Pensioni, cambia tutto per l’età: adeguamento Inps in arrivo

Entro fine 2025 un decreto aggiornerà l’età pensionabile, che dal 2027 potrebbe salire di 3 mesi, con la scelta che è in mano al Governo. A rischio 44mila isopensionati

Apr 17, 2025 - 14:03
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Pensioni, cambia tutto per l’età: adeguamento Inps in arrivo

L’adeguamento dell’età pensionabile torna sotto i riflettori. In audizione alla Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti previdenziali, l’Inps ha annunciato che entro la fine del 2025 verrà emanato il decreto interministeriale che definirà i nuovi requisiti per accedere alla pensione, sulla base dell’aspettativa di vita. Le prime stime parlano di un possibile aumento di tre mesi, che scatterebbe a partire dal 2027.

Previsto un aumento di tre mesi

L’aumento dell’età pensionabile è legato all’automatismo previsto dalla normativa vigente, che adegua i requisiti di accesso alla pensione alla variazione della speranza di vita. Per il biennio 2027-2028, l’Inps prevede un aumento di tre mesi, ma ricorda che nessuna decisione è ancora definitiva. L’adeguamento dovrà essere formalizzato da un decreto congiunto dei ministeri del Lavoro e dell’Economia, atteso entro dicembre 2025.

L’eventuale innalzamento dell’età pensionabile potrebbe avere effetti a catena anche su altri canali di uscita dal lavoro, come l’Ape sociale e la pensione anticipata per i lavoratori precoci. Anche l’Isopensione, uno strumento utilizzato dalle aziende per gestire il turnover accompagnando i dipendenti alla pensione, sarebbe impattato dall’aumento dei requisiti, con potenziali complicazioni per i piani di ristrutturazione aziendale già in corso o in fase di definizione.

Ma si rischiano nuovi esodati

Con l’adeguamento legato all’aumento della speranza di vita, però, alcuni rischiano di superare la durata massima prevista dalla misura e rimanere scoperti sia dall’isopensione sia dalla pensione, “fino a un periodo previsto di tre mesi”, a causa dell’impossibilità per l’Inps di imporre alle aziende l’estensione del pagamento. In pratica, si tratterebbe di una nuova categoria di potenziali esodati: secondo la Cgil, i lavoratori coinvolti potrebbero essere fino a 44mila.

Tuttavia, l’Inps precisa:

“essendo l’Istituto gestore di un trattamento regolato da un accordo tra azienda e lavoratore, non si può escludere che gli stessi possano trovare un’intesa in base a quanto originariamente pattuito”.

Di conseguenza, non sarebbe precluso il pagamento della prestazione di accompagnamento fino alla prima data utile per accedere alla pensione secondo i nuovi requisiti.

Inps: “si deve allargare la base contributiva”

Durante l’audizione alla Commissione Lavoro della Camera, l’Inps ha ribadito che il vero nodo da sciogliere resta la sostenibilità del sistema pensionistico, strettamente legata all’equilibrio tra entrate contributive e uscite, come sottolinea la direttrice generale dell’Inps, Valeria Vittimberga, in audizione alla Bicamerale sugli enti previdenziali:

“Occorre individuare dei sistemi di tenuta complessiva, di sostenibilità del sistema pensionistico che non possono non risiedere in un allargamento della base contributiva. Un complesso di politiche che portino ad un incremento del numero dei lavoratori e della qualità della contribuzione”.

L’obiettivo è raggiungibile attraverso l’inserimento progressivo nel mondo del lavoro di coorti che, in passato, sono rimaste ai margini. In questa direzione, aggiunge, “dei segnali ci sono già”. Per consolidare questo percorso, è necessario puntare su misure che favoriscano carriere continue, evitando interruzioni nei versamenti contributivi, promuovere una solida campagna di educazione previdenziale che renda i giovani consapevoli fin dall’ingresso nel mercato del lavoro, e rafforzare la lotta alle frodi e al lavoro nero, ambito in cui l’Istituto “si sta impegnando con risultati importanti”. Fondamentale sarà anche un’azione politica che preveda tutele contrattuali e salari adeguati, “che potrà poi portare a una pensione altrettanto adeguata”.

“Quindi è una valutazione complessa – conclude – che riguarda politiche attive del lavoro, strumenti di antifrode, interventi per aumentare la consapevolezza e la partecipazione dei giovani e dei lavoratori”.