Packaging biodegradabile per alimenti, fragole fresche fino a 12 giorni senza plastica
Un gruppo di ricercatori italiani ha dato vita a un packaging bio con proprietà antibatteriche e antimicotiche, in grado di mantenere le fragole fresche fino a 12 giorni

Un team di ricercatori dell’Enea, in collaborazione con l’Università della Tuscia e l’azienda Ilip, ha sviluppato un packaging antimicrobico a base di oli essenziali e sostanze naturali capace di prolungare fino a 12 giorni la freschezza delle fragole.
Il progetto punta a migliorare la sicurezza alimentare, ridurre l’impatto ambientale e valorizzare i prodotti agroalimentari italiani.
Packaging biodegradabile per fragole
Le fragole Favette, tipiche del Lazio, sono note per le loro proprietà nutrizionali, ma anche per la loro alta deperibilità, che ne limita la distribuzione. Per risolvere questo problema, i ricercatori hanno sviluppato una tecnologia basata su composti antimicrobici naturali, tra cui chitosano, nisina e gallio, valutandone l’efficacia con analisi avanzate.
Lo studio condotto anche con il supporto dell’Istituto Iba di Bucarest, come racconta il Sole 24 Ore, ha confermato la sicurezza dei materiali utilizzati per il contatto con gli alimenti e la loro conformità alle normative Ue. I risultati hanno dimostrato che il packaging innovativo non solo allunga la durata di conservazione delle fragole, ma ha anche una forte azione battericida, riducendo la proliferazione di batteri e funghi rispetto ai campioni non trattati. L’iniziativa rientra nel progetto OnFoods, finanziato dal Pnrr, e rappresenta un passo significativo verso la riduzione della plastica negli imballaggi alimentari, promuovendo soluzioni biodegradabili e compostabili.
Nuovo regolamento Ue sugli imballaggi
La procedura rispetta in pieno le nuove norme approvate a dicembre dall’Ue in materia di packaging, che consentono di ridurre in modo significativo la produzione di rifiuti da imballaggio fissando obiettivi vincolanti di riutilizzo e limitando l’uso di determinati tipi di imballaggi monouso, imponendo agli operatori di ridurre al minimo le confezioni utilizzate. Il regolamento Ue riguarda l’intero ciclo di vita degli imballaggi.
Le nuove norme contenute nel Regolamento 2025/40 prevedono, tra le altre cose, le seguenti prescrizioni sugli imballaggi:
- ridurre il volume di rifiuti di imballaggio pro capite del 5% entro il 2030, del 10% entro il 2035 e del 15% entro il 2040, rispetto ai livelli del 2018;
- ridurre al minimo il peso e il volume degli imballaggi ed evitare gli imballaggi non necessari;
- ridurre al minimo le sostanze che destano preoccupazione, anche limitando l’immissione sul mercato di imballaggi a contatto con i prodotti alimentari contenenti sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) in quantità superiore a determinate soglie.
Non si tratta, come detto, solo di riciclare di più, ma di utilizzare materiali differenti e di utilizzarne di meno.
Si ricorda come ogni anno l’Unione europea produca circa 88 milioni di tonnellate di imballaggi, fra i quali l’usa e getta la fa ancora da padrone. Circa il 60% degli imballaggi prodotti in Ue è destinato al settore alimentare.
La soluzione ideata dai ricercatori dell’Enea, in collaborazione con l’Università della Tuscia e l’azienda Ilip, apre le porte a una rivoluzione ecologica ed economica.
Questo il commento di Annamaria Bevivino, dirigente Enea, riportato dal Sole 24 Ore:
“Il progetto rappresenta un passo significativo verso la realizzazione di imballaggi sostenibili e sicuri contribuendo alla valorizzazione dei prodotti agricoli italiani. Inoltre l’adozione di imballaggi biodegradabili e compostabili riduce l’impatto ambientale, migliora la conservazione dei prodotti e ne accresce la qualità, garantendo ai consumatori fragole fresche e nutrienti per un periodo più lungo”.