Non solo Lockheed Martin e Gcap. Tutti i dossier del trumpiano Zampolli in Italia

Tutto su Paolo Zampolli, nominato inviato speciale di Trump in Italia. Dai rapporti commerciali transatlantici al focus difesa, ecco di cosa si occuperà

Feb 21, 2025 - 13:14
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Non solo Lockheed Martin e Gcap. Tutti i dossier del trumpiano Zampolli in Italia

Tutto su Paolo Zampolli, nominato inviato speciale di Trump in Italia. Dai rapporti commerciali transatlantici al focus difesa, ecco di cosa si occuperà

Amico personale di Donald Trump, tanto da fargli conoscere la sua attuale moglie Melania Trump nel 1998: è l’italiano Paolo Zampolli il designato inviato speciale del presidente degli Stati Uniti per l’Italia.

Oltre all’ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, Tilman Fertitta, prossimo inquilino di Villa Taverna, per l’Italia ci sarà anche questo inviato speciale. «Questa nomina – spiega a Repubblica Zampolli – è un grande onore personale per me, ma è anche una chiara indicazione dell’importanza dell’Italia per il presidente, e della sua volontà di consolidare il rapporto privilegiato con la premier Giorgia Meloni e in generale con Roma. Lavorerò sulla base delle sue istruzioni, per facilitarne il progresso di questa relazione così importante».

Classe 1970, milanese, Zampolli si è trasferito a metà degli anni ’90 negli Stati Uniti, dove ha lavorato come imprenditore prima del settore moda poi in quello immobiliare, fino a diventare ambasciatore all’Onu. “Nel nuovo ruolo avrà l’incarico di gestire i progetti speciali del capo della Casa Bianca relativi al nostro Paese, l’unico finora nell’Unione Europea ad avere un inviato specifico”, sottolinea ancora Repubblica.

“Una figura meno istituzionale, che svilupperà missioni specifiche”, rileva il Corriere. Per il quotidiano “Zampolli probabilmente avrà libertà di manovra per rafforzare rapporti politici tra i due Paesi, ma anche per collaborazioni di tipo economico”.

E riguardo quest’ultimo punto, senz’altro il settore dove si analizzeranno possibili convergenze sarà quello della difesa. Da una parte c’è un’Italia chiamata insieme a tutta l’Europa a investire di più nella spesa militare, dall’altra gli Stati Uniti con il segretario alla Difesa Pete Hegseth che ha appena ordinato una revisione del bilancio del dipartimento per il 2026 in modo da riassegnare 50 miliardi di dollari di fondi, che saranno poi allocati per programmi allineati alle priorità del presidente Trump.

Chissà quindi che queste priorità non si intersechino con le gli interessi delle aziende nazionali del comparto.

Dunque Zampolli si metterà subito a lavoro, dovrebbe arrivare nel nostro paese già questo fine settimana così da essere pronto per un probabile incontro con la presidente Meloni la prossima.

Tutti i dettagli.

CHI È PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO DI TRUMP IN ITALIA

Nel 2021 Politico scriveva di lui: “Con una casa a schiera di quattro piani a Union Square e un tavolo in piedi al ristorante Cipriani a Manhattan, il 51enne Zampolli è riuscito a diventare sia una presenza fissa su “Page Six” sia un ambasciatore per la piccola nazione insulare della Dominica presso le Nazioni Unite”.

Cresciuto a Milano, Paolo Zampolli si trasferisce a Miami nel 1993/1994 lavorando per i costruttori di barche. “Dopo Miami ho avuto l’opportunità di investire in questa agenzia di moda che rappresentava Claudia Schiffer, Eva Herzigova e Heidi Klum. Proprio con questa agenzia ho portato Melania a New York”, raccontava nel 2016 in un’intervista al Giornale. Paolo Zampolli ha poi fondato la sua società ID Models a New York City, come si legge sul suo profilo Wikipedia. Poco dopo il passaggio al settore immobiliare: il futuro presidente Usa lo ha scelto come Direttore dei progetti internazionali della Trump Organization.

Zampolli ha collaborato con diversi progetti ambientali delle Nazioni Unite, tra cui l’organizzazione di eventi come il Gala dei Diamond Awards delle Nazioni Unite per le energie rinnovabili e The Friends of Climate Change. Ha ricoperto il ruolo di Presidente di Green Incorporated, un’azienda che collabora con le Nazioni Unite su progetti ecologici.

In qualità di direttore esecutivo dell’International Renewable Energy Organization (I.R.E.O.), un’organizzazione intergovernativa, ha collaborato con le Nazioni Unite per organizzare varie conferenze sui cambiamenti climatici.

LA NOMINA DI AMBASCIATORE ALL’ONU

Nel 2011, ha ricevuto la nomina Ministro-Consigliere della Missione permanente del Commonwealth della Dominica presso le Nazioni Unite. Nell’ottobre 2013, il Primo Ministro Roosevelt Skerrit ha nominato Zampolli Ambasciatore delle Nazioni Unite e Ambasciatore per gli oceani e i mari per il Commonwealth della Dominica.

IL RUOLO NELLA PRIMA AMMINISTRAZIONE TRUMP

“Dopo l’insediamento di Trump, Zampolli, uno dei pochi amici intimi di Melania, ha trascorso diverse notti di Capodanno con la first lady ed è stato un visitatore abituale della Casa Bianca e di Mar-a-Lago. Nell’ottobre 2020, si è trasferito da New York City a Washington con grande clamore”, riportava ancora Politico nel 2021.

Il 22 dicembre 2020, verso la fine del suo primo mandato, Trump lo ha nominato come membro del Consiglio di amministrazione del John F. Kennedy Center for the Performing Arts.

PRESTO A LAVORO SU RAPPORTI ECONOMICI, DAZI E UCRAINA

Già nel 2017, Zampolli dichiarava al quotidiano La Stampa che “Trump ama il nostro paese, e gli interessi comuni che ci legano sono forti”.

Oggi il neo inviato speciale Usa in Italia spiega a Repubblica che vede “soprattutto tre ambiti in cui posso dare il mio contributo. Il primo sono i rapporti economici, per favorire gli scambi e gli investimenti italiani negli Stati Uniti. Il secondo è la questione dei dazi, da affrontare in modo da trovare una soluzione soddisfacente per tutti. Il terzo è la geopolitica, a partire dalla determinazione del presidente di fare la pace in Ucraina”.

UN RUOLO PER LOCKHEED MARTIN NEL GCAP?

Scendendo nei dettagli concreti, sempre a Repubblica fa l’esempio del programma Next Generation Fighter, ossia il Gcap che coinvolge Gran Bretagna, Italia e Giappone allo scopo di produrre il prossimo aereo caccia: «Visto l’allineamento politico tra Usa, Italia, Gran Bretagna e Giappone, ci dovrebbe essere il coinvolgimento di una compagnia americana come Lockheed Martin in un ruolo di leadership».

Secondo il Corriere della sera, Lockheed dovrebbe sviluppare il caccia di sesta generazione americano, ma i miliardi che dovevano essere stanziati (probabilmente 28) rischiano un taglio sensibile, cosa che potrebbe spingere europei, giapponesi e americani a collaborare o, addirittura, unificare i progetti visti i costi spaventosi di questi velivoli «invisibili» che possono essere totalmente robotizzati.

Lo scorso dicembre, prima dell’insediamento di Trump, l’aeronautica militare statunitense ha annunciato che sarà la nuova amministrazione a decidere il destino del caccia stealth di sesta generazione. Un contratto era previsto già per lo scorso anno. La cancellazione, la sospensione o qualche altra mossa drammatica sarebbero un duro colpo per i contendenti, Lockheed Martin e Boeing.

Inoltre, la mossa è arrivata dopo che Elon Musk, il miliardario imprenditore americano alla guida del Doge, ha preso di mira le capacità del cacciabombardiere F-35 prodotto da Lockheed Martin rispetto ai sistemi aerei senza pilota.

“In molti ritengono che i tagli al Pentagono recentemente annunciati da Pete Hegseth possano intaccare i progetti di Lockheed Martin e spingere gli Usa a un inserimento nel Gcap. Fantapolitica? Potrebbe essere, ma la Casa Bianca oggi è pronta a stupire tutti e al contrario non dovrebbe stupire la volontà di spingere un paese come l’Italia a rafforzare i rapporti con il regno dell’Arabia Saudita”, sottolinea oggi il quotidiano La Verità.

 FOCSU SULL’AMERICAN IRON DOME

Dopodiché, sempre nel campo della difesa, un altro progetto che potrebbe coinvolgere l’industria italiana è l’American Iron Dome.

Nel primo giorno di Pete Hegseth come segretario alla Difesa, il 27 gennaio il presidente Usa Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per introdurre un nuovo sistema antimissile, denominato American Iron Dome. Ispirato al sistema di difesa missilistico israeliano, Trump intende dare il via allo studio e alla realizzazione di nuovi sistemi che possano intercettare e abbattere missili balistici, anche nucleari, rendendo l’America invulnerabile a tutti i nemici.

Nella recente nota con cui il Pentagono ha annunciato i tagli al budget, la costruzione dell’Iron Dome è individuata come priorità dell’amministrazione Trump.

LE TECNOLOGIE DI LEONARDO A BORDO

«Anche qui, si potrebbe creare una partnership per il trasferimento di tecnologia italiana agli Usa. Leonardo è il primo produttore di radar e sensori in Europa e tra i primi tre al mondo» ha osservato Zampolli sempre a Repubblica.

Senza dimenticare che per Leonardo quello statunitense è considerato un mercato domestico insieme a Italia, Uk e Polonia. Negli Usa la società guidata da Roberto Cingolani controlla poi Drs, che produce avanzati sistemi di difesa anche per il Dipartimento della Difesa americano.

“Le tecnologie radaristiche delle aziende italiane potrebbero risultare utili in questo campo”, aggiunge il Corriere. “Ma gli americani chiederebbero, con ogni probabilità, il trasferimento di tecnologie e produzioni negli Usa: per motivi di sicurezza nazionale e perché Trump sta facendo di tutto per attrarre investimenti industriali stranieri”.

FINCANTIERI IN CAMPO NAVALE

Infine, sempre in campo della difesa, oltre a Leonardo, un’altra azienda nazionale del comparto potrebbe essere coinvolta in nuove interlocuzioni. Si tratta di Fincantieri, le cui azioni sono salite in Borsa a inizio gennaio dopo che proprio il presidente Trump ha detto che il Pentagono potrebbe appoggiarsi agli alleati per costruire navi da guerra.

Il gruppo di Trieste opera direttamente negli Stati Uniti attraverso la controllata Fincantieri Marinette Marine con siti produttivi a Marinette, Green Bay e Sturgeon Bay. Inoltre, nel 2020 la Marina americana ha scelto Fmm per progettare e costruire la fregata di classe Constellation nel suo cantiere in Winsconsin.

IL TANDEM ZAMPOLLI-FERTITTA IN ITALIA

Tanti dossier dunque sul tavolo dell’inviato speciale degli Stati Uniti in Italia.

Ma a Roma Paolo Zampolli lavorerà in parallelo o meglio collaborerà anche con l’ambasciatore americano Tilman Fertitta.

“Per l’Italia l’accoppiata Zampolli-Fertitta è una buona notizia?, si domanda oggi Claudio Antonelli su La Verità: “Beh, di questi tempi fuori da ogni protocollo probabilmente sì. La prossima settimana il nuovo inviato speciale per il Belpaese sarà a Roma. Obiettivo incontrare Giorgia Meloni, sebbene la riunione non sia ancora in agenda. Non sappiamo quanto avrà intenzione di fare la spola, ma quello che è certo è che la cerchia degli amici italiani di Trump prende una forma di ufficialità”.