Prezzi con il costo dei dazi: la lite Trump-Amazon. Poi la telefonata a Bezos

L’azienda: nessun atto ostile. Casa Bianca: accordo sulle tariffe con l’India. Il tycoon, punito dal voto canadese, fa retromarcia sulle imposte per le auto

Apr 30, 2025 - 00:10
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Prezzi con il costo dei dazi: la lite Trump-Amazon. Poi la telefonata a Bezos

Roma, 30 aprile 2025 – Se non è una retromarcia completa, poco ci manca. Il presidente Usa, Donald Trump, ha deciso di ritoccare al ribasso i dazi del 25% sull’import delle auto e della componentistica. L’anticipazione della Casa Bianca arriva proprio a ridosso della visita del tycoon nel cuore dell’industria delle quattro ruote americane, in Michigan, dopo le forti preoccupazioni espresse dagli imprenditori del settore proprio a causa dei dazi decisi dall’amministrazione Trump.

Ma non basta. A tenere banco ieri è stato anche un duro braccio di ferro tra la Casa Bianca e Amazon, sbloccato solo da una telefonata tra Trump e Jeff Bezos. A far salire il termometro della tensione è stata la decisione del colosso dell’e-commerce di pubblicare, accanto ai prezzi dei prodotti acquistati dagli americani, anche la componente relativa alle nuove tariffe introdotte dall’amministrazione statunitense.

Una mossa che ha fatto infuriare Trump, tanto che la Casa Bianca, nel pomeriggio, aveva definito la scelta di Bezos “un atto ostile contro la Presidenza”. Il risultato è stato che, nel tardo pomeriggio, Amazon ha diffuso una nota ufficiale per smentire l’indiscrezione. Ma ormai la polemica era rimbalzata sui social e sui giornali. Jeff Bezos è un “bravo ragazzo. È stato fantastico, ha risolto il problema molto rapidamente e ha fatto la cosa giusta. Ho apprezzato”, ha detto Trump in serata.

Giornata nera per Trump

La giornata per lui era iniziata anche peggio, con la vittoria del Partito Liberale di Mark Carney nelle elezioni legislative canadesi, pesantemente influenzate dalle dichiarazioni del tycoon, che vorrebbe il Canada come 51esimo Stato degli Usa. Il leader dei conservatori, Pierre Poilievre, ha riconosciuto la sconfitta. Il nuovo premier ha chiarito che il Paese non dovrà mai dimenticare “il tradimento americano”, aggiungendo che “il nostro vecchio rapporto con gli Stati Uniti è finito perché il presidente Trump sta cercando di spezzarci per possederci”. Solo pochi mesi fa, la strada per il ritorno al potere dei conservatori sembrava spianata dopo dieci anni sotto la guida di Justin Trudeau. Ma il ritorno di Trump alla Casa Bianca e la sua offensiva senza precedenti contro il Canada, con dazi e minacce di annessione, hanno cambiato radicalmente la situazione.

Calo di popolarità

Il doppio schiaffo del calo di popolarità dovuto ai dazi e quello ricevuto dal Canada dopo il risultato elettorale ha avuto i suoi primi effetti sulle politiche commerciali di Trump, con un ordine esecutivo che allenta la pressione delle tariffe sulle case automobilistiche. Per ora, restano le tariffe del 25% sulle vetture importate negli Stati Uniti, ma il provvedimento impedisce che ulteriori dazi, come quelli su acciaio e alluminio, si sommino ad essi. Non solo: la Casa Bianca rivede anche le tariffe sui componenti, che sarebbero dovute entrare in vigore il prossimo 3 maggio, e che avrebbero un forte impatto sulla filiera italiana. I costruttori che producono e vendono negli Usa potranno ottenere alcuni rimborsi, fino al 3,75% del valore della vettura.

I titoli in Borsa

L’allentamento tariffario ha già messo le ali ai titoli Ford e Stellantis, che a Wall Street sono saliti rispettivamente dell’1,2% e del 4,3%. Positivo il commento di John Elkann, presidente di Stellantis: “Guardiamo con favore alla continua collaborazione con l’amministrazione statunitense per rafforzare un’industria automobilistica americana competitiva e stimolare le esportazioni”. E il tycoon annuncia un accordo con l’India sui dazi.