Sarajevo, dove l’Oriente incontra l’Occidente

Articolo inviato da un lettore e rivisto dalla redazione Appena sceso dal treno, ho sentito un’energia strana attraversarmi. SARAJEVO, la capitale della BOSNIA ED ERZEGOVINA, non è una città come le altre. Ha un cuore che pulsa sotto ogni pietra, ogni ponte, ogni minareto. Qui, le montagne abbracciano la valle del fiume Miljacka, e il […] Sarajevo, dove l’Oriente incontra l’Occidente

Apr 20, 2025 - 15:15
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Sarajevo, dove l’Oriente incontra l’Occidente
Articolo inviato da un lettore e rivisto dalla redazione Appena sceso dal treno, ho sentito un’energia strana attraversarmi. SARAJEVO, la capitale della BOSNIA ED ERZEGOVINA, non è una città come le altre. Ha un cuore che pulsa sotto ogni pietra, ogni ponte, ogni minareto. Qui, le montagne abbracciano la valle del fiume Miljacka, e il paesaggio urbano si arrampica tra i pendii come in cerca di un respiro più puro. Non è solo la geografia a colpire, ma la profondità della storia che si sente nell’aria. Dove si trova Sarajevo SARAJEVO si adagia nel cuore della BOSNIA centrale, circondata da alture come Trebević, Jahorina, Bjelašnica e Igman, nomi che evocano i Giochi Olimpici Invernali del 1984, ma anche ricordi dolorosi di un assedio lungo quattro anni. La città, a circa 500 metri sul livello del mare, si trova in una stretta vallata che le conferisce un fascino raccolto, quasi intimo, dove ogni passo sembra risuonare su più epoche. Geografia e urbanistica: un mosaico di mondi Passeggiare per Baščaršija, il vecchio bazar ottomano, è come entrare in un romanzo vivo. Le stradine strette, i profumi di caffè tostato, i negozi di rame battuto… tutto qui racconta una storia. Proprio accanto, la cattedrale del Sacro Cuore si alza come un simbolo della convivenza. In pochi passi, si attraversano secoli e religioni: moschee, chiese ortodosse, sinagoghe ed edifici austro-ungarici convivono fianco a fianco in una tessitura urbana senza eguali. La città si sviluppa lungo l’asse del fiume Miljacka, e le sue sponde sono collegate da una serie di ponti storici, come il Ponte Latino, dove fu assassinato l’arciduca Francesco Ferdinando nel 1914, innescando la Prima Guerra Mondiale. Quel ponte è oggi un testimone silenzioso di come la storia globale sia passata da qui. Opportunità di svago e vita culturale Chi arriva a SARAJEVO scopre presto che non si tratta solo di monumenti. La città è viva, giovane, vibrante. Le serate si accendono nei numerosi caffè dove il caffè bosniaco viene servito con rituale e rispetto. Ogni sorso è un invito alla lentezza, alla conversazione, all’ascolto. Il Festival del cinema di Sarajevo, fondato durante l’assedio, è oggi uno degli eventi culturali più importanti dell’Europa sudorientale. Le strade si riempiono di creativi, appassionati di cinema, studenti e curiosi che si mescolano nei locali underground, nei teatri e nelle gallerie d’arte. Gli amanti della natura possono salire sul Monte Trebević in funivia e passeggiare tra i boschi, visitando anche i resti dell’ex pista olimpica di bob. In inverno, le montagne vicine si trasformano in centri sciistici dove si respira ancora lo spirito olimpico. Il clima: tra rigore e tepore Il clima continentale di SARAJEVO plasma profondamente il carattere della città. Gli inverni sono freddi, spesso con abbondanti nevicate. Le temperature scendono facilmente sotto lo zero, trasformando i tetti delle case in paesaggi fiabeschi. L’estate, invece, è dolce e moderatamente calda, con giornate soleggiate che invitano a camminare, esplorare, scoprire ogni angolo nascosto. La primavera e l’autunno sono le stagioni più poetiche: i colori accesi delle foglie, le piogge improvvise, il profumo di terra bagnata e caffè caldo creano una cornice intima e nostalgica, quasi malinconica, che affascina e trattiene. Un viaggio tra memorie e speranze Ogni conversazione, ogni incontro a SARAJEVO, è un piccolo viaggio nel passato e nel presente. La gente del posto è accogliente, orgogliosa, resiliente. Ci sono ferite ancora visibili, certo, ma anche una voglia fortissima di guardare avanti. Camminando lungo Sniper Alley, oggi trasformata in un viale trafficato e moderno, si percepisce quanto il dolore si sia trasformato in forza. E poi ci sono i mercati: il Mercato di Markale, ad esempio, luogo di tragedie ma anche simbolo di resistenza quotidiana, oggi trabocca di frutta fresca, spezie, colori. È un luogo dove si sente la vita pulsare.

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