Allarme su WhatsApp, ti chiedono i codici di conferma pagamento e ti svuotano il conto I Truffa ‘boomer’, ma ci cascano a tutte le età
Viviamo connessi, ma disattenti. Ogni giorno scorriamo centinaia di messaggi. Chat, notifiche, link. Ci passano... L'articolo Allarme su WhatsApp, ti chiedono i codici di conferma pagamento e ti svuotano il conto I Truffa ‘boomer’, ma ci cascano a tutte le età è stato scritto su: Finance | CUENEWS.

Viviamo connessi, ma disattenti. Ogni giorno scorriamo centinaia di messaggi. Chat, notifiche, link.
Ci passano davanti come fossero tutti uguali. Eppure, in mezzo al rumore, c’è chi ne approfitta. Con astuzia. Con calma. E con una truffa che non guarda in faccia a nessuno.
Non importa se hai vent’anni o sessanta. Se sei esperto di tecnologia o se usi il telefono solo per le chiamate. Basta una vibrazione su WhatsApp. Un messaggio dal tono formale. E una trappola è già pronta ad azionarsi.
In un mondo in cui tutto corre veloce, chi rallenta per un attimo rischia di pagarlo caro. In senso letterale. Ma come mai? E in cosa consiste questo pericolo nascosto e costante?
Perché il rischio, stavolta, non è un virus. Non è una mail con l’allegato strano. È qualcosa di molto più semplice. E quindi più subdolo, facilmente ingannevole per chi ha una conoscenza limitata della tecnologia.
Una truffa che entra dalla porta principale
Sta girando una nuova truffa su WhatsApp. Un messaggio che sembra provenire dall’Agenzia delle Entrate o da un ente ufficiale. Dentro c’è scritto che ci sono rimborsi da riscuotere, tessere da aggiornare o “questioni urgenti” da risolvere.
C’è anche un numero da chiamare. E lì casca l’asino. Perché il numero inizia per 893. Che non è un prefisso qualsiasi, ma un numero a pagamento. Appena chiami, parte la finta assistenza: ti mettono in attesa, ti parlano a lungo, ti chiedono di restare in linea. Risultato? Il credito telefonico viene prosciugato, euro dopo euro. Non ti chiedono password. Non ti rubano dati. Ma ti svuotano il conto, minuto dopo minuto.
Difendersi è semplice, se sai come
Il primo passo? Riconoscere l’inganno. Nessun ente statale ti contatterà mai tramite WhatsApp per cose ufficiali. Mai. Men che meno con toni allarmistici o urgenze improvvise. Secondo: non richiamare numeri che iniziano per 893. Se li vedi in un messaggio, cancella e blocca il mittente. E se hai dubbi, verifica sempre sul sito ufficiale dell’ente.
Terzo: non fornire codici via chat. Mai. Neanche se chi scrive sembra qualcuno che conosci. I truffatori sanno come travestirsi. Questo tipo di truffa funziona solo se ci lasciamo prendere dalla fretta, dalla paura, dal “e se fosse vero?”. Ma basta fermarsi. Respirare. E cliccare con la testa. Basta un clic sbagliato per cadere. Ma basta un attimo di attenzione per proteggersi. Scegli tu da che parte stare. La truffa corre veloce. La consapevolezza deve correre ancora di più.
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