Red Bull: Verstappen limita i danni, ma serve uno step per il titolo
Red Bull e Verstappen concludono il weekend in Cina con più incognite che certezze. La gara odierna, fortemente influenzata dal comportamento degli pneumatici Pirelli, ha confermato che la RB21 non è al livello dei primi. Ogni riflessione è chiaramente basata sul rendimento offerto dalla monoposto numero 1, in quanto anche nella gara sulla distanza dei […]

Red Bull e Verstappen concludono il weekend in Cina con più incognite che certezze. La gara odierna, fortemente influenzata dal comportamento degli pneumatici Pirelli, ha confermato che la RB21 non è al livello dei primi. Ogni riflessione è chiaramente basata sul rendimento offerto dalla monoposto numero 1, in quanto anche nella gara sulla distanza dei trecento chilometri Liam Lawson ha remato in fondo al gruppo.
Non c’è stato alcun segnale di competitività da parte del giovane pilota neozelandese, che ha chiuso la gara in quindicesima posizione e soprattutto a oltre un minuto di distacco dal compagno di squadra. Appare ormai evidente che correre con un solo pilota sia un handicap enorme, che vanifica ogni possibilità di poter pianificare strategie di gara che possano contemplare anche il contributo del pilota numero due.
Dopo la seconda gara del mondiale, il figlio di Jos è ancora in seconda posizione nella classifica piloti, attardato di “soli” otto punti dal leader Lando Norris. In sostanza, il quattro volte campione del mondo di F1 ha perso un solo punto dalla testa della classifica, in un weekend in cui Red Bull non ha mostrato alcun lampo prestazionale. Possibile che dove sono stati limitati i danni, non ci sia nulla di positivo da portare a casa?
Una gara dai due volti
Il primo stint della gara su gomma media per Verstappen è stato un calvario. Dopo aver perso due posizioni in partenza a vantaggio della coppia di piloti Ferrari, il pilota olandese non è riuscito a tenere il ritmo delle cinque monoposto che lo precedevano, obbligandolo a una gara di attesa nella speranza di poter migliorare il suo passo su gomme Hard, che non erano ancora state testate da nessun team nel corso del weekend.
Una prima parte di gara in cui il campione originario di Hasselt ha dovuto limitare i danni sin dalla partenza: “Non avevo aderenza. Volevo andare all’esterno. E continuavo a sovrasterzare. Quindi non potevo appoggiarmi a quello pneumatico. Poi, ovviamente, non volevo rischiare troppo con l’ala anteriore o altro. E in realtà credo che sia stato giusto così, perché per come ho guidato il primo stint, mi avrebbero sorpassato comunque”
“In questo modo si è anche riusciti a stare lontani dai guai”, ha ammesso l’olandese, che nel primo stint di gara ha davvero corso nella terra di nessuno. Una volta montate le gomme hard, il passo della vettura numero 1 è sensibilmente migliorato. Nei primi giri su gomma dura, Verstappen ha dovuto recuperare in pista le posizioni perse nei confronti di chi era su strategia diversa, ovvero i piloti che hanno iniziato la gara su gomma hard.
Progressivamente, il suo distacco su Hamilton si è assottigliato, spingendo il muretto Ferrari a richiamare ai box per una seconda sosta il sette volte iridato. Una scelta su cui si potrà discutere, che ha aiutato l’asso olandese di recuperare una posizione senza lotta in pista, e iniziare la scalata verso le posizioni di partenza, arrivando nell’ultima parte della gara negli scarichi della Ferrari di Charles Leclerc per poi passarlo.
Danni limitati, ma per sognare serve altro
Nell’ultimo terzo di gara Verstappen è stato tra i piloti più veloci in pista, riuscendo ad avere la meglio sul pilota monegasco della Rossa grazie a una bella manovra al cavatappi, quando mancavano una manciata di tornate al termine. Il passo ostentato nella parte finale della gara è forse la cosa migliore che il team diretto da Milton Keynes ha mostrato nell’arco del primo sprint weekend della stagione.
Ovviamente, è troppo poco per poter sognare, almeno nell’immediato. A chi ha sottolineato l’ottima performance espressa nella parte finale del Gran Premio, Verstappen ha risposto sarcasticamente che la gara sarebbe dovuta durare almeno sei ore per poter impensierire i rivali. Prima della corsa, il pilota dei Paesi Bassi era consapevole che la quarta posizione poteva essere il massimo obiettivo raggiungibile:
“Dopo la partenza ho pensato a come fosse andato il primo stint e mi sono detto: beh, questo è il massimo che possiamo fare oggi. Per fortuna la gomma dura ci ha aiutato un po’ di più”, ha chiosato Max. Per il momento Verstappen ha raschiato dal fondo del barile. Ora tocca al team fornirgli un’auto per alimentare l’ambizione e infastidire McLaren, che dopo la vittoria in Australia ha messo a segno una doppietta, mostrandosi come riferimento tecnico della categoria.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull – F1Tv