Singolarità, le previsioni dei giganti tech dicono entro 12 mesi
Tra progressi nei modelli linguistici e computing quantistico, le previsioni sulla singolarità si fanno audaci: potremmo raggiungerla entro un anno? L'articolo Singolarità, le previsioni dei giganti tech dicono entro 12 mesi è tratto da Futuro Prossimo.

Dodici mesi. È tutto il tempo che ci separerebbe dall’evento più dirompente nella storia dell’umanità, secondo le recenti previsioni sulla singolarità tecnologica rilasciate da alcuni dei più influenti leader del settore tech.
L’idea che le macchine possano presto superare l’intelligenza umana non è nuova, ma la timeline si è drasticamente accorciata. Mentre alcuni esperti indicano ancora un orizzonte di decenni, il CEO di Anthropic Dario Amodei ha sorpreso il mondo tech sostenendo che questo punto di non ritorno potrebbe verificarsi entro il prossimo anno, comunque prima del 2027. Una previsione che ha scatenato reazioni contrastanti: terrore e fascinazione, scetticismo e frenesia. Ma quanto sono affidabili queste previsioni? E soprattutto, siamo pronti ad affrontare le conseguenze di una simile rivoluzione?
Cosa significa davvero singolarità
Quando parliamo di singolarità nel contesto dell’intelligenza artificiale, lo sapete, ci riferiamo a quel momento ipotetico in cui le macchine dotate di intelligenza artificiale generale (AGI) supererebbero l’intelligenza umana. Un sistema di AGI sarebbe in grado di comprendere ed eseguire un’ampia gamma di compiti, adattarsi a nuove situazioni e risolvere problemi in modo creativo, proprio come farebbe un essere umano.
La divergenza nelle previsioni è notevole: mentre molti ricercatori collocano l’emergere dell’AGI tra il 2040 e il 2060, altri imprenditori si mostrano decisamente più ottimisti. Questa disparità di opinioni deriva dalla natura stessa del progresso tecnologico: imprevedibile, non lineare e spesso sorprendente nelle sue accelerazioni.
Non si tratta solo di speculazioni: i recenti balzi in avanti nei modelli linguistici di grandi dimensioni (il nuovo o3 ha pochi giorni) hanno effettivamente cambiato le carte in tavola.
I fattori che alimentano le previsioni ottimistiche sulla singolarità
I più recenti modelli linguistici hanno dimostrato capacità impressionanti nella comprensione del linguaggio e nella generazione di risposte pertinenti. Con miliardi di parametri di apprendimento, questi sistemi riescono a svolgere compiti che vanno dalla traduzione linguistica alla creazione di contenuti creativi.
L’emergenza dei large language models (LLMs) ha significativamente modificato le prospettive sulla singolarità. Modelli come GPT-4 possono comprendere richieste complesse, generare risposte pertinenti e simulare conversazioni quasi umane.
L’ottimismo si basa anche su un principio ormai noto: la Legge di Moore, secondo cui la potenza di calcolo raddoppia ogni 18 mesi circa. Se i processori continuano a diventare più potenti, i modelli linguistici potrebbero raggiungere tra non molto tempo delle velocità di elaborazione paragonabili a quelle del cervello umano.
A questo si aggiunge il potenziale del computing quantistico, una tecnologia ancora in fase embrionale ma che promette di consentire calcoli attualmente impossibili con i computer tradizionali. Se i computer quantistici dovessero affermarsi, l’addestramento delle reti neurali utilizzate nell’AI moderna potrebbe registrare progressi esponenziali.
Le sfide tecniche e filosofiche
Nonostante l’entusiasmo dei sostenitori della singolarità imminente, comunque, diverse sfide tecniche e filosofiche ne rendono incerta l’effettiva realizzazione a breve termine.
Prima di tutto, sebbene i modelli linguistici abbiano dimostrato una impressionante capacità di simulare la comprensione del linguaggio umano, siamo ancora lontani dal raggiungere livelli di intelligenza umana in domini più complessi. L’intelligenza umana comprende molto più della logica o dell’analisi: include aspetti come l’intelligenza emotiva, l’intuizione e la creatività.
Yann LeCun, pioniere del deep learning, mette in discussione la possibilità stessa che l’AI possa replicare l’intelligenza umana nella sua interezza. Secondo lui, alcune qualità della mente umana, come l’autoconsapevolezza, rimangono ancora in gran parte al di fuori della portata delle tecnologie attuali.
Il ruolo dell’etica e della società
Gli esperti concordano su un punto fondamentale: l’etica deve essere al centro delle discussioni sulla singolarità. Il progresso tecnologico non dovrebbe avvenire a scapito della società. Se l’AI diventa più potente, saranno necessarie regolamentazioni rigorose per garantire che venga utilizzata a beneficio dell’umanità.
Anche se le previsioni più ottimistiche si avverassero, rimane la questione della preparazione sociale a questi cambiamenti. L’AI potrebbe trasformare radicalmente interi settori come il lavoro, l’istruzione e la sanità. Se la singolarità dovesse verificarsi nei prossimi mesi, sarebbero necessarie strategie di adattamento e supporto rapide per minimizzare i rischi sociali ed economici associati a questa transizione.
La domanda cruciale non è solo se la singolarità sia tecnicamente possibile nell’immediato futuro, ma se l’umanità sia pronta ad affrontarne le conseguenze. Tra visioni apocalittiche e promesse utopistiche, una cosa è certa: il dibattito sulla singolarità tecnologica non è più confinato ai circoli accademici o alla fantascienza, ma è entrato prepotentemente nel dibattito pubblico, richiedendo risposte ponderare da parte di tutti i settori della società.
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