Sultano del Brunei: le altre perle nello “scrigno”
La cartella “Miscellaneous” della raccolta di foto della collezione del sultano del Brunei trabocca di auto molto, molto particolari... L'articolo Sultano del Brunei: le altre perle nello “scrigno” proviene da Veloce.

Abbiamo visto come la collezione del sultano del Brunei sia più eclettica e variegata di un negozio di dolci durante le feste e ancora più appetibile, se tralasciamo il fatto che certe meraviglie non vengano mosse da anni.
IRRESISTIBILE POTPOURRI. Ferrari, McLaren, Jaguar, Aston, TVR, Lamborghini, AMG, AC, Bentley, eccetera eccetera: solo il meglio del meglio radunato sotto lo stesso tetto (o più tetti di più capannoni, ma abbiamo reso il concetto). In tutta onestà, credevamo di non poterci più sorprendere, ma le foto spuntate online lo scorso novembre contengono ancora un paio di curiose cartelle rinominate “Miscellaneous” che in inglese significa “un po’ di tutto”. Beh, è proprio così: da icone giapponesi a un esercito di Testarossa, da piccole Fiat a classiche americane, ad alcune concept car dimenticate, il sultano ha tenuto parte del meglio per ultimo.
GIOIELLO ITALO-BAVARESE. Praticamente una vettura mitologica, sconosciuta alla maggior parte delle persone. Il nome, ispirato dalle misteriose linee di Nazca presenti in Perù, si riferisce a una supercar BMW realizzata in collaborazione con la Italdesign e rimasta allo stadio di prototipo. Il futuristico look si rifà alle Gruppo C dell’epoca con un Cx di soli 0,26, il telaio monoscocca è in fibra di carbonio come la carrozzeria e il motore, collocato dietro l’abitacolo biposto e accoppiato a un cambio manuale ZF a cinque marce, è lo stesso 5.0 V12 da 300 CV della 850i. Particolari i finestrini, che si aprono e si chiudono “ad ala di gabbiano”. Delle tre esistenti, il sultano ne ha una nera, ricoperta di polvere come il libro di elettrotecnica di uno studente di ingegneria fuoricorso da anni.
UN’INSOLITA SPIAGGINA. Da una supercar semidimenticata a una Fiat fin troppo nota, anche se non apprezzata quanto la celebre antenata del 1957 e quella oggi in vendita, che hanno lo stesso nome ma scritto in cifre anziché in lettere. Le uniche Cinquecento che hanno, per così dire, lasciato il segno, sono la Sporting e la Trofeo, ma non tutti sanno che nella storia di questa popolarissima e super economica citycar c’è anche lo zampino della Pininfarina. L’atelier torinese celebre per le sue fiammanti Ferrari ne ha realizzato un esemplare (apparentemente) unico con carrozzeria spiaggina per il sultano del Brunei: portiere a sbarra, niente finestrini e un posteriore che ricorda quello di un pick-up. L’abbinamento viola su viola è alquanto discutibile, ma quest’auto, tutto sommato, non sfigurerebbe affatto a Venice Beach o sulle rive del lago di Garda.
GIAPPONESI À GOGO. E QUANTE TESTAROSSA… Un contrasto forte, quello presente in un altro magazzino del sultano del Brunei, una lotta italo-nipponica che affascina. Sulla sponda nostrana possiamo contare almeno una decina di Ferrari Testarossa, tutte post-1986, a giudicare dai due specchietti laterali. A fare compagnia alle supercar di Maranello ci sono alcuni intriganti pezzi giapponesi: in primis un paio di Nissan GT-R R32, una Toyota Celica GT-Four e una Toyota Supra di quarta generazione mossa dal celebre sei cilindri in linea della famiglia 2JZ che fa molto Fast&Furious. Tutte sono apparentemente originali e in ottime condizioni. Tutt’attorno non mancano poi Mini d’epoca, varie Range Rover, delle Toyota Soarer e… quella che parrebbe proprio una rarissima Holden HSV VN SS Gruppo A. Incredibile ma vero.
UN’AMERICANA PIENA DI FASCINO. Tra una hobby car e l’altra, due Toyota RAV4 prima serie e persino una Batmobile, è sepolto un meraviglioso simbolo americano, una Chevrolet Corvette C2 coupé nera con interni neri e – udite, udite! – il cambio manuale. La C2 non era così “arretrata” come spesso si pensa delle auto a stelle e strisce dell’epoca: aveva quattro freni a disco, le sospensioni indipendenti, la radio, il climatizzatore, una linea fantastica e un grosso, roboante V8 da 375 CV. Mica male, per un’auto di inizio anni ’60. Anche questa Vette pare in buone condizioni: speriamo – come piuttosto inutilmente speriamo per le altre migliaia di vetture del sultano – che in questi due decenni abbia ricevuto le giuste cure.
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