Miss mamma, il concorso in carcere: “Piccola mia, ho sbagliato ma rinasco”
L’iniziativa arriva a Rebibbia. Il monologo della vincitrice, 36 anni, per la figlia: “Ora non vado più via”

Roma, 1 aprile 2025 – Alessia, Federica, Anela e le altre. Madri che stanno pagando un debito con la Giustizia. Donne che si sono riappropriate interamente per un giorno della loro femminilità, grazie a ’Miss Mamma italiana’. Il concorso di bellezza nazionale, ideato da Paolo Teti, ha varcato – prima volta in assoluto – i cancelli del carcere romano di Rebibbia per una tappa speciale, coinvolgendo 15 detenute, che hanno sfilato in abito da sera, per poi cimentarsi in diverse prove di abilità.
Molte, tra cui la vincitrice Alessia R. – 36 anni madre di una bambina – hanno scelto di esibirsi in un monologo scritto di loro pugno, per lanciare messaggi di dolorosa consapevolezza, ma carichi di speranza ai figli, lontani dalle sbarre.
“Ho percorso la via dell’autodistruzione – ha letto Alessia R. con la voce incrinata dall’emozione –. Dopo la morte di mia madre mi ero persa. Vorrei dire a mia figlia che, lavorando duramente su se stessi, dal buio può rinascere la luce e che Alessia, la sua mamma, è tornata, e non intende più andare via”.
Presenti all’evento la direttrice di Rebibbia, Nadia Fontana, la responsabile dell’area pedagogica, Alessia Giuliani, il comandante della polizia penitenziaria della sezione femminile Carlo Olmi e la presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma, Marina Finiti. “É la prima volta al mondo che un concorso di bellezza entra in un carcere – sottolinea patron Teti –. Un progetto fortemente voluto, a cui abbiamo lavorato per due anni, in stretta collaborazione con l’amministrazione penitenziaria. Bellissimo vedere queste donne, impegnate tutti i giorni in un severo percorso di riabilitazione, gioire di fronte ai parrucchieri e ai truccatori che per qualche ora si sono presi cura di loro”. “È stata una giornata intensa e carica di commozione – ha dichiarato la direttrice Fontana –. Mi piacerebbe che questa iniziativa servisse a far capire che, oltre gli errori commessi, i detenuti sono persone”.
Secondo l’ultimo aggiornamento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, le donne detenute in Italia al 28 febbraio 2025 erano 2.729, di cui 14 madri con 14 figli al seguito su un totale di 62.165 reclusi. Dati dibattuti di recente, nell’ottica di evidenziare la specificità della condizione femminile in carcere. Una realtà, secondo il Consiglio nazionale forense e la Fondazione dell’avvocatura italiana, “ancora troppo spesso ignorata”.
Ieri a Rebibbia si è accesa una piccola luce anche grazie al contributo del Comune di Bellaria-Igea Marina, che da anni ospita la finalissima nazionale di Miss Mamma Italiana e della Fondazione Verdeblù, partner della manifestazione. “L’esperienza – ha aggiunto il sindaco della cittadina romagnola, Filippo Giorgetti – ha confermato il valore della donna e del suo essere madre, anche in situazioni difficili”. “Prendere parte all’iniziativa a Rebibbia – conclude il presidente della Fondazione Verdeblù, Paolo Borghesi – ci ha permesso di rimarcare quanto sia importante aprirsi all’accoglienza e all’inclusività”.