Rivalutate le retribuzioni pensionabili e i montanti 2025
![CDATA[L’Istituto previdenziale ha pubblicato i nuovi coefficienti di rivalutazione dei montanti contributivi e quelli delle retribuzioni e dei redditi pensionabili, per il calcolo delle pensioni con decorrenza nel 2025. Le pensioni interessate sono sia quelle contributive, che quelle caratterizzate da un calcolo misto.Il messaggio del 14 marzo 2025 n. 914 ha reso noto le tabelle rielaborate dei coefficienti di rivalutazione della quota A e B delle retribuzioni e dei redditi pensionabili, fissando nel contempo il valore del coefficiente di capitalizzazione del montante contributivo.Ogni anno il montante accreditato (ad esempio per i lavoratori dipendenti, pari al 33% della retribuzione imponibile) viene rivalutato col coefficiente di trasformazione che per l'anno 2023 è stato fissato nella misura percentuale di 1,036622% e che si aggiunge alla serie dei precedenti coefficienti stabiliti anno per anno.Per le pensioni con decorrenza 2025, al montante, così determinato, deve essere aggiunta la contribuzione relativa all’anno 2024 e all’anno 2023, anteriore alla decorrenza della pensione.Inoltre, l’Inps ha pubblicato i coefficienti di rivalutazione delle retribuzioni e dei redditi pensionabili, da utilizzare per la liquidazione delle pensioni e dei supplementi di pensione dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori autonomi con decorrenza nell’anno 2025, con anzianità contributiva anteriore al 1996, quindi ricadenti nei periodi valutabili col sistema retributivo.Risultano così adeguati tali valori di riferimento sia per la quota A che per la quota B della pensione retributiva, nonché la quota A per i lavoratori dei settori dello spettacolo e sport.La retribuzione, salvo l’anno della decorrenza e quello precedente (2025 e 2024) così rivalutata va sommata a quella degli anni precedenti per un totale di 260 settimane (quota A) o per un numero maggiore (ad esempio 520 settimane) per la quota B, in modo poi da ricavare la retribuzione media settimanale che moltiplicata per le settimane di anzianità contributiva dei rispettivi periodi (precedenti o successivi al 1992) e per l’aliquota di rendimento, andrà costituire la quota A e B della pensione.]]

L’Istituto previdenziale ha pubblicato i nuovi coefficienti di rivalutazione dei montanti contributivi e quelli delle retribuzioni e dei redditi pensionabili, per il calcolo delle pensioni con decorrenza nel 2025. Le pensioni interessate sono sia quelle contributive, che quelle caratterizzate da un calcolo misto.Il messaggio del 14 marzo 2025 n. 914 ha reso noto le tabelle rielaborate dei coefficienti di rivalutazione della quota A e B delle retribuzioni e dei redditi pensionabili, fissando nel contempo il valore del coefficiente di capitalizzazione del montante contributivo.Ogni anno il montante accreditato (ad esempio per i lavoratori dipendenti, pari al 33% della retribuzione imponibile) viene rivalutato col coefficiente di trasformazione che per l'anno 2023 è stato fissato nella misura percentuale di 1,036622% e che si aggiunge alla serie dei precedenti coefficienti stabiliti anno per anno.Per le pensioni con decorrenza 2025, al montante, così determinato, deve essere aggiunta la contribuzione relativa all’anno 2024 e all’anno 2023, anteriore alla decorrenza della pensione.Inoltre, l’Inps ha pubblicato i coefficienti di rivalutazione delle retribuzioni e dei redditi pensionabili, da utilizzare per la liquidazione delle pensioni e dei supplementi di pensione dei lavoratori dipendenti e dei lavoratori autonomi con decorrenza nell’anno 2025, con anzianità contributiva anteriore al 1996, quindi ricadenti nei periodi valutabili col sistema retributivo.Risultano così adeguati tali valori di riferimento sia per la quota A che per la quota B della pensione retributiva, nonché la quota A per i lavoratori dei settori dello spettacolo e sport.La retribuzione, salvo l’anno della decorrenza e quello precedente (2025 e 2024) così rivalutata va sommata a quella degli anni precedenti per un totale di 260 settimane (quota A) o per un numero maggiore (ad esempio 520 settimane) per la quota B, in modo poi da ricavare la retribuzione media settimanale che moltiplicata per le settimane di anzianità contributiva dei rispettivi periodi (precedenti o successivi al 1992) e per l’aliquota di rendimento, andrà costituire la quota A e B della pensione.]]