In coma per monossido, la 22enne trovata esanime resta in prognosi riservata

E’ stata trovata sul divano dal fidanzato a Lammari. Ora è in camera iperbarica in prognosi riservata. Il pm sequestra l’appartamento

Mar 22, 2025 - 09:40
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In coma per monossido, la 22enne trovata esanime resta in prognosi riservata

Lucca, 22 marzo 2025 – E’ ricoverata in stato di coma una ragazza di 22 anni gravemente intossicata da monossido di carbonio in un’abitazione di Lammari. La giovane si trova in camera iperbarica all’ospedale Santa Chiara di Pisa con prognosi riservata. Le prossime ore saranno cruciali per la sua salute. A salvarle la vita probabilmente è stato il ritorno a casa del fidanzato che era al lavoro e al rientro l’ha trovata esanime e incosciente sul divano. Pochi minuti in più e la situazione sarebbe stata quasi certamente irrecuperabile.

Il drammatico episodio risale al tardo pomeriggio di giovedì. La giovane, residente in provincia di Pistoia, è stata soccorsa quando era ormai priva di sensi e in gravi condizioni in una casa colonica, composta da 5 appartamenti, in via Lombarda a Lammari, nel comune di Capannori.

A trovarla in quelle condizioni disperate è stato appunto il fidanzato 25enne che poco prima delle 20 di sera è rientrato dal lavoro. Sapeva che lei lo stava aspettando a casa, ma quando è entrato è rimasto sconvolto: la ragazza giaceva infatti svenuta sul divano. Lui ha cercato di svegliarla in ogni modo, ha spalancato le finestre, avvertendo un’aria particolarmente viziata, ma è stato tutto inutile. Allora il ragazzo ha dato l’allarme al 118 che a sua volta ha fatto intervenire i vigili del fuoco e i carabinieri.

I vigili, accorsi sul posto con la necessaria strumentazione, hanno accertato nell’appartamento la presenza del monossido di carbonio ben oltre il limite. Negli altri appartamenti attigui i livelli del micidiale gas non erano rilevanti, ma i pompieri hanno comunque fatto evacuare per precauzione tutto lo stabile.

Secondo le prime ricostruzioni, sembrerebbe che il monossido si sia sprigionato da una stufa alimentata a gpl, ma è ancora tutto da accertare. Nell’appartamento c’erano infatti anche altre due stufe alimentate a pellet e non è ancora chiaro quale sia stata quella che ha causato la micidiale intossicazione. Sarà dunque necessario effettuare ulteriori verifiche tecniche. Su quanto accaduto indagano i carabinieri, ai quali il magistrato di turno Vito Bertoni ha delegato gli accertamenti, disponendo anche il sequestro dell’appartamento.

Paolo Pacini