Si fa mordere da 202 serpenti per diventare immune, dal sangue di Tim Friede arriva un siero anti-veleno

Per oltre 18 anni Tim Friede si è volontariamente iniettato veleno e fatto mordere da serpenti letali per sviluppare un'immunità unica. Oggi, grazie ai suoi anticorpi, nasce un innovativo vaccino contro i morsi di serpente L'articolo Si fa mordere da 202 serpenti per diventare immune, dal sangue di Tim Friede arriva un siero anti-veleno proviene da Open.

Mag 3, 2025 - 20:08
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Si fa mordere da 202 serpenti per diventare immune, dal sangue di Tim Friede arriva un siero anti-veleno

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Oltre 18 anni di morsi di serpenti, in totale 202. Circa 654 dosi di veleno estratto dai rettili iniettati direttamente nelle vene, nel tentativo di diventare completamente immune dai loro morsi. Un obiettivo raggiunto dopo atroci dolori («Quasi ogni morso è come cento punture d’ape») e rischi inimmaginabili, sfiorando la morte dopo quattro giorni di coma per due ferite nel giro di pochi minuti. Ora l’ex camionista americano Tim Friede, o meglio il suo sangue, è responsabile dello sviluppo dei primi vaccini anti-veleno. Agli scienziati Jacob Glanville e Peter Kwong sono bastati due dei miliardi di anticorpi sviluppati da Friede negli anni.

Un’ossessione rischiosissima e il primo contatto con gli scienziati

Tutto nasce da una passione personale: Tim Friede è un collezionista dilettante di serpenti. I morsi, ovviamente, sono all’ordine del giorno, motivo per il quale l’americano oggi 57enne decide di sviluppare un’immunità. Progressivamente si inietta o si fa mordere da diverse specie di rettili, aumentando sempre di più il dosaggio e la potenza del veleno. In diciotto anni riesce così a diventare completamente immune a circa dodici specie (delle oltre 600, non tutte velenose per l’uomo). Nel 2017 arriva la chiamata dell’immunologo Jacob Glanville, che lavora all’azienda Centivax: «Potrebbe essere una domanda imbarazzante, ma mi piacerebbe davvero ricevere un po’ del tuo sangue». Friede si mette subito a disposizione, consapevole che lo studio approfondito del suo sangue potrebbe permettere di sviluppare antidoti a veleni che ogni anno – secondo l’Organizzazione mondiale della sanità – causano almeno 81mila morti e 400mila disabilità permanenti.

Il primo vaccino anti-veleno per l’uomo

Il risultato di quell’incontro ha dato frutto il 2 maggio, quando Glanville con Peter Kwong, professore di scienze mediche presso la Columbia University, hanno pubblicato sulla rivista Cell uno studio che fornisce i dettagli di un farmaco blocca-tossine e di nuovo «vaccino anti-serpente», in grado di proteggere dal veleno di oltre 19 serpenti (il 100% contro 13, tra il 20% e il 40% per i restanti). Le prime sperimentazioni sono state condotte su topi, ora invece i prodotti verranno testati su cani australiani che arriveranno negli studi veterinari con morsi da serpente. L’obiettivo? Metterli in commercio per gli uomini entro tre anni. Anche grazie all’aiuto di Tim Friede, che oggi lavora proprio alla Centivax.

Oltre il siero animale: la rivoluzione degli anticorpi umani e i dubbi sul mercato farmaceutico

Questo passo in avanti, se sarà confermato dagli ultimi test, potrebbe essere un avanzamento decisivo. Fino a oggi, infatti, gli antidoti contro il veleno sono di derivazione animale. Il sangue di cavalli o pecore immunizzati viene raccolto, purificato e viene creato un siero con quegli anticorpi. Ma, al di là del rischio di contrarre malattie zoonotiche, gli umani necessitano di un vaccino molto più diluito. Che però, perché abbia effetto, deve essere quindi iniettato in enormi quantitativi, aumentando il rischio di violente reazioni allergiche. Rielaborare gli anticorpi dal sangue di un uomo potrebbe causare meno effetti collaterali. Rimane anche da capire se il mercato farmaceutico premierà questo tipo di medicinali, dato che si tratta di «malattie tropicali neglette» quindi con terapie poco redditizie e che affliggono per lo più Paesi del terzo mondo.

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