L’industria europea degli Etp registra nuovi record: ecco perchè
Nel primo trimestre del 2025, l’industria europea degli Exchange Traded Products (ETP) ha raggiunto un nuovo traguardo storico, con asset under management pari a 2,4 trilioni di dollari. A confermare il momento di forte espansione è Tom Bailey, Head of ETF Research di HANetf, secondo cui “l’industria europea degli Exchange Traded Products continua a mostrare... Leggi tutto

Nel primo trimestre del 2025, l’industria europea degli Exchange Traded Products (ETP) ha raggiunto un nuovo traguardo storico, con asset under management pari a 2,4 trilioni di dollari. A confermare il momento di forte espansione è Tom Bailey, Head of ETF Research di HANetf, secondo cui “l’industria europea degli Exchange Traded Products continua a mostrare segnali di notevole vitalità”, consolidando sempre più il proprio ruolo centrale nell’ecosistema degli investimenti del Vecchio Continente.
Una delle principali dinamiche che ha sostenuto questa crescita è stato il riorientamento dei flussi globali. “La flessione dei mercati americani, innescata dai dazi sull’import/export imposti dall’Amministrazione Trump, ha spinto gli investitori a rivolgere l’attenzione verso l’Europa”, spiega Bailey. I dati parlano chiaro: solo nel mese di marzo, gli ETP europei hanno registrato afflussi per 8,95 miliardi di dollari, mentre quelli statunitensi hanno subito deflussi pari a 990 milioni di dollari.
Tra le tendenze più marcate del trimestre emerge la crescita inarrestabile degli ETF attivi, che hanno chiuso il 2024 con un incremento del 68% in termini di masse gestite. Anche il 2025 si è aperto con lo stesso slancio: “Gli ETF attivi continuano a crescere con flussi per 6,39 miliardi di dollari solo nel Q1 2025”, osserva Bailey, aggiungendo che il patrimonio complessivo di questi strumenti ha raggiunto il nuovo record di 61,89 miliardi di dollari. A questi si affianca il sorprendente sviluppo degli ETF basati su strategie opzionali, i cui asset under management sono saliti del 54,55%.
Un ruolo chiave è stato giocato anche dall’evoluzione normativa in ambito UE. Come sottolinea Bailey, “un ruolo fondamentale l’ha giocato la grande novità della normativa UE, con approvazione dell’uso di strutture semitrasparenti per gli ETF attivi”. Questo nuovo regime consente ai gestori di proteggere le proprie strategie evitando la divulgazione quotidiana della composizione del portafoglio, adottando un modello con disclosure ritardata di circa un mese — già collaudato negli Stati Uniti dal 2019.
L’espansione non riguarda solo le masse gestite, ma anche il numero di operatori presenti sul mercato. Negli ultimi nove mesi, i marchi europei di ETP sono passati da 116 a 131, con un incremento del 13%. “Nonostante alcune uscite, il bilancio netto è positivo: 10 nuovi ingressi contro 3 uscite solo nel Q1 2025”, evidenzia Bailey.
Infine, il contesto geopolitico e le scelte strategiche degli Stati Uniti stanno favorendo specifici segmenti di mercato. Gli ETF tematici legati alla difesa e alla cybersicurezza hanno visto un’impennata degli investimenti: “Nel primo trimestre, infatti, sono stati registrati afflussi pari a 4,16 miliardi di dollari – circa il 4,5% dei flussi totali degli ETF in Europa: un incremento di cinque volte rispetto al trimestre precedente”, conclude Bailey.
L’industria europea degli ETP si conferma dunque in forte espansione, trainata da dinamiche globali, innovazioni regolamentari e nuove esigenze degli investitori. Un’evoluzione che promette di ridefinire gli equilibri del risparmio gestito nei prossimi anni.