Viaggio negli Stati Uniti, Trump spaventa l’Europa: nuove politiche e rischio arresto
Le politiche di Donald Trump sugli ingressi negli Usa rischiano di trasformarsi in un autogol: l'industria turistica statunitense potrebbe perdere fino a 64 miliardi di dollari

Le nuove politiche di Donald Trump sui viaggi negli Stati Uniti sono fortemente restrittive, il che intimorisce i viaggiatori ma rischia anche di causare ingenti danni al settore dei trasporti Usa.
Nel mirino non ci sono unicamente i viaggiatori provenienti da quelli che a suo tempo Trump definì “shithole countries”, una locuzione che non tradurremo. Ma rischia di non poter entrare negli Stati Uniti chiunque abbia postato sui social una forte critica contro il nuovo inquilino della Casa Bianca.
Quali potrebbero essere le nuove politiche
In generale, non solo gli “yankee” stanno accogliendo il proverbiale invito a tornare a casa loro, interessandosi di meno alle questioni che riguardano il resto del mondo, ma stanno anche restringendo la loro politica relativamente a chi vuole andarli a trovare.
Come ha scritto il New York Times a metà marzo, l’amministrazione Trump starebbe valutando l’introduzione di nuove restrizioni all’ingresso negli Stati Uniti, che potrebbero coinvolgere cittadini di 43 Paesi. Questi Paesi sono suddivisi in tre categorie con vari livelli di restrizione:
- ai cittadini dei Paesi in lista rossa viene del tutto impedito l’ingresso negli Stati Uniti;
- ai cittadini dei Paesi nella lista arancione sono applicate restrizioni, ma non il divieto totale di ingresso (accolti i viaggiatori d’affari benestanti, ma non le persone che viaggiano con visti di immigrazione o turistici. I cittadini di questi Paesi sarebbero inoltre tenuti a sottoporsi a colloqui obbligatori di persona);
- i Paesi della lista gialla hanno 60 giorni per soddisfare alcuni criteri, altrimenti verranno inseriti nella lista arancione.
Lista rossa (11) | Lista arancione (10) | Lista gialla (22) |
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Afghanistan, Bhutan, Cuba, Iran, Libia, Corea del Nord, Somalia, Sudan, Siria, Venezuela, Yemen. | Bielorussia, Eritrea, Haiti, Laos, Myanmar, Pakistan, Russia, Sierra Leone, Sudan del Sud, Turkmenistan. | Angola, Antigua e Barbuda, Benin, Burkina Faso, Cambogia, Camerun, Capo Verde, Ciad, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Dominica, Guinea Equatoriale, Gambia, Liberia, Malawi, Mali, Mauritania, St. Kitts e Nevis, St. Lucia, Sao Tomè e Prìncipe, Vanuatu, Zimbabwe. |
Controlli sui viaggiatori
Sono inoltre sono stati intensificati i controlli all’immigrazione per tutti i viaggiatori, indipendentemente dalla nazionalità. Questo include ispezioni più approfondite dei dispositivi elettronici personali e delle attività sui social media. Queste misure hanno sollevato preoccupazioni tra i viaggiatori europei, che potrebbero essere soggetti a controlli più severi all’ingresso negli Stati Uniti.
Recentemente, un caso ha suscitato particolare attenzione: un ricercatore francese è stato espulso dagli Stati Uniti dopo che le autorità hanno scoperto, durante un controllo all’aeroporto, critiche private nei confronti del presidente Trump nelle chat con i colleghi.
E diversi Paesi europei, tra i quali Danimarca, Finlandia e Germania, hanno emesso avvisi ai loro cittadini transgender e non binari che intendono recarsi negli Stati Uniti, consigliando di contattare le ambasciate americane prima della partenza per evitare possibili problemi all’ingresso. Per fare un esempio, il ministero degli Esteri della Danimarca, nella sua raccomandazione ai viaggiatori, non ha menzionato direttamente le politiche di Donald Trump, ma si è limitato a sottolineare che il modulo di domanda per l’Esta (Us Electronic System for Travel Authorization) consente ai viaggiatori di scegliere solo tra “maschio e femmina”, mentre la legge danese consente ai cittadini di identificare il proprio genere come X.
Il Ministero degli Esteri della Germania ha messo in guardia i propri cittadini: “La decisione finale sull’ingresso di una persona negli Stati Uniti spetta alle autorità di frontiera statunitensi” e “il possesso di un visto statunitense o di un’esenzione dall’obbligo di visto non garantisce l’ingresso”. Fra gli ultimi episodi, la detenzione di un titolare di Green Card all’aeroporto di Boston e quella di giovani fermati lungo il confine con il Messico, dove un 25enne tedesco è stato arrestato e trattenuto per due settimane e una donna di 29 anni è stata rimandata in Germania. Anche il Regno Unito ha aggiornato i suoi consigli di viaggio, sottolineando l’obbligo di rispettare alla lettera tutte le condizioni d’ingresso negli Usa per evitare possibili arresti.
Calo delle prenotazioni e impatto economico
Le nuove politiche restrittive di Donald Trump e la retorica della nuova amministrazione hanno portato a una immediata flessione nell’interesse dei turisti europei verso gli Stati Uniti. Agenzie di viaggio europee riportano un calo delle prenotazioni per gli Usa, con un aumento dell’interesse verso destinazioni alternative come il Canada.
Uno studio di Tourism Economics ha evidenziato una prevista riduzione del -5% nei viaggi internazionali verso gli Stati Uniti. L’industria turistica statunitense rischia perdite significative, con stime che prevedono una diminuzione dei ricavi fino a 64 miliardi di dollari entro il 2025, a causa del calo dei viaggi internazionali e interni, aggravato da politiche sfavorevoli.