiano: è un bel lavoro per tanti aspetti, perché si sta sul mare, ma è anche un lavoro di sacrificio, con orari lunghi, nelle festività e nei weekend e molti, come gli studenti, lo fanno non con la volontà di farlo come professione ma per guadagnarsi due soldi e crearsi un’indipendenza. Sono anni difficili e questo sarà un momento di grande cambiamento, su tutti i fronti".