La motosega di Trump non risparmia neppure l’Fbi

Con la chiusura della Foreign Influence Task Force dell'Fbi (creata sotto Trump nel 2017) e il ridimensionamento della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, il presidente degli Stati Uniti dichiara la fine della lotta alle interferenze straniere, particolarmente attive durante gli appuntamenti elettorali. Fatti e commenti

Feb 21, 2025 - 13:14
 0
La motosega di Trump non risparmia neppure l’Fbi

Con la chiusura della Foreign Influence Task Force dell’Fbi (creata sotto Trump nel 2017) e il ridimensionamento della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, il presidente degli Stati Uniti dichiara la fine della lotta alle interferenze straniere, particolarmente attive durante gli appuntamenti elettorali. Fatti e commenti

 

Dopo sospensioni e tagli ai fondi e al personale di United States Agency for International Development (Usaid), Nasa, Federal Aviation Administration (Faa), National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa), Consumer Financial Protection Bureau (Cfpb), varie agenzie sanitarie e molto altro, la motosega dell’amministrazione Trump non risparmia nemmeno la Foreign Influence Task Force (Fitf) del Federal Bureau of Investigation, ovvero l’Fbi, e la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (Cisa).

FINE DELLA LOTTA ALLE INTERFERENZE STRANIERE

Stando al New York Times, decine di dipendenti che lavoravano presso la Foreign Influence Task Force dell’Fbi per combattere le interferenze straniere durante gli appuntamenti elettorali statunitensi sono stati riassegnati o allontanati. La task force era stata creata nel 2017 durante l’amministrazione Trump, con l’allora vice procuratore generale Rod Rosenstein che aveva detto: “Il popolo americano ha il diritto di sapere se i governi stranieri lo stanno bersagliando con la propaganda”.

Espulse anche decine di funzionari della Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, che fa parte del dipartimento di Sicurezza nazionale e si occupa di sicurezza informatica e delle infrastrutture. I posti totali eliminati nell’agenzia sarebbero 130.

Inoltre, la nuova direttrice dell’intelligence nazionale, Tulsi Gabbard, ha promesso più volte di depoliticizzare le agenzie di spionaggio e funzionari americani informati sui suoi piani affermano che ciò includerà una revisione del lavoro svolto dal Foreign Malign Influence Center, istituito dal Congresso nel 2022.

PUNTI DI VISTA

Molti esperti sono allarmati perché i tagli potrebbero lasciare gli Stati Uniti indifesi contro le operazioni segrete di influenza straniera, oltre che incoraggiare le interferenze nei governi democratici. Durante le elezioni dello scorso anno, i due team avevano tracciato e reso pubbliche numerose operazioni di influenza da parte di Russia, Cina e Iran.

Il segretario di Stato dell’Arizona, il democratico Adrian Fontes, ha paragonato le chiusure a quella della National Oceanic and Atmospheric Administration in vista della stagione degli uragani; mentre Lance Hunter, professore della Augusta University in Georgia, ha messo in guardia dal fatto che “le operazioni di influenza straniera sono spesso condotte per cercare di aumentare l’apparenza di inefficienza del governo e di instabilità nel Paese”, oltre che “per disturbare le elezioni e aumentare la divisione e la polarizzazione”.

Trump e i suoi, invece, hanno dichiarato che, con il pretesto di combattere la disinformazione, il governo ha violato i diritti di libertà di parola degli americani. Il vicepresidente JD Vance ha rincarato affermando che l’amministrazione Biden ha “fatto pressione sulle società di social media per censurare la cosiddetta disinformazione”. Inoltre, durante la sua visita in Europa la scorsa settimana ha sminuito – nel suo discorso a Monaco – l’idea che la Russia possa influenzare un’elezione in una nazione fortemente democratica. E in riferimento alle accuse che hanno portato la Romania ad annullare il primo turno delle elezioni ha aggiunto: “Se la vostra democrazia può essere distrutta con poche centinaia di migliaia di dollari di pubblicità digitale da parte di un Paese straniero, allora non era molto forte fin dall’inizio”.

IL RUSSIAGATE (E NON SOLO)

Sebbene la task force dell’Fbi sia stata formata a seguito delle ingerenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016, a dimostrazione che le agenzie non hanno svolto solo una crociata contro Trump, il Nyt ricorda che il Foreign Malign Influence Center, il cui destino è incerto, tra le varie operazioni di influenza straniera durante la campagna presidenziale dell’anno scorso, ha rivelato anche quella dell’Iran che ha preso di mira Trump e che, secondo i funzionari, stava cercando di impedire la sua rielezione.

Ma la battaglia dei repubblicani inizia da prima del ritorno di Trump alla Casa Bianca poiché si erano già rifiutati di rinnovare il mandato per il Global Engagement Center del dipartimento di Stato, la più importante agenzia governativa che combatte la propaganda di Russia e Cina. Il Centro ha definitivamente chiuso i battenti a dicembre e molti dei 125 membri del suo staff sono stati riassegnati, mentre altri se ne sono andati o non gli è stato rinnovato il contratto.

LE IDEE DI PROJECT 2025

La chiusura dell’unità di sicurezza elettorale del Cisa e della task force dell’Fbi, come quella del Consumer Financial Protection Bureau (Cfpb), era tra l’altro tra le richieste di Project 2025, un “manuale” – o una lista dei desideri – realizzato dal think tank Heritage Foundation dove un gruppo di repubblicani illustra il progetto di transizione “dal nocivo Governo liberale, verso un’America conservatrice”.

Durante la campagna elettorale Trump vi aveva fermamente preso le distanze ma una volta vinte le elezioni ha scelto proprio tra i suoi autori diversi membri del suo governo, tra cui Russell Vought, direttore del Cfpb, Brendan Carr, che ha scritto il capitolo sulle telecomunicazioni ed è stato chiamato a gestire la Federal Commission Communication e Tom Homan, l’estremista designato per reprimere l’immigrazione.