Putin tentò il colpo di stato per mettere un suo uomo al posto di Zelensky: ora Trump vuole completare l’opera
L'obiettivo iniziale di Putin era un colpo di stato per rovesciare il governo ucraino e insediare un presidente filorusso che avrebbe garantito il controllo di Mosca sul paese. L'articolo Putin tentò il colpo di stato per mettere un suo uomo al posto di Zelensky: ora Trump vuole completare l’opera proviene da Globalist.it.

Il 24 febbraio 2022, alle prime luci dell’alba, la Russia lanciò un’invasione su larga scala dell’Ucraina, segnando un’escalation significativa nel conflitto iniziato nel 2014. Le forze armate russe attraversarono i confini ucraini da nord, est e sud, con l’obiettivo dichiarato di “smilitarizzare e denazificare” il paese. Tuttavia, l’obiettivo reale era un colpo di stato per rovesciare il governo ucraino e insediare un presidente filorusso che avrebbe garantito il controllo di Mosca sul paese.
Uno degli obiettivi principali dell’offensiva russa fu la rapida cattura di Kiev e la rimozione del presidente Volodymyr Zelensky. Secondo fonti ucraine e occidentali, nei primi giorni dell’invasione, unità speciali russe, inclusi commando ceceni fedeli al leader Ramzan Kadyrov, tentarono di infiltrarsi nella capitale con l’intento di assassinare Zelensky o costringerlo alla fuga, destabilizzando così il governo. L’idea era quella di sostituire rapidamente l’esecutivo con politici e militari ucraini che Mosca riteneva potessero passare dalla sua parte.
Anche l’ex presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, raccontò che il piano russo prevedeva la sostituzione di Zelensky con un governo filo-Cremlino.
Questi tentativi vennero sventati grazie all’efficace operato dei servizi di sicurezza ucraini (SBU) e alla resistenza delle forze armate, che difesero Kiev con successo impedendo la realizzazione del golpe. I servizi segreti russi avevano previsto la conquista dell’Ucraina in 3 giorni, l’instaurazione di un regime putiniano e il tradimento di settori delle forze armate pronte pronte a obbedire a Mosca e con un presidente stile Lukashenko.
Cosè non è andata. Adesso, con l’arrivo di Trump, si legge questo: “
Abbiamo bisogno di un leader che possa trattare con noi, ed eventualmente possa trattare con i russi e porre fine a questa guerra”, dice il consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump, Mike Waltz, alla Cnn.
“Se dovesse diventare chiaro che le motivazioni personali o politiche di Zelensky divergono dall’obiettivo di porre fine ai combattimenti, allora avremmo un serio problema”. Waltz insiste sulla necessità che il presidente ucraino dimostri “pubblicamente e privatamente” di essere pronto a negoziare per la pace.
E poi: “Stiamo cercando di portare Putin al tavolo delle trattative – dice Rubio durante un’intervista per Abc News – Tutti conoscono la storia, i trascorsi tra le parti. Ma la vera domanda è: possiamo portarli a negoziare? Questo è il nostro obiettivo. Non bisogna fare nulla per ostacolarlo. E purtroppo, Zelensky ha fatto esattamente il contrario, cercando in ogni occasione di “spiegare la storia dal punto di vista ucraino”..
Il tutto mentre altri trumpiani invocano la cacciata di Zelensky e l’arrivo di un presidente docile con Trump e, di conseguenza, con Putin.
Morale: Trump sta con altri mezzi cercando di portare a termine l’opera di Putin che voleva a Kiev un presidente al guinzaglio.
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