Papa Francesco e i politici, più che la politica. Rese omaggio a Re Giorgio. La scintilla con Meloni
Bergoglio: non capisco le logiche di Palazzo. Ma ebbe buoni rapporti personali. Diede l’addio all’amico Napolitano alla camera ardente. La sorpresa? I radicali

Roma, 21 aprile 2025 – I Pontefici di politica ne hanno sempre masticata molto più dei professionisti e dei commentatori. Le eccezioni si contano sulle dita di una mano e tra queste c’era papa Francesco. Cresciuto in Argentina, un passato da simpatizzante peronista, arrivato alla cattedra di San Pietro praticamente digiuno in materia. E non ne aveva mai fatto mistero: “La politica italiana non la capisco. Soltanto quel dato, venti governi in vent’anni: un po’ strano. Ma ognuno ha il suo modo di ballare il tango”, spiegava tre anni fa a ridosso delle ultime elezioni nazionali. Di rapporti privilegiati con gli inquilini del Palazzo ne ha avuti pochi: “Ho conosciuto due Presidenti italiani di altissimo livello: Napolitano e l’attuale. Grandi”, confessò nella stessa occasione.
Con l’ex comunista era scattata una sintonia per molti inesplicabile. Re Giorgio avvertì il contatto umano di Bergoglio ben al di là del ruolo istituzionale esercitato al Quirinale: “È diverso da Ratzinger, è un pastore”, disse dopo il primo incontro confrontandolo con il predecessore tedesco, a cui lo legava un’affinità intellettuale e culturale. Un rapporto, quello tra papa Francesco e Napolitano, fatto non solo di visite ufficiali: le svariate telefonate private spiegano perché, con un gesto inedito, il Pontefice andò a dargli l’ultimo saluto nella camera ardente allestita al Senato.
Con l’ex democristiano Sergio Mattarella la stima è cresciuta nel tempo. La relazione tra le due personalità cattoliche più rappresentative della società italiana era intessuta di rispetto e cordialità. Ma restavano figli di culture diverse: Bergoglio aveva una forte radicalità evangelica, mentre il capo dello Stato è un cattolico democratico, intriso della nostra storia. Di qui, certi disallineamenti sulla guerra in Ucraina. Stima e affetto, certo: però una scintilla in più, quella che innesca un vero rapporto personale, non pare sia scattata. Scintilla che c’era nei confronti di Giorgia Meloni: una simpatia che ha portato il Pontefice ad aprirle la porta della ‘camera dei Papi’ al Gemelli. Uscio che, durante il ricovero, ha tenuto serrato persino ad alcuni collaboratori. “Era un rapporto più assiduo di quanto si vedesse – rivela ora la premier – ci siamo visti fuori da appuntamenti ufficiali”. Chiosa: “Mi ha sempre consigliato di non perdere il senso dell’umorismo”. Il feeling con il Papa è stato velato di ironia. Il 12 maggio 2023, all’auditorium della Conciliazione per gli Stati generali della Natalità, Meloni indossava una giacca bianca e Bergoglio aveva scherzato: “Ci siamo vestiti uguali”. Tra underdog ci si comprende.
Può sembrare strano, ma tra le relazioni del Pontefice nella politica ci sono due vecchi radicali: Marco Pannella e Emma Bonino. Mentre nel mondo ecclesiastico molti consideravano il Marco nazionale un ’arcidiavolo’, maturò una grande empatia tra lui e Bergoglio. Tanto che, durante uno sciopero della fame per i detenuti, il Papa telefonò al leader ottuagenario, che aveva introdotto in Italia divorzio e aborto, non per esortarlo a mettere la salute davanti alla protesta, ma per offrirgli la sua amicizia. E l’immagine delle due carrozzine lo scorso novembre sul terrazzo della casa di Bonino vale più di un discorso.
Papa Francesco non ha mai nascosto la stima per Emma, senza per questo dissimulare le divergenze. Raccontano che comunicava con le donne in politica più facilmente che con gli uomini: tra le sue simpatie c’è la ex prima cittadina di Roma, Virginia Raggi. In Vaticano, va da sé, il Campidoglio è un referente importante. Pure con Roberto Gualtieri il rapporto è positivo. Non c’è bisogno di particolari indagini per sapere chi invece a papa Francesco non piacesse proprio: basta guardare a Mosca, a Washington (emblematico il fugace incontro con J.D. Vance) e un po’ agli epigoni europei ed italiani.