Remco Evenepoel: “Senza la caduta forse sarei arrivato da solo. Ho sprintato in testa perché costretto”
Remco Evenepoel ha regalato grande spettacolo alla Amstel Gold Race, riuscendo a recuperare una trentina di secondi su Tadej Pogacar dopo che lo sloveno aveva attaccato quando mancavano 42 km al traguardo. Il fuoriclasse belga è rientrato a 8 km dall’arrivo, portandosi dietro il danese Mattias Skjelmose. Il terzetto è rimasto insieme sul Cauberg e […]

Remco Evenepoel ha regalato grande spettacolo alla Amstel Gold Race, riuscendo a recuperare una trentina di secondi su Tadej Pogacar dopo che lo sloveno aveva attaccato quando mancavano 42 km al traguardo. Il fuoriclasse belga è rientrato a 8 km dall’arrivo, portandosi dietro il danese Mattias Skjelmose. Il terzetto è rimasto insieme sul Cauberg e tutto si è deciso nella volata finale: il Campione Olimpico ha lanciato lo sprint in testa, il Campione del Mondo lo ha scavalcato ma poi sulla sinistra è emerso Skjelmose.
Vittoria a sorpresa nella ribattezzata Classica della Birra, ma il fuoriclasse della Soudal Quick-Step può comunque ritenersi soddisfatto: è tornato in gruppo soltanto due giorni fa vincendo la Freccia del Brabante e oggi è stato nuovamente protagonista. Il belga ha analizzato la propria prestazione: “Sicuramente il risultato è promettente in vista dei prossimi appuntamenti, anche perché posso solo migliorare, ma un po’ di amaro in bocca resta perché forse oggi ero il più forte in corsa. Purtroppo ho speso molte energie nel rientrare nel gruppo dopo la caduta. Cosa è successo? Narváez è caduto proprio davanti a me, ero praticamente riuscito a rimanere in piedi, ma la sua bici ha rimbalzato contro la mia e sono finito a terra. Se non fosse accaduto, chissà, forse avrei potuto arrivare al traguardo da solo, ma non avremo mai la controprova”.
Alla fine il belga è salito sì sul podio, ma solo sul terzo gradino: “Ho preso lo sprint in testa perché mi hanno costretto a tenere quella posizione. E allora ho provato a partire un po’ lungo, probabilmente è stato un errore di cui farò tesoro: ma in realtà avevamo il vento contrario e non avrei potuto fare molto di più. Anche perché per inseguire Pogacar ho speso parecchio: in salita mi sentivo forte davvero, ma uno sprint è una cosa diversa, soprattutto con così pochi avversari. Comunque complimenti a Skjelmose e ora pensiamo alla Freccia“.