Roma, la città con più obelischi al mondo

Gli obelischi di Roma raccontano millenni di storia tra Egitto, impero, papato e arte contemporanea

Mag 8, 2025 - 11:17
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Roma, la città con più obelischi al mondo

Roma è la città con più obelischi al mondo, ben 13: supera anche le più importanti città egiziane, la terra in cui questo particolare tipo di monumento è nato. La maggior parte degli obelischi arrivarono a Roma proprio dall’Egitto, dopo la battaglia di Azio del 31 a.C, ma altri sono stati poi fabbricati su imitazione dagli stessi romani, utilizzando il granito egizio e spesso copiandone i geroglifici con errori di trascrizione. Se ci si posiziona al centro dell’incrocio tra via del Quirinale e via delle Quattro Fontane, è possibile vedere con un colpo d’occhio, contemporaneamente, tre obelischi: Quirinale, Sallustiano, Esquilino. È l’unico punto nel mondo dove ciò sia possibile.

Gli obelischi sono stati conquistati come bottino di guerra e simboli di potere, ma in un certo senso hanno a loro volta conquistato Roma: i romani erano molto affascinati da questi monumenti così grandiosi, che per gli Egizi avevano anche uno spiccato significato esoterico, ed hanno sempre cercato di riprodurli, arrivando ad utilizzarli anche come elementi urbanistici. Curioso pensare che mentre i Faraoni facevano costruire gli obelischi in onore del dio Ra, il Dio del Sole, per stabilire con lui un contatto diretto, nel ‘500 sarà invece un Papa, Sisto V, a far alzare di nuovo gli obelischi di età imperiale, seppelliti o distrutti durante il Medioevo, come segnale di potenza della Chiesa e del suo papato, ma anche come cardini del riordino urbanistico della città che aveva intrapreso.

Gli obelischi egiziani

L’Obelisco Vaticano è sicuramente uno dei più celebri di Roma: alto 25.5 metri, proviene da Eliopoli in Egitto ed ha la particolarità di non essere mai andato distrutto. Venne portato a Roma da Caligola nel 40 e collocato sulla spina del Circo di Nerone, finchè l’architetto Domenico Fontana (incaricato da Papa Sisto V di risistemare tutti gli obelischi di Roma) lo pose al centro di piazza san Pietro il 10 settembre del 1586.

L’Obelisco Lateranense si trova a Piazza San Giovanni in Laterano e proviene dal tempio di Ammone a Tebe in Egitto, da dove fu trasferito a Roma per volere dell’imperatore Costanzo II nel 357. All’epoca venne posizionato accanto all’Obelisco Vaticano, sulla spina del Circo Massimo: in seguito venne ritrovato in tre pezzi ed eretto di nuovo nel 1588, per volere di Papa Sisto, in corrispondenza della Loggia delle benedizioni lateranense e in continuità prospettica con la basilica di Santa Maria Maggiore.

L’Obelisco di Montecitorio è alto 30 metri e fu costruito all’epoca del faraone Psammetico II: da Eliopoli, dove si trovava, venne portato a Roma nel 10 da Augusto e collocato come gnomone dell’Orologio di Augusto in Campo Marzio. Dopo un incendio, venne fatto spostare e rialzare da papa Pio VI nel 1792.

L’Obelisco del Pantheon venne portato a Roma da Domiziano, che lo collocò come decorazione dell’Iseo Campense con l’obelisco della Minerva e quello di Dogali. Nel 1711 venne spostato, per volere di Papa Clemente XI, davanti al Pantheon, sulla fontana di Giacomo Della Porta.

L'Obelisco del Pantheon, uno dei 13 obelischi antichi di Roma
Fonte: 123RF
L’Obelisco del Pantheon, portato a Roma da Domiziano e collocato nel 1711 davanti al Pantheon

L’Obelisco Flaminio è un altro degli obelischi più conosciuti e fotografati della Città Eterna: si trova a Piazza del Popolo, è alto quasi 26 metri e venne eretto in Egitto da Ramesse II. Fu Augusto a portarlo a Roma nel 10 e a collocarlo sulla spina del Circo Massimo, fu poi Domenico Fontana, nel 1589, a erigerlo di nuovo e a collocarlo nella posizione attuale.

Molto caratteristico l’Obelisco della Minerva, che in origine era ubicato nella città egiziana di Eliopoli e venne poi trasportato a Roma sotto Domiziano e posizionato presso il Tempio di Iside al Campo Marzio (Iseo Campense). La sua sistemazione a piazza della Minerva (di fronte alla basilica di Santa Maria sopra Minerva) fu progettata da Gian Lorenzo Bernini, che lo allestì sul dorso di un elefante di marmo. Il Papa all’epoca era Alessandro VII e il simbolo dell’elefante doveva essere un omaggio a lui.

Particolare anche la storia dell’Obelisco di Villa Celimontana, che attualmente si trova nella Villa sul Celio, fra le antichità della Famiglia Mattei: si tratta di un obelisco frammentario, quindi la parte originale è solo la metà superiore, risalente all’epoca del faraone Ramsete II. L’obelisco venne rialzato nei giardini di Villa Celimontana nel 1820, dopo essere stato prelavato dalle rovine del Tempio di Iside in Campo Marzio; nel Medioevo era stato invece collocato sul Campidoglio, vicino all’andito laterale della basilica di Santa Maria in Aracoeli. Nel 1582 fu donato a Ciriaco Mattei, che lo fece trasportare alla Villa dei Mattei sul Monte Celio.

L’Obelisco del Pincio ha un’origine romantica e tragica: venne realizzato durante il II secolo dall’imperatore romano Adriano in onore di Antinoo, il ragazzo greco da lui amato. Innalzato in Egitto, l’imperatore lo fece poi trasferire a Roma, davanti al monumento eretto in onore dell’adolescente a lui caro. Non si conosce la primaria ubicazione, ma si sa che poi l’obelisco nel III secolo venne collocato nella residenza estiva dell’imperatore Eliogabalo, sulla spina del circo Variano. Venne poi rinvenuto nel 1589, rotto in tre pezzi, appena fuori dell’attuale Porta Maggiore. Nel 1633 l’obelisco, sempre in tre pezzi, venne spostato dai Barberini nei giardini del loro Palazzo e in seguito donato a papa Clemente XIV che lo fece trasferire nel Cortile della Pigna in Vaticano. E’ stato innalzato di nuovo nel 1822, quando per volere di Papa Pio VII l’obelisco venne posto su basamento da Giuseppe Valadier nei Giardini del Pincio, da dove prende il nome attuale.

L’Obelisco di Dogali arrivò a Roma da Eliopoli, insieme all’Obelisco del Pantheon e quello della Minerva: rinvenuto nel 1883, venne rialzato nel 1887 dall’architetto Francesco Azzurri davanti alla Stazione Termini, per commemorare i caduti della battaglia di Dogali in Eritrea. Nel 1925 venne spostato nei giardini presso le Terme di Diocleziano.

Gli obelischi Romani

Gli obelischi romani, realizzati quindi a Roma sul modello di quelli egiziani, sono l’Obelisco Esquilino, l’Obelisco Agonale, l’Obelisco del Quirinale e l’Obelisco Sallustiano. Sono stati edificati fra il I e il II secolo, a imitazione degli omologhi egizi e spesso vengono infatti definiti “egittizanti”: l’epoca in cui vennero realizzati, usando marmi egizi e copiando le iscrizioni di quelli originali, aveva visto proprio il dilagare dell’Egittomania e della simbologia solare legata agli imperatori.

Tutti e quattro adornano piazze storiche della Città Eterna: l’Obelisco Esquilino, gemello dell’obelisco egizio Lateranense, si trova a Santa Maria Maggiore; l’Agonale, in granito rosso, rialzato per volere di Papa Innocenzo X nel 1651, si trova a Piazza Navona; l’obelisco Quirinale è posizionato davanti all’omonimo Palazzo, sede della Presidenza della Repubblica, accanto alla fontana dei Dioscuri ed è il gemello dell’obelisco di Montecitorio; l’obelisco Sallustiano è stato posto nel 1789 su Trinità dei Monti, da dove domina il centro storico di Roma in una delle sue piazze più rappresentative, Piazza di Spagna.

Gli obelischi moderni

Oltre ai celebri obelischi antichi egizi e romani, a Roma ci sono diversi altri obelischi, eretti in età moderna, tra il XIX e il XX secolo. Più che obelischi sono monumenti commemorativi o decorativi, che riprendono la forma dell’obelisco per il loro valore simbolico. Tra questi annoveriamo l’Obelisco di Villa Medici, che si trova nel giardino dell’omonima villa sul Pincio ed è una copia dell’originale che si trova invece a Firenze, nel giardino di Boboli; gli Obelischi di Villa Torlonia, che  furono realizzati nel 1842 in granito di Baveno, appositamente per la villa della famiglia sulla via Nomentana; l’Obelisco del Foro Italico, voluto dall’allora Ministro delle Corporazioni del Regno d’Italia Renato Ricci, eretto nel 1932 davanti al complesso sportivo del Foro Italico e che originariamente prese il nome da Benito Mussolini, a cui l’obelisco era dedicato; l’Obelisco di Marconi, eretto nel 1959 nel quartiere dell’EUR per celebrare i Giochi Olimpici del 1960 ed infine l’Obelisco Novecento, del grande Arnaldo Pomodoro, che è stato inaugurato nel 2004 in piazzale Pier Luigi Nervi, nel quartiere Europa.