Si fa mordere da 200 serpenti e diventa un "vaccino" umano: ora l'esperimento potrebbe aiutare la scienza
Sembra una storia tratta da un film d’azione, ma è tutto vero: Tim Friede, ex meccanico del Wisconsin, USA, si è fatto mordere volontariamente più di 200 volte da alcuni dei serpenti più letali del Pianeta. Non per soldi, non per fama, ma per scienza. Per 18 lunghi anni, si è autosomministrato dosi di veleno che, secondo gli esperti, "normalmente ucciderebbero un cavallo". Dai mamba neri ai cobra reali, dai serpenti tigre ad altri mostri a squame, Friede si è trasformato in un esperimento vivente. Oggi è direttore di erpetologia - la branca della scienza che studia rettili e anfibi - per la Centivax, un’azienda californiana che lavora a nuovi vaccini contro i morsi di serpente. Ma tutto è cominciato con una passione pericolosa… e un obiettivo preciso: rendere il mondo un posto più sicuro per chi rischia la vita ogni giorno a causa dei morsi di serpente. Indice Oltre 200 morsi e 700 iniezioni: il corpo come laboratorio Dall’incoscienza al coma: quando la passione diventa pericolosa Oltre 200 morsi e 700 iniezioni: il corpo come laboratorio Tim Friede non è un supereroe dei fumetti, ma ciò che ha fatto ha dell’incredibile. Nel corso della sua “missione”, ha subito oltre 200 morsi diretti da serpenti altamente velenosi. E non è tutto: si è iniettato più di 700 dosi di veleno purificato, in quantità sempre crescenti, per sviluppare una sorta di immunità personale. "Per quasi 18 anni Friede ha subito centinaia di morsi e si è autosomministrato dosi sempre più elevate di veleno, tanto potenti da uccidere un cavallo", ha spiegato Jacob Glanville, amministratore delegato di Centivax. Il suo obiettivo era chiaro: addestrare il suo sistema immunitario a resistere al veleno, in modo da creare una base per terapie più efficaci. Dall’incoscienza al coma: quando la passione diventa pericolosa L’inizio, però, non è stato certo privo di rischi. Nel 2001, due morsi consecutivi di cobra hanno quasi messo fine alla sua impresa. Il risultato? Un coma. Ma Friede, tornato lucido, ha raccontato: "Non volevo morire. Non volevo perdere un dito. Non volevo perdere il lavoro", ha detto in un'intervista alla 'BBC'. Nonostante tutto, non si è fermato. Ha continuato a “vaccinarsi” col veleno, testando i limiti del suo corpo e facendo diventare il tutto una vera e propria missione personale.

Sembra una storia tratta da un film d’azione, ma è tutto vero: Tim Friede, ex meccanico del Wisconsin, USA, si è fatto mordere volontariamente più di 200 volte da alcuni dei serpenti più letali del Pianeta. Non per soldi, non per fama, ma per scienza.
Per 18 lunghi anni, si è autosomministrato dosi di veleno che, secondo gli esperti, "normalmente ucciderebbero un cavallo". Dai mamba neri ai cobra reali, dai serpenti tigre ad altri mostri a squame, Friede si è trasformato in un esperimento vivente.
Oggi è direttore di erpetologia - la branca della scienza che studia rettili e anfibi - per la Centivax, un’azienda californiana che lavora a nuovi vaccini contro i morsi di serpente. Ma tutto è cominciato con una passione pericolosa… e un obiettivo preciso: rendere il mondo un posto più sicuro per chi rischia la vita ogni giorno a causa dei morsi di serpente.
Indice
Oltre 200 morsi e 700 iniezioni: il corpo come laboratorio
Tim Friede non è un supereroe dei fumetti, ma ciò che ha fatto ha dell’incredibile. Nel corso della sua “missione”, ha subito oltre 200 morsi diretti da serpenti altamente velenosi.
E non è tutto: si è iniettato più di 700 dosi di veleno purificato, in quantità sempre crescenti, per sviluppare una sorta di immunità personale.
"Per quasi 18 anni Friede ha subito centinaia di morsi e si è autosomministrato dosi sempre più elevate di veleno, tanto potenti da uccidere un cavallo", ha spiegato Jacob Glanville, amministratore delegato di Centivax. Il suo obiettivo era chiaro: addestrare il suo sistema immunitario a resistere al veleno, in modo da creare una base per terapie più efficaci.
Dall’incoscienza al coma: quando la passione diventa pericolosa
L’inizio, però, non è stato certo privo di rischi. Nel 2001, due morsi consecutivi di cobra hanno quasi messo fine alla sua impresa. Il risultato? Un coma. Ma Friede, tornato lucido, ha raccontato: "Non volevo morire. Non volevo perdere un dito. Non volevo perdere il lavoro", ha detto in un'intervista alla 'BBC'.
Nonostante tutto, non si è fermato. Ha continuato a “vaccinarsi” col veleno, testando i limiti del suo corpo e facendo diventare il tutto una vera e propria missione personale.