Rilasciare in natura i delfini vissuti in cattività? Ti spiego come il Dolphin Project l’ha già fatto con più di 20 esemplari

La vita dopo la cattività può essere una sfida per i delfini che hanno trascorso anni rinchiusi in spazi artificiali. Tuttavia, grazie a progetti innovativi come il Dolphin Project, sempre più esemplari hanno la possibilità di essere riabilitati e, in alcuni casi, rilasciati in natura. Lincoln O’Barry, attivista e membro di Dolphin Project, sfata il...

Apr 2, 2025 - 19:32
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Rilasciare in natura i delfini vissuti in cattività? Ti spiego come il Dolphin Project l’ha già fatto con più di 20 esemplari

La vita dopo la cattività può essere una sfida per i delfini che hanno trascorso anni rinchiusi in spazi artificiali. Tuttavia, grazie a progetti innovativi come il Dolphin Project, sempre più esemplari hanno la possibilità di essere riabilitati e, in alcuni casi, rilasciati in natura.

Lincoln O’Barry, attivista e membro di Dolphin Project, sfata il mito secondo cui i delfini non potrebbero sopravvivere dopo la cattività. Il loro metodo prevede una prima fase di riadattamento, durante la quale gli animali vengono trasferiti in recinti marini naturali, permettendo loro di riabituarsi ai ritmi dell’oceano, alle maree e alla luce naturale. Questo processo stimola la loro guarigione, restituendo loro un comportamento più naturale.

Quando un delfino dimostra di essere pronto, si passa alla fase successiva: il rilascio. Finora, grazie a questi programmi, più di 20 delfini sono stati reintrodotti nei mari di Nicaragua, Colombia, Brasile, Corea del Sud, Stati Uniti e Indonesia.

Il movimento per la liberazione dei delfini ha avuto inizio nel 1970, quando Rick O’Barry, ex addestratore del celebre delfino Flipper, decise di dedicare la sua vita a contrastare l’industria della cattività. Dopo la morte di uno dei delfini che interpretava Flipper, O’Barry capì l’ingiustizia di costringere questi animali a vivere in ambienti artificiali.

Basta comprare biglietti per questi spettacoli

I delfini sono mammiferi intelligenti e sociali, che in natura percorrono anche 160 km al giorno. Vivono in un mondo fatto di suoni, utilizzando l’ecolocalizzazione per orientarsi e comunicare. Rinchiuderli in vasche di cemento e cloro significa privarli di ciò che li rende unici. Purtroppo, molti delfini in cattività sono costretti a esibirsi tutti i giorni dell’anno, senza mai poter vivere in modo naturale.

Il futuro, secondo Dolphin Project, prevede la creazione di santuari marini in cui i delfini possano ritirarsi con dignità. Il santuario di Bali è un modello che si vorrebbe replicare in Nord America ed Europa, dove sempre più Paesi stanno vietando la detenzione di questi animali.

Documentari come The Cove e Blackfish hanno avuto un ruolo cruciale nel cambiare la percezione pubblica, sensibilizzando milioni di persone sui danni della cattività. Eventi globali come Empty the Tanks mobilitano attivisti di tutto il mondo per protestare contro gli acquari.

Il gesto più semplice per aiutare i delfini? Non comprare un biglietto per spettacoli o attrazioni che li sfruttano. Se la domanda si esaurisce, la prigionia dei delfini potrebbe finalmente diventare un ricordo del passato.

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