PRIMETIME significa rinascita artistica: intervista a Vegas Jones
Intervista a Vegas Jones per il nuovo EP “PRIMETIME”: rinascita, rap puro e consapevolezza dopo anni difficili. L'articolo PRIMETIME significa rinascita artistica: intervista a Vegas Jones proviene da Boh Magazine.

Vegas Jones ha iniziato il suo 2025 con un freestyle in cui ha raccontato i suoi ultimi cinque anni di carriera, fra contratti sanguinosi (“patti con il diavolo”) e momenti di apatia creativa.
Oggi torna sulla scena con PRIMETIME, un EP dal tono totalmente diverso dai suoi ultimi progetti, interamente hip-hop nel sound e nella forma. Per il rapper di Cinisello si tratta di una vera e propria rinascita personale e artistica.
In occasione dell’uscita del suo EP, ho scelto di intervistarlo per capire come sono andati davvero questi suoi ultimi anni di musica. Soprattutto, per capire cosa è cambiato con il 2025 e con PRIMETIME.
Pronti, via, partiamo con l’intervista!
Prima di cominciare: Vegas Jones (biografia)
Ciao Veggie! Per me è molto emozionante intervistarti: sono cresciuto con “Chic Nisello” e sono diventato adulto con “La Bella Musica”.
Allora con questo EP entri nel tuo prime-time! (ride, ndr)
Per approcciare questo progetto vorrei chiederti: come stai personalmente e artisticamente? Che periodo musicale è per Vegas Jones?
Sono in un momento personale speciale… Ti spiego che significa primetime per me: è un’espressione che uso tantissimo con il mio team. Immagina che qualcuno mi faccia incazzare e un mio amico mi dica: “Cosa ti importa? Tanto siamo nel primetime”. Primetime è maturità, significa essere meno fumoso di quando avevo vent’anni, più riflessivo. Oggi riesco a metabolizzare meglio le sensazioni che vivo e a incanalare meglio le energie, utilizzandole per le cose davvero utili.
Nella tua carriera hai dimostrato di essere un rapper molto versatile, però da Uno su uno a 107 vite il tuo nuovo EP è tutto rappato, quasi privo di melodie. Avevi bisogno di esprimerti in modo più diretto e senza filtri?
Anche con Gratta e Vinci (2016, ndr) avevo realizzato un EP tutto rappato, ma era abbastanza diverso. Sono partito con l’idea di mettere a segno una sorta di Gratta e Vinci 2, ma poi è venuto fuori un progetto più completo. Ti dico la verità: sono molto affezionato al Vegas di La Bella Musica, che mi rappresenta molto a livello di intimità. Non volevo fare un esercizio di stile tipo Giro Veloce con barre ignoranti e a effetto. In PRIMETIME c’è tanto rap ma soprattutto tanto vissuto. Ho lavorato tanto per far sì che la tecnica sia alla base della mia musica.
Vorrei farti qualche domanda sul tuo “2025 Freestyle”, in cui hai dato diverse risposte ai fan. Proprio da fan ti vorrei chiedere: in che cosa il 2025 sarà diverso dagli anni post “La Bella Musica”?
Diciamo che l’obiettivo era proprio dare delle risposte. È da ottobre che sto lavorando tanto anche sulla mia comunicazione ai fan attraverso le barre. Skyline è stato il mio ultimo progetto del vecchio corso, poi c’è stato un cambio netto. Con 2025 Freestyle volevo spiegare alla gente cosa fosse successo ed è uscita una traccia molto figa. Anche a livello concettuale, mettere ogni anno in musica è stato una goduria, una liberazione. Si collega anche all’outro di PRIMETIME, 107 vite, con cui chiudo il racconto e lascio un finale aperto. L’esperimento da fare per i fan è questo: ascoltare La bella musica e PRIMETIME di seguito… Vedrete l’effetto che farà!
Nel freestyle rappi che avevi firmato un patto con il diavolo. Oggi torni in campo con un EP molto brillante, che ha il sapore di rinascita. Cosa è cambiato con il 2025?
Sono cambiate le persone che mi circondano. È cambiato l’ecosistema. Rinascere è stato difficilissimo, un parto, perché non avevo la consapevolezza di doverlo fare. Io sono rinato in poco tempo quando le persone che avevo a fianco mi hanno fatto capire l’esigenza che avevo di ritrovarmi. Ti racconto com’è andata: ho cambiato management a fine 2020, dopo La bella musica, e ho ricambiato management quest’anno. Il resto è una chiara conseguenza del mio nuovo team: oggi ho stimoli e fiducia. Mi sento come un calciatore: puoi essere anche Cristiano Ronaldo o Messi ma se non ti passano la palla non puoi fare goal…
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Quando ricordi il 2023, usi un’immagine meravigliosa: “non scrivevo vere strofe ma riempivo solo spazi”…
È stato rischioso espormi così tanto con quella rima, ma come il mio pubblico sa bene non mi manca certo il coraggio. Io non parlo mai male di nessuno e non l’ho fatto neanche stavolta, ma negli ultimi anni sono stato tanto arrabbiato. In quel freestyle ho parlato con i fan e ho detto esattamente quello che è successo. Quando lo ho scritto mi si è aperta la vena creativa ed è venuta fuori una rima forte. In quelle barre sono stato rispettoso con tutti, ma allo stesso tempo non devo spiegare più niente a nessuno.
Nello stesso freestyle torni su “La Bella Musica” e lo definisci un figlio. È un disco a cui il pubblico riconosce un valore importantissimo. Però rappi che qualcosa non quadrava. Che cosa?
L’ultimo periodo del 2019 ho avuto dei problemi e in un certo modo già sapevo che stava per succedere qualcosa di negativo, come in una premonizione. Io sono un tipo molto spirituale, anche se con la canottiera e le collane d’oro. Quando ho fatto La bella musica sapevo che qualcosa stava per esplodere ed è anche per questo che quel disco ha un sapore così malinconico. Quell’album ha iniziato a parlarmi dopo la sua uscita…
È comunque un album con cui hai un bel rapporto?
Sì, secondo me è uno degli album riusciti meglio degli ultimi anni. È una hit totale: ha pochi featuring e c’è tanto di me. PRIMETIME forse è il secondo in cui mi rispecchio di più in assoluto, tolto Chic Nisello che è proprio un altro percorso di vita. Per chiarire: ho niente contro Giro Veloce e Jones Mixtape, ma quella roba non è era al 100% mia.
Sono dichiarazioni molto forti…
È la verità. Ho pieno rispetto per quei progetti e per gli artisti che ci ho inserito come featuring, ma rappresentano una storia diversa. Ti svelo un segreto: se leggi i credits di Bellaria e La bella musica, c’è scritto directed da God Vibes, che sarei io. In Giro Veloce e Jones Mixtape non c’è questa firma, perché artisticamente sono state prese delle scelte artistiche diverse, non necessariamente da me. Ti ripeto: poco male, ho imparato da quei progetti e fa parte del mio percorso, ma ho capito dove voglio andare. Se un domani qualcuno verrà da me e mi chiederà di cantare un disco scritto con un autore, risponderò di no. Nessuno può scrivere un cazzo nei miei dischi. Zero. Scrivo solo io.
Nessun rimpianto quindi?
Esatto. E nessuna lamentela. Mai.
In PRIMETIME c’è Canada Syrup II, che crea un ponte con il tuo passato di quasi dieci anni. Avevi necessità di ritrovare la tua identità artistica nel tuo passato?
Assolutamente sì. Quella traccia è venuta fuori per caso, non era nata per essere Canada Syrup II… La penna si è mossa da sola verso quelle parole ed è proprio per questo che ti dico che ho ripreso il controllo di Vegas. Quando ho scritto questo pezzo ho capito di essere tornato allo spirito di Gratta e Vinci e Chic Nisello. Oggi mi sento libero ed è per questo che il 2025 è l’anno giusto per Canada Syrup II.
Nel progetto ci sono anche tanti riferimenti al rap anni ’90…
L’old-school è il passato ma è anche il futuro. Pensa in America, dove hanno spento l’autotune… Escluso Future, che è una leggenda, Kendrick Lamar e Drake se le sono date rappando. J Cole è un top player grazie al rap. Non ci sono più Lil Pump in giro. Anche in Italia i pesi massimi si sono guadagnati la loro legacy dimostrando di sapere rappare: penso a Marra, Noyz, Salmo e Guè per esempio.
È stata una scelta stilistica di PRIMETIME?
Sì, anche se la mia generazione ha “inventato” l’autotune in Italia. Per questo progetto però ho scelto di spegnerlo e trovare una nuova chiave. Non volevo fare delle hit, volevo comunicare.
Arrivo a Nuove Regole featuring Izi. Vedo delle somiglianze nei vostri percorsi, che per certi versi sono stati anche un po’ irregolari. Che ricordo hai del vostro primo singolo Ragazzini allo sbando?
Il mondo era diverso… Quel pezzo è uscito che io e Diego eravamo davvero ragazzini allo sbando! Non c’era neanche Instagram. Ci siamo avvicinati davvero grazie a Stef Moro, il nostro fonico che vive a Los Angeles. Io ero a casa sua a fare musica e lui mi avvisa: “Sta arrivando una persona”. Io non sapevo niente e mi sono ritrovato davanti Diego con le valigie. Abbiamo vissuto insieme due settimane e in quel periodo abbiamo scritto Spirito puro.
Com’è stato il primo incontro?
Ci siamo guardati con elettricità perché non ci vedevamo da dieci anni. È stato un momento anche epico: Vegas Jones che incontra Izi… Ho percepito che si era creata un’aura potentissima in questa combinazione. In generale, il 2016 crea un’aura forte. Tornando a Diego, il primo momento è stato di tensione. Non lo vedevo da dieci anni e praticamente non lo conoscevo, perché Ragazzini allo sbando è stata fatta prima che noi, ragazzi del 2016, cambiassimo il gioco in Italia e scatenassimo l’inferno. Poi ho scoperto che siamo perfettamente compatibili e da lì abbiamo iniziato a condividere tanto, personalmente e artisticamente.
Ultima domanda, stavolta per ridere, chi ha fatto le sporche in Medusa?
Minchia le sporche di Medusa… (ride, ndr). Sono di un mio amico, che è il motivo per cui ho scritto quel pezzo. Erano le quattro di notte e stavo registrando, mi sono girato e ho visto il mio amico spalmato sul divano. Gli ho detto “Oh, sembri una medusa” e da quel momento è iniziata la magia. Lui è cinisellese ma di origini siciliane e ha fatto le sporche one take.
Questa è vera trap!
È trap di brutto! Anche in Canada Syrup II c’è una sporca di un mio amico, quando senti “Let’s go” a metà della seconda strofa. Qui è la mia vera rinascita, perché PRIMETIME è un lavoro di gruppo. Senza il mio team non ci sarebbe stata Medusa e più in generale non avrei fatto un progetto di questo tipo. Questo è il mio modo di vedere la musica.
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