L’omelia dei funerali di Papa Francesco: la pace, i migranti, gli ultimi e quel “costruire ponti”

Il cardinale Re ha ripercorso i 12 anni di pontificato di Bergoglio: “Con il suo linguaggio ricco di metafore ha sempre cercato di illuminare i problemi del nostro tempo”. Applausi dalla folla. Il testo integrale

Apr 26, 2025 - 10:49
 0
L’omelia dei funerali di Papa Francesco: la pace, i migranti, gli ultimi e quel “costruire ponti”

Roma, 26 aprile 2025 – L'impegno per la pace, ma anche la vicinanza agli emarginati e agli ultimi. Il primo viaggio a Lampedusa, "isola simbolo del dramma dell'emigrazione con migliaia di persone annegate in mare", e la messa celebrata al confine tra Messico e Stati Uniti perché la sua esortazione era "costruire ponti e non muri". Sono questi alcuni dei passaggi più forti dell'omelia dei funerali di Papa Francesco, pronunciata dal cardinale Giovanni Battista Re. Passaggi che la folla dei fedeli presenti in piazza San Pietro (e a Santa Maria Maggiore) ha sottolineato con applausi.

"È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore aperto verso tutti", ha sottolineato il decano del Collegio cardinalizio, che ha celebrato le esequie di Jorge Mario Bergoglio. Il cardinale, in italiano, ha ripercorso gli anni di pontificato di Francesco, dal momento della sua elezione, quel 13 marzo del 2013, fino all'ultima sua apparizione, la domenica di Pasqua, per la Benedizione Urbi et Orbi e poi in mezzo alla folla in piazza San Pietro. "Il suo carisma dell'accoglienza e dell'ascolto, unito a un modo di comportarsi proprio della sensibilità del giorno d'oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare le energie morali e spirituali", ha ricordato ancora il cardinale Re, sottolineando che "aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa". "Ricco di calore umano e profondamente sensibile ai drammi odierni, Papa Francesco ha realmente condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione, e si è donato nel confortare e incoraggiare con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato", ha detto ancora rimarcando che "il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione, che abbiamo visto in questi giorni dopo il suo passaggio da questa terra all’eternità, ci dice quanto l’intenso Pontificato di Papa Francesco abbia toccato le menti e i cuori".

VATICAN POPE FRANCIS FUNERAL
epa12055910 A handout photo made available by the Quirinal Presidential Palace (Palazzo del Quirinale) Press Office shows faithful and clergy waiting for the funeral Mass of Pope Francis in Saint Peter's Square, on the parvis of Saint Peter's Basilica in Vatican City, 26 April 2025. Pope Francis passed away on Easter Monday, 21 April 2025, at the age of 88. EPA/PAOLO GIANDOTTI/QUIRINALE PALACE PRESS OFFICE/HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Il testo integrale dell’omelia

In questa maestosa piazza di San Pietro, nella quale Papa Francesco tante volte ha celebrato l'Eucarestia e presieduto grandi incontri nel corso di questi 12 anni, siamo raccolti in preghiera attorno alle sue spoglie mortali col cuore triste, ma sorretti dalle certezze della fede, che ci assicura che l'esistenza umana non termina nella tomba, ma nella casa del Padre in una vita di felicità che non conoscerà tramonto. A nome del Collegio dei Cardinali ringrazio cordialmente tutti per la vostra presenza. Con intensità di sentimento rivolgo un deferente saluto e vivo ringraziamento ai Capi di Stato, ai Capi di Governo e alle Delegazioni ufficiali venute da numerosi Paesi ad esprimere affetto, venerazione e stima verso il Papa che ci ha lasciati.

Il plebiscito di manifestazioni di affetto e di partecipazione, che abbiamo visto in questi giorni dopo il suo passaggio da questa terra all'eternità, ci dice quanto l'intenso Pontificato di Papa Francesco abbia toccato le menti ed i cuori. La sua ultima immagine, che rimarrà nei nostri occhi e nel nostro cuore, è quella di domenica scorsa, Solennità di Pasqua, quando Papa Francesco, nonostante i gravi problemi di salute, ha voluto impartirci la benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in questa piazza per salutare dalla papamobile scoperta tutta la grande folla convenuta per la Messa di Pasqua.

Con la nostra preghiera vogliamo ora affidare l'anima dell'amato Pontefice a Dio, perché Gli conceda l'eterna felicità nell'orizzonte luminoso e glorioso del suo immenso amore. Ci illumina e ci guida la pagina del Vangelo, nella quale è risuonata la voce stessa di Cristo che interpellava il primo degli Apostoli: "Pietro, mi ami tu più di costoro?". E la risposta di Pietro era stata pronta e sincera: "Signore, Tu conosci tutto; Tu sai che ti voglio bene!". E Gesù gli affidò la grande missione: "Pasci le mie pecore". Sarà questo il compito costante di Pietro e dei suoi Successori, un servizio di amore sulla scia del Maestro e Signore Cristo che "non era venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per tutti" (Mc.10,45).

Nonostante la sua finale fragilità e sofferenza, Papa Francesco ha scelto di percorrere questa via di donazione fino all'ultimo giorno della sua vita terrena. Egli ha seguito le orme del suo Signore, il buon Pastore, che ha amato le sue pecore fino a dare per loro la sua stessa vita. E lo ha fatto con forza e serenità, vicino al suo gregge, la Chiesa di Dio, memore della frase di Gesù citata dall'Apostolo Paolo: "C'è più gioia nel dare che nel ricevere" (Atti, 20,35).

Quando il Card. Bergoglio, il 13 marzo del 2013, fu eletto dal Conclave a succedere a Papa Benedetto XVI, aveva alle spalle gli anni di vita religiosa nella Compagnia di Gesù e soprattutto era arricchito dall'esperienza di 21 anni di ministero pastorale nell'Arcidiocesi di Buenos Aires, prima come Ausiliare, poi come Coadiutore e in seguito, soprattutto, come Arcivescovo.

La decisione di prendere il nome Francesco apparve subito come la scelta di un programma e di uno stile su cui egli voleva impostare il suo Pontificato, cercando di ispirarsi allo spirito di San Francesco d'Assisi.

Conservò il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale, e diede subito l'impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa, instaurando un contatto diretto con le singole persone e con le popolazioni, desideroso di essere vicino a tutti, con spiccata attenzione alle persone in difficoltà, spendendosi senza misura, in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati. È stato un Papa in mezzo alla gente con cuore aperto verso tutti. Inoltre è stato un Papa attento al nuovo che emergeva nella società ed a quanto lo Spirito Santo suscitava nella Chiesa.

Con il vocabolario che gli era caratteristico e col suo linguaggio ricco di immagini e di metafore, ha sempre cercato di illuminare con la sapienza del Vangelo i problemi del nostro tempo, offrendo una risposta alla luce della fede e incoraggiando a vivere da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi nostri anni di cambiamenti, che amava qualificare "cambiamento di epoca".

Aveva grande spontaneità e una maniera informale di rivolgersi a tutti, anche alle persone lontane dalla Chiesa. Ricco di calore umano e profondamente sensibile ai drammi odierni, Papa Francesco ha realmente condiviso le ansie, le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione, e si è donato nel confortare e incoraggiare con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato.

Il suo carisma dell'accoglienza e dell'ascolto, unito ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità del giorno d'oggi, ha toccato i cuori, cercando di risvegliare le energie morali e spirituali.

Il primato dell'evangelizzazione è stato la guida del suo

Pontificato, diffondendo, con una chiara impronta missionaria, la

gioia del Vangelo, che è stata il titolo della sua prima

Esortazione Apostolica Evangelii gaudium. Una gioia che colma di

fiducia e speranza il cuore di tutti coloro che si affidano a Dio.