Obbligazioni: cinque temi a cui fare molta attenzione quest’anno

In questa nuova era di predominio fiscale, il 2025 dovrebbe essere estremamente diverso dagli anni passati per il mercato obbligazionario: per molto tempo gli investitori obbligazionari hanno considerato le banche centrali come il principale driver dei mercati. Nel complesso, le azioni delle banche centrali e le loro previsioni hanno rappresentato indicatori anticipatori della crescita economica,... Leggi tutto

Mar 17, 2025 - 13:58
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Obbligazioni: cinque temi a cui fare molta attenzione quest’anno

In questa nuova era di predominio fiscale, il 2025 dovrebbe essere estremamente diverso dagli anni passati per il mercato obbligazionario: per molto tempo gli investitori obbligazionari hanno considerato le banche centrali come il principale driver dei mercati. Nel complesso, le azioni delle banche centrali e le loro previsioni hanno rappresentato indicatori anticipatori della crescita economica, dell’inflazione nonché dei mercati.

“Nel 2025 non sarà così, a nostro parere: invece di essere uno dei principali driver dei mercati, la Fed assumerà probabilmente un approccio passivo, reagendo agli eventi dopo che si sono verificati. Ripeterà il ritornello della “dipendenza dai dati” e dell’“incertezza economica”, adottando un approccio decisionale “riunione per riunione”. E poiché la crescita economica statunitense dovrebbe rimanere al di sopra del 2% e l’inflazione rientrare nel target del 2%, la Fed può permettersi di adottare un approccio più paziente”. Ad affermarlo è Flavio Carpenzano, investment director reddito fisso di Capital Group, che di seguito, in questo contesto, illustra i cinque temi che secondo lui traineranno i portafogli obbligazionari nel 2025.

1 – Il contesto macroeconomico potrebbe essere favorevole, con una crescita solida e un’inflazione contenuta

Con l’insediamento del Presidente Donald Trump e l’avvio di modifiche alle politiche, la crescita statunitense potrebbe risultare più forte del previsto. Riteniamo che l’economia possa beneficiare di un clima più favorevole alle imprese, grazie alla potenziale deregolamentazione e ai tagli fiscali. L’inflazione, però, potrebbe essere più vischiosa di quanto stimato in precedenza poiché i dazi e le politiche sull’immigrazione potrebbero influenzare il ritmo dell’aumento dei prezzi.

Non temiamo, tuttavia, un picco sostenuto dell’inflazione, poiché una serie di fattori potrebbe contribuire a compensare l’impatto di politiche fiscali potenzialmente inflazionistiche, tra cui un calo dell’inflazione nel comparto abitativo che si rifletterebbe gradualmente nell’indice dei prezzi al consumo (IPC), l’effetto deflazionistico dell’indebolimento del dollaro USA e la precedente capacità dell’amministrazione Trump di imporre dazi senza far incrementare l’inflazione.

2 – Tassi di interesse elevati e volatilità dei tassi possono offrire opportunità

Prevediamo che la Fed adotterà un approccio misurato per ridurre ulteriormente i tassi di interesse nel 2025, con forse solo uno o due tagli di 25 punti base, poiché le serve tempo per valutare l’impatto della politica fiscale sulle prospettive di crescita e inflazione. In tale contesto il rendimento dei Treasury a 10 anni dovrebbe rimanere confinato nell’intervallo del 4-5%. Riteniamo inoltre che la volatilità dei tassi, che è stata elevata negli ultimi anni, permarrà nel breve termine.

La curva dei rendimenti e il posizionamento sulla duration potrebbero quindi presentare opportunità sia di attacco che di difesa. I rischi legati all’assunzione di un’esposizione alla duration appaiono meglio bilanciati e potrebbero essere interessanti nel medio termine, mentre le oscillazioni al rialzo e al ribasso dei tassi di interesse potrebbero offrire opportunità per contrastare potenziali reazioni eccessive del mercato.

3 – Le obbligazioni di qualità superiore offrono un valore migliore

La compressione degli spread è stata eccezionale, sia in termini di profondità che di ampiezza. Il differenziale tra opportunità di qualità superiore e inferiore si è ridotto, con la compensazione del rischio che è scesa a livelli storicamente bassi.

Gli incrementi irrisori degli spread non compensano adeguatamente gli investitori obbligazionari per l’aumento del rischio. Gli spread sull’indice Bloomberg US Corporate Investment Grade sono scesi ai minimi storici alla fine del 2024 e hanno raggiunto gli 80 pb al 31 dicembre 2024, il che suggerisce un’asimmetria sfavorevole, poiché uno shock relativamente ridotto potrebbe annullare i rendimenti incrementali.

Dato il contesto economico positivo, alcuni investitori potrebbero essere tentati di cercare rendimenti e assumersi più rischi, ma optando per debito di qualità inferiore alle attuali valutazioni potrebbero consumare il loro budget di rischio aggiungendo rischio ma poco o nessun rendimento incrementale.

A nostro avviso, questa compressione delle valutazioni sta creando la rara opportunità per gli investitori obbligazionari di migliorare la qualità senza sacrificare il rendimento, magari anche fornendo rendimenti più elevati. Passare a obbligazioni di qualità superiore può significare salire di livello nel rating, ad esempio da obbligazioni corporate con rating BBB a quelle con rating A, o migliorare la qualità in altre dimensioni.

Le obbligazioni investment grade di qualità superiore possono offrire risultati simili a quelli delle controparti di qualità inferiore, fornendo al contempo una potenziale protezione dal rischio di ribasso decisamente maggiore.

Gli emittenti di alta qualità in settori che vanno dal farmaceutico ai servizi di pubblica utilità e alle società finanziarie di alto livello possono essere interessanti in un contesto di avversione al rischio, dato il loro profilo più difensivo. Inoltre, la selezione dei titoli sia all’interno del credito cartolarizzato che della grande varietà di cedole MBS delle agenzie offre opportunità interessanti con rendimenti molto interessanti e un rischio di credito minimo.

4 – Probabilmente le correlazioni torneranno in linea con il dato storico

Con l’inflazione molto più prossima al target della Fed, la banca centrale non sta più cercando di ingegnerizzare una crescita più lenta, ma di mantenere l’attuale livello di crescita con un’inflazione stabile. Questa svolta è incredibilmente importante per gli investitori obbligazionari perché è il fattore chiave che potrebbe consentire alla correlazione tra azioni e obbligazioni di tornare in linea con il dato storico. In risposta al prossimo shock della crescita che avrà un impatto negativo sulle valutazioni azionarie, la Fed ha ora la possibilità di tagliare i tassi di interesse per sostenere la crescita economica, portando a un calo dei rendimenti e a un aumento dei prezzi delle obbligazioni. Le obbligazioni di alta qualità potrebbero ancora una volta fornire diversificazione rispetto alle azioni e ad altri asset rischiosi in contesti di mercato potenzialmente avversi.

Inoltre, il potenziale vantaggio di diversificazione per gli investitori obbligazionari è più elevato di quanto non sia stato negli ultimi decenni. Dato l’attuale livello elevato del tasso sui Fed Fund, se necessario la Fed può ridurre notevolmente i tassi per sostenere la crescita, spingendo i rendimenti obbligazionari in territorio a doppia cifra in caso di sorpresa economica negativa.

I portafogli multi-asset che incorporano obbligazioni di alta qualità possono ottenere rendimenti superiori corretti per il rischio, con il compromesso che le obbligazioni dovrebbero aumentare i rendimenti se il mercato azionario vacilla e ridurli se le azioni continuano a raggiungere nuovi massimi.

5 – I fattori tecnici potrebbero favorire i titoli a reddito fisso

Dopo un anno positivo per gli afflussi verso fondi obbligazionari nel 2024, crediamo che le allocazioni strutturali verso i titoli a reddito fisso continueranno a crescere. Con rendimenti nell’indice Bloomberg US Aggregate di circa il 5%, gli investitori possono ottenere un reddito notevolmente maggiore rispetto alla media decennale dell’indice di circa il 2,9%. Rendimenti da interessi cedolari iniziali più elevati hanno storicamente comportato rendimenti complessivi futuri più alti. Inoltre, gli investitori obbligazionari potrebbero ottenere rendimenti a doppia cifra qualora le aspettative di crescita vacillassero. Questa combinazione di maggiore rendimento e interessante protezione dal ribasso potrebbe portare a maggiori allocazioni ai titoli a reddito fisso nel 2025.

Conclusioni per gli investitori obbligazionari

Con una solida crescita economica negli USA, rendimenti da interessi cedolari iniziali elevati e un’inflazione più sotto controllo, le obbligazioni dovrebbero fornire rendimenti complessivi positivi nel 2025.

La domanda di titoli a reddito fisso dovrebbe rimanere estremamente elevata nel 2025, con le obbligazioni che potrebbero ancora una volta fungere da elementi di diversificazione nei portafogli generando al contempo rendimenti complessivi elevati.