Servono «più spese militari italiane dopo la guerra in Ucraina». Firmato Matteo Salvini, che lo motivò nel programma della Lega
Agli elettori l’attuale vicepremier fece la promessa di aumentare il bilancio della Difesa italiana, spiegando che “lo strumento militare è un elemento cardine anche della politica estera”. Parole che oggi sembrerebbero scritte da Antonio Tajani più che da Salvini L'articolo Servono «più spese militari italiane dopo la guerra in Ucraina». Firmato Matteo Salvini, che lo motivò nel programma della Lega proviene da Open.

Più spese in armamenti perché la difesa richiede «maggiori risorse economiche», tanto più dopo quel che è capitato in Ucraina, dove quella guerra dimostra «che la pace è un bene precario e per nulla scontato, dunque da difendere». Non una richiesta, ma proprio una promessa. E a farla non è stata il presidente della commissione europea, Ursula Von der Leyen, ma quello che in questi giorni è sembrato uno dei suoi principali oppositori, il leader della Lega, Matteo Salvini, che solo due anni fa insisteva sul tema del “ReArm Italy” con parole simili a quelle che oggi contesta al suo collega di governo, Antonio Tajani. Sono infatti gli impegni promessi agli elettori e contenuti nelle quattro pagine dedicate alla Difesa italiana nel programma elettorale della Lega del 2022. Che sembrava dire l’esatto opposto di quanto sostenuto dal suo leader ora.
Il conflitto scatenato dalla Russia «dimostra che la pace è un bene precario, da difendere»
«Considerata la crescente imprevedibilità e rischiosità del contesto internazionale», scriveva infatti Salvini nel programma per l’attuale legislatura, «lo strumento militare rappresenta un elemento cardine della politica di Difesa, nonché di quella Estera, funzionale alla rilevanza politica e strategica dell’Italia e alla salvaguardia dei nostri prioritari interessi nazionali. L’Italia oggi mantiene nella sua postura internazionale la salda appartenenza all’Unione europea e all’Alleanza Atlantica». Ad avere portato il leader della Lega a impegnarsi per un aumento delle spese militari era stata appunto la guerra scatenata in Europa dalla Russia. «La guerra in Ucraina», continua il programma della Lega, «dimostra però che la pace è un bene precario e per nulla scontato, dunque da difendere. L’appartenenza alla NATO è garanzia di una mutua difesa e richiede un impegno anche in termini di risorse economiche. Gli investimenti per la Difesa sono necessari al fine di dare attuazione al principio di deterrenza, lo stesso che ha garantito la sicurezza in Europa dal secondo dopoguerra».
Con più soldi alla Difesa l’Italia diventerà più forte anche nella diplomazia parallela
Secondo il Salvini pre-elezioni infatti «maggiori risorse per la Difesa» avrebbero comportato «anche la possibilità di investimenti nel nuovo dominio cibernetico ed in quello spaziale con la relativa ricaduta sulla maggiore sicurezza delle reti e delle infrastrutture critiche in cui attualmente siamo largamente carenti. Possedere un adeguato apparato di Difesa ed una industria di settore all’avanguardia e concorrenziale sul piano internazionale, significa inoltre avere un efficace strumento di diplomazia parallela utile a costruire e rinsaldare rapporti internazionali ed anche, perché no, a condizionare scelte di altri attori statuali, nell’interesse strategico del Paese. È utile ricordare poi come le risorse destinate alla Difesa permettano alle nostre Forze Armate di concorrere al mantenimento ed al ristabilimento della Pace, alla sicurezza dei commerci, della navigazione, al contrasto alla pirateria ed al traffico di esseri umani, armi e stupefacenti attraverso la partecipazione a numerose missioni internazionali secondo il mandato delle diverse agenzie cui aderiamo, siano esse Nazioni Unite, Unione Europea, l’Alleanza Atlantica». Parole che oggi sembrano appartenere a un passato remoto.
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