“Sono caduto su un bambù tagliato a punta, mi si conficcò nel collo a mezzo centimetro da vasi sanguigni importanti. Mi hanno ricucito senza anestesia”: il racconto choc di Alberto Angela
Il divulgatore scientifico torna in tv con "Ulisse" e "Passaggio a Nord Ovest" e, in un'intervista a Qn, racconta aneddoti inediti: "In Congo fui assalito dalle formiche", "a Mont Saint Michel finii nelle sabbie mobili" L'articolo “Sono caduto su un bambù tagliato a punta, mi si conficcò nel collo a mezzo centimetro da vasi sanguigni importanti. Mi hanno ricucito senza anestesia”: il racconto choc di Alberto Angela proviene da Il Fatto Quotidiano.

Dalle sabbie mobili di Mont Saint Michel all’invasione di formiche legionarie in Congo, passando per 11 ricoveri in ospedale: la vita di Alberto Angela è un’avventura continua, proprio come i suoi programmi televisivi. Il divulgatore scientifico, pronto a tornare in tv con “Ulisse” (il 17 febbraio, con una puntata speciale dedicata ad Andrea Camilleri e al commissario Montalbano) e “Passaggio a Nord Ovest”, si racconta in un’intervista al Quotidiano Nazionale, svelando aneddoti inediti e curiosità sulla sua vita e sul suo rapporto con il padre Piero.
“Ero in Congo”, racconta Angela, ricordando uno degli episodi più incredibili della sua carriera. “Mi svegliai di notte. La tenda era stata avvolta da decine di migliaia di formiche legionarie, formiche molto grosse che si spostano in continuazione. Da una piccola apertura nella lampo della tenda erano entrate dentro e mi avevano ricoperto, soprattutto in testa. Uscii fuori camminando su un tappeto vivente di formiche, ma con molta circospezione, per accertarmi che in giro non ci fossero leoni o altri animali”.
Un’esperienza estrema, che si aggiunge a una lunga lista di incidenti e imprevisti: “Sono stato ricoverato in ospedale 11 volte“, rivela il conduttore. “Da bambino ero piuttosto irrequieto. Una volta, a 5 anni e mezzo, caddi su un bambù tagliato a punta. Mi si conficcò nel collo a mezzo centimetro da vasi sanguigni importanti”. E ancora: “Un’altra volta un’infermiera, vedendomi, si stupì: ‘Ti ho fatto l’antitetanica poche settimane fa, cosa ci fai ancora qui?'”.
I genitori, racconta Angela, “ormai erano abituati. Al telefono mi chiedevano soltanto: ‘In che ospedale sei? Ti veniamo a prendere’“. E a proposito del rapporto con i figli, il divulgatore svela la sua filosofia educativa: “Un genitore non deve mai dire ai figli cosa devono fare, ma solo quello che non devono fare. Non bisogna essere opprimenti per non perdere il contatto, ma senza diventare amici. Ne hai comunque la responsabilità. Stimolare la loro curiosità senza tarpargli le ali”. Un altro aneddoto riguarda le sabbie mobili di Mont Saint Michel: “Quando la marea si ritira, si formano zone di sabbie mobili. Girammo una scena per dimostrare come si può uscirne. Buona la prima: non c’era possibilità di replicare l’azione!”. Per uscirne, spiega, “bisogna fare dei passi all’indietro, ruotando un poco il ginocchio. È come risalire una scala al contrario, creando gradini artificiali”.
Infine, Alberto Angela smentisce una voce sul padre Piero: “Non è vero che mi rimproverasse dicendo che ero troppo precisino. Lui era un giornalista, io un ricercatore, e quindi io sottolineavo l’aspetto scientifico. Avevamo due approcci diversi”. E sulla musica, una passione che “purtroppo ha saltato una generazione” (ammette di aver provato a suonare la chitarra, senza successo), anticipa una puntata speciale di “Ulisse” in arrivo ad aprile: “Sarà veramente particolare, direi quasi sperimentale, una specie di ibrido proprio con la musica”. Un appuntamento da non perdere, per scoprire un altro lato inedito del divulgatore più amato della tv italiana.
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