Obbligazioni 2024: corporate bonds in primo piano tra spread elevati, strategia difensiva e nuove opportunità

Il mercato obbligazionario del 2024 per i governative bonds e i corporate bonds è stato un anno marcatamente positivo, ma con performance sensibilmente differenti e la tendenza è quella di una rivalutazione nei prossimi mesi in Europa, anche alla luce del recente taglio dei tassi da parte della BCE per contrastare l’effetto annuncio dei dazi.   […] L'articolo Obbligazioni 2024: corporate bonds in primo piano tra spread elevati, strategia difensiva e nuove opportunità proviene da Economy Magazine.

Apr 29, 2025 - 10:32
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Obbligazioni 2024: corporate bonds in primo piano tra spread elevati, strategia difensiva e nuove opportunità

Il mercato obbligazionario del 2024 per i governative bonds e i corporate bonds è stato un anno marcatamente positivo, ma con performance sensibilmente differenti e la tendenza è quella di una rivalutazione nei prossimi mesi in Europa, anche alla luce del recente taglio dei tassi da parte della BCE per contrastare l’effetto annuncio dei dazi.  

Thomas Avolio, Deputy CEO di RedFish Listing Partners, sottolinea:I corporate bond, in particolare, hanno registrato spread particolarmente elevati sia per il comparto IG che per il comparto HY, anche in casi di forte stress di mercato, come a inizio agosto, quando la volatilità dell’azionario è salita a livelli record spinti dalla capacità di resistenza dell’economia e dalle promesse del presidente Trump in materia di politica economica, ovvero politica fiscale espansiva e forti investimenti infrastrutturali. Questo scenario è stato poi rafforzato da fattori specifici, come l’aspettativa di una politica monetaria più accomodante e default rates più contenuti”.

Anche Luca Domina, attualmente Managing Director in Kon Group e che in precedenza ha ricoperto diversi ruoli senior nell’ambito di Equity Capital Markets e di Corporate Finance Advisory in UniCredit, va nella stessa direzione: “La recente minaccia di introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti ha riacceso i timori di una nuova fase di tensioni commerciali, con implicazioni potenzialmente negative per la crescita globale. In questo contesto, si osserva un progressivo riassetto dell’asset allocation da parte degli investitori, con una riduzione dell’esposizione sull’azionario – penalizzato dalla maggiore volatilità e dalla revisione al ribasso degli utili attesi – a favore di asset obbligazionari, percepiti come rifugio in una fase di incertezza. A beneficiarne sono i titoli di Stato e in particolare i corporate bond investment grade, che tornano ad attrarre flussi anche in virtù di rendimenti reali oggi più interessanti, dopo anni di tassi ultra-bassi. Questo movimento riflette una strategia difensiva, ma anche tattica, alla luce dell’ipotesi di un ciclo di allentamento monetario da parte delle principali banche centrali nel medio termine”.   

“In questo scenario, il mercato italiano risulta particolarmente appealing per questa asset class – continua Thomas Avolio –  Secondo Intesa Sanpaolo, infatti, solamente nel Q3 2024 le emissioni di corporate bond ESG in Italia hanno raggiunto i 21,1 B€, evidenziando una crescente attenzione verso corporate bond nelle scelte di asset allocation. Tra i principali fattori di apprezzamento verso questa asset class, figura elevato spread: le obbligazioni corporate, per far fronte ad un profilo di maggiore illiquidità ed a un differente rischio, offrono rendimenti più elevati rispetto ai titoli governativi. Tale spread rende le obbligazioni corporate particolarmente appetibili in un contesto di tassi di interesse bassi o in fase di contrazione. Vi è poi la qualità creditizia: soprattutto in caso di emissioni di società quotate, è possibile trovare livelli di merito creditizio molto elevato, comparabili con soggetti governativi. Si può contare, poi, su maggiore trasparenza e granularità: la più immediata analisi delle obbligazioni corporate rispetto ai titoli governativi suggerisce che, in futuro, il debito corporate potrebbe essere considerato meno rischioso di quello sovrano, spesso associato a livelli di indebitamente non sostenibili e difficilmente prevedibili e la struttura delle obbligazioni corporate, soprattutto con riferimento al settore bancario e nel settore energy, consente all’investitore di optare per emissioni con diversi profili di subordinazione. La tipologia di sub-emissione corretta è pertanto legata alla corretta profilatura delle caratteristiche soggettive dell’investitore interessato. Non manca neppure un market timing favorevole: le attuali dinamiche di mercato, caratterizzate da tassi di interesse in contrazione, stimolano le aziende a ritirare obbligazioni con rendimenti elevati ed a emettere nuovi titoli ad un costo del debito inferiore. Per esempio, tra le obbligazioni offerte da imprese italiane, ce n’è una che merita particolare attenzione: si tratta del corporate bond RedFish LongtTerm Capital emesso per 15 milioni complessivi con lo scopo di finanziare lo sviluppo sostenibile dell’azienda nel prossimo quinquennio. L’obbligazione non presenta livelli di subordinazione, particolarmente rischiosi in caso di periodi di tassi elevati, dove il ricorso al sovra-indebitamento può risultare difficilmente sostenibile per gli emittenti. Rappresenta anche un’opportunità per investitori alla ricerca di strumenti con caratteristiche meno esposti ai settori tradizionali, a maggior ragione visto il contesto di contrazione economica. L’opzione call a favore del sottoscrittore consente di accorciare la naturale scadenza dell’obbligazione da 60 a 36 mesi, richiedendo all’emittente il rimborso alla pari e, nonostante le obbligazioni corporate siano tendenzialmente poco liquide, l’emittente RFLTC potrebbe prendere in considerazione la modalità OTC di liquidazione dell’obbligazione, allo scopo di offrire ai propri obbligazionisti la possibilità di negoziare i propri titoli. In generale, posso affermare che l’emissione offra un compromesso efficiente tra rendimento e potenziale di crescita”.

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