South Australia: da Kangaroo Island alle Adelaide Hills, viaggio alla scoperta del sud

Migliaia di chilometri di spiagge vergini, immense distese desertiche, una natura prorompente, scrigno di flora e fauna uniche al mondo. E, infine, una capitale ricca di charme, vivace e cosmopolita, ma a misura d’uomo. Il South Australia è un concentrato dell’intero continente. La meta ideale per esplorare, in un solo viaggio, molto di quanto vi L'articolo South Australia: da Kangaroo Island alle Adelaide Hills, viaggio alla scoperta del sud sembra essere il primo su Dove Viaggi.

Feb 10, 2025 - 11:10
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South Australia: da Kangaroo Island alle Adelaide Hills, viaggio alla scoperta del sud

Migliaia di chilometri di spiagge vergini, immense distese desertiche, una natura prorompente, scrigno di flora e fauna uniche al mondo. E, infine, una capitale ricca di charme, vivace e cosmopolita, ma a misura d’uomo. Il South Australia è un concentrato dell’intero continente. La meta ideale per esplorare, in un solo viaggio, molto di quanto vi è di sorprendente e indimenticabile Down Under, all’altro capo della Terra. E, fatto singolare per un territorio vasto oltre tre volte l’Italia, tutto è inaspettatamente a portata di mano muovendosi da Adelaide/Tarntanya, la capitale, dove i voli intercontinentali atterrano al locale aeroporto a soli 15 minuti dal centro.

Un tempo votata all’understatement, oggi è una metropoli dinamica e vibrante, con una scena artistica e culturale effervescente almeno quanto quella gastronomica. Se gallerie e musei prestigiosi come il South Australian Museum e la Art Gallery of South Australia, e manifestazioni come l’Adelaide Festival e il suo contraltare “off”, l’Adelaide Fringe (ogni anno a marzo), ne hanno fatto una delle destinazioni predilette degli appassionati d’arte, a conquistarle un posto nei cuori dei food lovers sono ristoranti come Botanic, dove lo chef Jamie Musgrave si esibisce in 26 diverse combinazioni di ingredienti nativi, o Shobosho, una delle migliori tavole per gustare piatti dell’Estremo Oriente rivisitati con tocco locale.

Adelaide, una metropoli circondata da parchi, spiagge e vigneti

La capitale del South Australia è anche una metropoli green, una delle due uniche al mondo (l’altra è Londra) ad aver ottenuto il titolo di National Park City per l’impegno nel creare occasioni di connessione fra uomo e natura anche nella normale vita quotidiana. Compito non troppo difficile, in fondo, in una città letteralmente immersa nel verde. Immensi, lussureggianti parchi la circondano da ogni lato, subito a ridosso del centro cittadino, e oltre a conferirle un’atmosfera piacevolmente rilassata sono un playground perfetto per appassionati di outdoor, in cui passeggiare, fare jogging, pagaiare sulle acque del Torrens, il fiume che l’attraversa, come fanno gli adelaideans nelle loro pause pranzo e nei weekend.

L’area del Festival Centre di Adelaide/Tarntanya, affacciata sul fiume Torrens ©Tourism Australia

Pur non sorgendo direttamente sul mare, Adelaide è a due passi dalla costa e da un’infilata strepitosa di spiagge di sabbia dorata. Dal centro, con una corsa in tram di 20 minuti si arriva a Glenelg, la più vicina e anche la più frequentata, ma non occorre allungare troppo il percorso per raggiungere le dune semideserte di Semaphore e godersi il tramonto sull’oceano. Non per nulla Adelaide è nota come twenty-minute city, città dei venti minuti: dal suo CBD (Central business district), come viene chiamato da queste parti il centro cittadino, basta un attimo per entrare in altri mondi.

Per esempio per immergersi nelle atmosfere bucoliche delle Adelaide Hills, una delle regioni vinicole più famose che cingono la città. Circondati da morbide colline ricoperte di vigneti e punteggiate di cantine dove si producono apprezzati Sauvignon Blanc e Chardonnay, ci si avventura in auto o, ancora meglio, in bicicletta lungo serpeggianti viali alberati. Di tanto in tanto ci si ferma per una degustazione o per una passeggiata in piccoli villaggi rurali dal mood d’altri tempi in cui la vita si concentra lungo la Main Street, la strada principale, fra negozi e ristoranti che offrono il meglio della cucina locale.

Con un po’ più di tempo a disposizione si può allungare il giro e raggiungere le altre rinomate aree vinicole nei dintorni, dalle Barossa e Clare Valley a McLaren Vale, lungo un percorso chiamato, non a caso, Epicurean Way: un itinerario per amanti dei piaceri della vita costellato di cantine di design, ristoranti di fama e vivaci mercati contadini. Ma in Australia, ovunque ci si trovi la wilderness non è mai troppo lontana.

Nell’outback, lungo la strada degli antichi esploratori

Non bastano venti minuti, tuttavia non occorrono più di un paio d’ore per trovarsi immersi nelle infinite distese dell’outback, come gli australiani chiamano il loro sterminato e infuocato entroterra. Spazio selvaggio e ancestrale, è una calamita per chiunque sogni di calarsi nei panni di un novello esploratore. Tanto più facile qui, dove a indicare la rotta è proprio la Explorers Way, il percorso tracciato nel 1862 da John McDouall Stuart, che per primo affrontò la traversata del continente da Adelaide fino al Top End, l’estremo nord, tremila chilometri più su.

La meta sono le Flinders Rangers, catene di basse e contorte montagne di arenaria che si innalzano in the middle of nowhere, nel mezzo del nulla. Protette da un parco nazionale, scavate da canyon e gole e coperte qua e là da boschi di querce popolati da numerose specie di marsupiali, compresi i rari wallaby delle rocce dai piedi gialli, sono fra le più antiche del pianeta: percorrere i sentieri che le attraversano equivale a sfogliare un volume sugli ultimi 600 milioni di anni di storia del pianeta, scritta sulle pareti in forma di fossili e sedimenti.

Canguri nel Flinders Chase National Park, a Kangaroo Island ©Tourism Australia

Fra le passeggiate imperdibili quella che conduce sui bordi di Wilpena Pound, uno spettacolare anfiteatro naturale, simile al cratere di un meteorite, incoronato da creste dentellate. Meglio arrivarci al tramonto quando, con il sole basso all’orizzonte che ne illumina solo i crinali, Ikara, come la chiamano gli Adnyamathanha, il popolo che abita queste terre da migliaia di anni, sprigiona tutta la sua magia. Per le popolazioni native questa misteriosa conca ellittica è un luogo sacro come gran parte dei dintorni dove si scoprono incisioni e pitture che risalgono fino a 40 mila anni fa.

Prima di lasciare le Flinders Ranges, merita regalarsi un volo a bordo dei Piper che decollano all’alba e al tramonto dalle piste di fattorie e resort per una veduta dall’alto dei loro emozionanti paesaggi.

Kangaroo Island, santuario della wilderness

Si torna ad Adelaide per raggiungere Kangaroo Island. Dalla capitale basta un volo di trenta minuti per superare i circa 20 chilometri di mare e le migliaia di anni che separano l’isola dalla terraferma, da cui si è staccata in seguito all’innalzamento degli oceani, circa 9.500 anni fa. Si può arrivare sull’isola altrettanto facilmente con i traghetti che partono da Cape Jervis, sulla punta della Fleurieu Peninsula, a un’ora e mezza d’auto da Adelaide.

Relativamente piccola – 4.400 chilometri quadrati di superficie – KI, come la chiamano i suoi poco più che quattromila abitanti (meno di uno ogni chilometro quadrato), ha in realtà tantissimo da offrire e il consiglio è di non cedere alla tentazione della “toccata e fuga”, ma di trascorrervi almeno qualche giorno (una settimana sarebbe l’ideale). Il lungo isolamento l’ha preservata da trasformazioni significative e ora è un santuario di natura primordiale, pura e indomita, e uno zoo a cielo aperto, popolato da una incredibile varietà di fauna selvatica, uno dei luoghi migliori per osservare gli animali nel loro habitat. Del resto, oltre un terzo della sua superficie è protetta da parchi e riserve, da esplorare camminando lungo la fitta rete di sentieri che la percorrono.

Fra i più amati dai trekker il Kangaroo Island Wilderness Trail, all’interno del Flinders Chase National Park che copre tutto l’ovest dell’isola. Lungo i suoi 66 chilometri ogni passo è una scoperta: si attraversano foreste di eucalipti di 400 specie di verse, dagli svettanti sugar, dal tronco rosso, ai mallee, che si sviluppano a cespuglio e su cui si scorgono i koala appollaiati, intenti a divorarne le foglie. Nelle radure si avvistano canguri e wallaby, insieme a marsupiali meno noti come i vombati, mentre attorno risuonano i versi di pappagalli e uccelli coloratissimi e pressoché sconosciuti. Qui vive anche l’echidna. Corpo da istrice, muso a becco e lingua lunghissima come quella di un formichiere, è un animale dall’origine quasi preistorica che si trova solo in Australia e in qualche ristretta area della Nuova Guinea. Incontrarla è questione di fortuna, ma sull’isola le probabilità sono alte.

Non è necessario essere camminatori allenati per scoprire le bellezze di KI. Le strade dell’isola – in parte asfaltate in parte in terra battuta, ma molto ben tenute e percorribili anche con normali berline – passano nei parchi e arrivano nelle vicinanze degli highlight più famosi. Sono un’icona le Remarkable Rocks, giganteschi e surreali massi del periodo Cambriano apparentemente in bilico su una cupola di granito che si innalza a filo dell’Oceano Antartico.

Le icone di Kangaroo Island: le Remarkable Rocks, giganteschi massi in granito del periodo Cambriano ©Paolo Giocoso

Gettonatissime per i selfie, potrebbero essere opera di Salvador Dalí, invece a plasmarle sono stati pioggia, vento e onde nel corso di milioni di anni. Le si nota già a distanza, sagome rosse che si stagliano sull’azzurro di cielo e acqua, e il colore non dipende dalla roccia, bensì dai minuscoli licheni che crescono sulla superficie grazie all’umidità dell’aria.

Lungo il litorale ripide scogliere si alternano a lingue di sabbia candida dove concedersi piacevoli giornate di relax fra snorkeling nelle acque cristalline di Emu Bay, nel nord dell’isola, o in quelle di Vivonne Bay, a sud, una delle spiagge più belle, e avvistamenti di delfini tursiopi che nuotano vicino alla costa a West Bay. L’isola, infatti, è un paradiso anche per la fauna marina.

Sulla costa meridionale, Admiral Arch, una cavità sotto il promontorio di Cap du Couedic, è il rifugio di una colonia di foche neozelandesi, fino a non molto tempo fa a rischio di estinzione a causa della caccia. Stessa sorte cui sembravano destinati i leoni marini australiani che hanno trovato riparo non distante fra le dune bianche di Seal Bay, un’area protetta dove la colonia si è moltiplicata. Per un incontro ravvicinato con gli animali che si crogiolano al sole bisogna scendere alla spiaggia camminando su passerelle in legno, ma è obbligatorio farsi accompagnare da una guida autorizzata.

Il faro di Cap di Couedic ©Paolo Giocoso

Primitiva e selvatica da un lato, Kangaroo Island ha anche un cuore rurale. L’entroterra è un mosaico di campi, pascoli, vigneti da cui, grazie alla straordinaria biodiversità dell’habitat, nascono prodotti unici, dal vino al miele, dai formaggi ai gin, che hanno dato all’isola la fama di hub del gusto. Un tour fra fattorie e cantine è un buon modo per concludere il viaggio a KI e riportarne a casa tutto il sapore.

Info: southaustralia.com

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Vista panoramica. Una veduta a 360 gradi su Adelaide/Tarntanya va conquistata. Anziché accomodarsi sul “solito” rooftop con un bicchiere in mano, ci si arrampica sul tetto dell’Oval, lo stadio della città: una volta in cima lo sguardo può spaziare dalla costa fino alle colline. Obbligatorio farsi accompagnare dalle guide.

Nuotare con i delfini. A KI, Kangaroo Island Marine Adventure organizza uscite in barca per piccoli gruppi durante i quali, oltre a nuotare con i simpatici mammiferi, si scopre la ricca fauna marina che vive nelle acque dell’isola.

Outback autentico – Per vivere le vere atmosfere dell’outback si può soggiornare in una station, una delle immense tenute in cui si allevano ovini e bovini aperte all’ospitalità. Nelle Flinders Ranges, alla Rawnsley Park Station le sistemazioni sono in mezzo bush dove al mattino si vedono vagare emù e canguri.

In volo sui vigneti – Nella Barossa Valley a bordo di una mongolfiera si sorvolano le distese di vigne da cui nascono rinomati Riesling e Shiraz. Si degustano una volta atterrati, in accompagnamento alla colazione contadina.

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