Mottola (Taranto), cantano “Bella ciao” il 25 aprile: identificati in dieci per il «mancato rispetto della sobrietà»
Rischiano una denuncia per «inosservanza dei divieti delle autorità». Fratoianni (Avs) ha annunciato un'interrogazione parlamentare. La replica del sindacato dei carabinieri: «Abbiamo rispettato le direttive» L'articolo Mottola (Taranto), cantano “Bella ciao” il 25 aprile: identificati in dieci per il «mancato rispetto della sobrietà» proviene da Open.

Lo scorso 25 aprile a Mottola, in provincia di Taranto, dieci cittadini sono stati identificati dal maresciallo dei carabinieri per aver cantato «Bella Ciao» durante le celebrazioni per l’80esimo anniversario della liberazione dal nazifascismo. Ora rischiano – scrive l’Ansa – una denuncia per inosservanza dei divieti delle autorità. Ovvero del mancato rispetto di quella «sobrietà» alla quale il governo Meloni aveva invitato tutti per il lutto nazionale dopo la morte di papa Francesco. La vicenda ha inevitabilmente scatenato una polemica che ora coinvolge istituzioni, militari e politici. Nicola Fratoianni di Avs ha annunciato oggi – sabato 3 maggio – «un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno (Matteo Piantedosi, ndr) su questo episodio surreale e nello stesso tempo gravissimo». «Chissà se il maresciallo dei carabinieri che ha denunciato 10 cittadini accusati di aver voluto cantare “Bella Ciao” e “Fischia il Vento” – prosegue – sa che per liberare l’Italia dai nazisti e dai loro servi fascisti l’Arma dei Carabinieri ha perso quasi tremila uomini. Non comprendiamo perché i suoi superiori non siano ancora intervenuti per sospenderlo dal servizio».
La replica
Tempestiva la replica del segretario pugliese di Unarma (Associazione Sindacale Carabinieri), Nicola Magno, secondo il quale i «carabinieri in servizio» hanno operano «nel pieno rispetto delle direttive ricevute dalle autorità competenti» e «nel quadro delle disposizioni prefettizie o di pubblica sicurezza, specie in giornate sensibili come il 25 aprile, quest’anno ulteriormente segnate dal lutto per la morte di papa Francesco». Il sindacalista critica anche le dichiarazioni di chi sembra suggerire «una responsabilità diretta dei carabinieri per quanto accaduto: un’accusa grave e del tutto fuori luogo – aggiunge – che denota un tentativo inaccettabile di scaricare su chi serve lo Stato il peso di una gestione poco chiara degli eventi istituzionali da parte delle autorità locali». Un caso simile si era verificato ad Ascoli Piceno dove la fornaia Lorenza Roiati era stata identificata ben due volte dalle forze dell’ordine per aver esposto un manifesto antifascista nel giorno della Festa della Liberazione.
Foto copertina: ANSA / ANGELA CARCONI | La bandiera dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia)
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