Perché Ferrari ha sbagliato assetto a Miami e come ha reagito
In F1 ci sono tante cose da valutare e Ferrari spesso non ci riesce in questo 2025. La ragione è abbastanza semplice e non si può ridurre alla sola incapacità di tecnici e ingegneri. Senza dubbio la vettura che nasce dal progetto 677 ha diversi difetti, che in fase di progettazione non sono stati evidenziati […]

In F1 ci sono tante cose da valutare e Ferrari spesso non ci riesce in questo 2025. La ragione è abbastanza semplice e non si può ridurre alla sola incapacità di tecnici e ingegneri. Senza dubbio la vettura che nasce dal progetto 677 ha diversi difetti, che in fase di progettazione non sono stati evidenziati abbastanza. In questo momento il limite principale della Rossa è la mappa aerodinamica. Non è abbastanza ampia.
L’impreparazione del Cavallino Rampante
Trovare il punto di lavoro perfetto di una monoposto è assai complicato. Lo è ancora di più quando è nascosto tra le pieghe di mille regolazioni. Quando ci si rende conto che manca sempre qualcosa a livello tecnico, ovviamente si cerca di minimizzare i limiti ed esaltare, di riflesso, i punti forti della vettura. Il problema è che farlo con una finestra di messa a punto molto ridotta è un’impresa.
Per di più, specie nell’attuale campagna agonistica regolata dal corpo normativo vigente, è alquanto chiaro quanto un assetto azzeccato sia un mezzo molto potente. Ferrari ci sta provando in tutti i modi ma la barca fa acqua da tutte le parti. Tappare un buco significa allargare altri. In questo modo non si può lavorare. I due ferraristi sono sempre costretti a remare con il volante. Correggere di continuo la vettura.
Un esempio si era già visto nelle Fp1, le uniche libere del fine settimana americano. Gli alfieri della Rossa erano costretti a effettuare continue correzioni per inserire la vettura in curva. Parliamo specialmente dei tratti medio-rapidi, con una serie classica di colpetti sullo sterzo per forzare la traiettoria. Una dinamica che non funziona e non può funzionare se diventa la normalità ogni weekend.
Vasseur ammette le colpe
Vasseur questa volta recita il mea culpa. Non si nasconde, il francese, sostenendo che oltre alle varie limitazioni della Ferrari di cui sopra, il team ha commesso una serie di errori. Uno di questi è lo studio al simulatore tramite il software Driver in the Loop. La preparazione del fine settimana di gara è insufficiente, proprio in un weekend dove, con la Sprint Race, vige il bisogno di centrare il setup alla prima.
Sin dai primissimi giri, i piloti hanno percepito che la direzione iniziale, basata appunto nel campo ipotetico, era più che fuorviante. Con poco tempo a disposizione è stata presa subito la decisione di variare l’assetto in modo piuttosto consistente. Interventi sul posteriore, per variare l’altezza da terra agendo sul tirante, attraverso la rimozione degli spessori per modificare la distanza della monoposto dall’asfalto.
All’unisono si è pure deciso di intervenire sulla rigidezza del posteriore, in combinazione con un cambio sospensivo sull’avantreno. Modificando la rigidezza al rollio si è cercato di plasmare il comportamento della vettura in ogni tratto della curva. Si interviene sul bilanciamento meccanico perché fondamentale nei tratti guidati. Tuttavia, la taratura della resistenza al rollio è altrettanto decisiva.
Lo scopo era quello di ottenere una dinamica ottimale della piattaforma aerodinamica. Una serie di mutazioni sulla messa a punto che nel complesso erano prevedibili osservando il bilanciamento della SF-25. Il circuito di Miami richiede forti compromessi tra aerodinamica e meccanica, e proprio per tale ragione era difficile presentarsi con un setup ideale. Ciò malgrado, ancora una volta, Ferrari si è fatta trovare impreparata.
Errori extra della Ferrari
Se a questo sommiamo errori di valutazione come la track position di Leclerc, il quadro in automatico si complica maggiormente. Charles poteva salire in classifica ma questa situazione lo ha rallentato e non poco, sebbene Vasseur abbia glissato su questo argomento che lo stesso monegasco ha tirato fuori in radio lamentandosi parecchio. Per Hamilton restano i soliti problemi di adattamento che ancora soffre.
Il sette volte campione del mondo di F1 non si trova affatto a suo agio con la vettura. Sebbene Lewis abbia ricevuto i medesimi cambiamenti alla messa a punto della SF-25 numero 44, ha continuato a soffrire mancanza di rotazione cronica nelle curve lente in maniera più accentuata rispetto al compagno. Piccole differenze che producono un gap metrico non indifferente alla fine del giro.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Red Bull – F1TV