Clamoroso da Zermatt! Si riparla di una funivia sulla vetta del Cervino

Capitali europei e degli Emirati, tecnologia svizzera e giapponese, forse la partecipazione di Elon Musk. L’impianto salirebbe dal versante di Cervinia. E deturperebbe la selvaggia cresta di Furggen, un’icona dell’alpinismo mondiale L'articolo Clamoroso da Zermatt! Si riparla di una funivia sulla vetta del Cervino proviene da Montagna.TV.

Apr 1, 2025 - 06:02
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Clamoroso da Zermatt! Si riparla di una funivia sulla vetta del Cervino

Una notizia clamorosa, da qualche giorno, attraversa il mondo dell’informazione del Vallese, sul versante svizzero delle Alpi Pennine. Lunedì 31 marzo due battaglieri mezzi d’informazione locali, il quotidiano Walliser Tagesblatt di Briga e il sito lareveillevalaisanne.ch di Martigny, hanno agitato le acque della politica locale con uno scoop.

Secondo alcune associazioni ambientaliste locali – tra le quali Mountain Wilderness Svizzera, il WWF, Les Amis de la Nature, Les Amis du Fendant e Forelleninstitut – un consorzio internazionale di industrie, finanziato da un fondo d’investimento di Dubai e che godrebbe dell’appoggio del Comune di Zermatt (non dichiarato pubblicamente, però), sta mettendo a punto il progetto di una funivia che raggiungerebbe la vetta del Cervino.


Negli ultimi anni il successo economico e turistico conosciuto dagli impianti di risalita più moderni e innovativi delle Alpi (è il caso della Skyway Monte Bianco e del collegamento Testa Grigia-Klein Matterhorn) ha rilanciato l’interesse per cabinovie e funivie anche in gruppi industriali e finanziari di altre parti del mondo.

Di impianti di risalita verso le cime più alte delle Alpi, com’è noto, si è iniziato a parlare quasi un secolo fa. Il trenino che sale da St.-Gervais al Nid d’Aigle, e che migliaia di alpinisti e di guide utilizzano oggi per avvicinarsi al rifugio del Goûter e alla via normale del Monte Bianco, si ferma a 2400 metri di quota, ma nei progetti iniziali avrebbe dovuto proseguire verso i 4810 metri della cima. 

Nel 1938 l’ingegner Dino Lora Totino, geniale progettista piemontese che ha ideato anche il Traforo del Monte Bianco, ha costruito la funivia che sale da Cervinia ai 3479 metri della Testa Grigia, ma avrebbe voluto proseguire verso l’alto. Problemi tecnici e carenza di fondi hanno fatto sì che la ferrovia scavata all’interno delle rocce dell’Eiger, nell’Oberland Bernese, si sia fermata sui 3454 metri dello Jungfraujöch, circa 500 metri più in basso della cima. 

Ora, dopo moltissimi anni, torna a essere preso di mira il Cervino. Secondo Françoise Dupoisson, portavoce delle associazioni ambientaliste del Vallese, il nuovo impianto, anche se legato al brand di Zermatt, dovrebbe raggiungere la vetta più iconica d’Europa dal versante italiano, per evitare i severi regolamenti del Vallese. 

Un professionista della montagna che preferisce non rivelare la propria identità ci ha confermato che i promotori della nuova funivia hanno interpellato la Società delle Guide di Zermatt. E che questa ha promesso di non opporsi al progetto purché non venga toccata la cresta dell’Hörnli, percorsa dalla via normale elvetica del Cervino, che da un secolo e mezzo è un’autentica miniera d’oro per le guide.

E’ quindi probabile che il nuovo impianto, sempre ammesso che si faccia, salga verso la cima a poca distanza dalla cresta di Furggen, una delle più difficili della montagna, frequentata da poche cordate ogni anno e quindi di scarsissimo interesse per le guide. La stazione di arrivo della funivia sarebbe su un terrazzo roccioso, ben visibile nelle foto aeree, posto circa 50 metri più in basso della vetta.

Nell’ultimo tratto, fino ai 4474 metri di quota della cima, verrebbe invece utilizzato un ascensore interno alla montagna, fino a un piccolo balcone panoramico che secondo il progetto consultato dagli ambientalisti “non dovrebbe disturbare l’esperienza di vetta degli alpinisti”. 

Non è ancora chiaro se verrà messo in vendita un biglietto combinato guida/funivia, e se quindi sarà possibile scendere con l’impianto dopo aver raggiunto la vetta in salita in cordata, o se questa soluzione sarebbe possibile solo in caso di comprovata emergenza.

La quota del Cervino, l’isolamento della montagna e i fortissimi venti spesso registrati sul crinale delle Alpi Pennine stanno costringendo i progettisti (un team che comprende aziende svizzere, altoatesine e giapponesi) a studiare delle cabine dall’aerodinamica speciale. 

“Si mormora – ha aggiunto la Dupoisson – di un interessamento personale di Elon Musk e delle sue aziende legate alla tecnologia aerospaziale”. La presenza di un imprenditore così legato all’amministrazione di  Washington, suggeriscono altre fonti, sarebbe stata richiesta da Berna per evitare gli elevatissimi dazi minacciati sull’esportazione della cioccolata negli USA, e che darebbero un duro colpo all’economia svizzera. 

Nessun commento, fino a oggi, è arrivato dalla Regione Valle d’Aosta, dal Comune di Valtournenche e dal Governo italiano. Tra le associazioni alpinistiche, l’unica a prendere posizione è stata l’austero e sempre battagliero Alpine Club britannico. “Condividiamo le immortali parole di Albert F. Mummery, primo salitore della splendida cresta di Z’mutt del Matterhorn” ha dichiarato alla BBC e al quotidiano Daily Telegraph la signora J.J. Firstapril, portavoce del glorioso Club fondato nel lontano 1857 da John Ball, Leslie Stephen e compagni.
Eccole, riprese dal classico Le mie ascensioni sulle Alpi e nel Caucaso, pubblicato da Mummery poco prima di partire per la sua ultima spedizione sul Nanga Parbat. “Salire sul Cervino in ascensore, pensando durante il tragitto che uomini coraggiosi rimasero vittime delle difficoltà trovate su per le gigantesche pareti gelate, costituirà per l’allocco e i suoi simili una inarrivabile gioia”.      

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