Non solo bitcoin: ecco le criptovalute che entreranno nella riserva di Trump

Trump ha fatto i nomi delle criptovalute che entreranno nella riserva strategica degli Stati Uniti: non solo bitcoin, ma anche token più piccoli come ether e Xrp. E il mercato delle crypto schizza. Fatti, curiosità e approfondimenti

Mar 3, 2025 - 16:26
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Non solo bitcoin: ecco le criptovalute che entreranno nella riserva di Trump

Trump ha fatto i nomi delle criptovalute che entreranno nella riserva strategica degli Stati Uniti: non solo bitcoin, ma anche token più piccoli come ether e Xrp. E il mercato delle crypto schizza. Fatti, curiosità e approfondimenti

Domenica Donald Trump ha annunciato i nomi delle cinque monete digitali che entreranno a far parte della riserva strategica di criptovalute degli Stati Uniti, una delle sue promesse elettorali che gli ha garantito l’appoggio della crypto community.

Nelle intenzioni di Trump e di Cynthia Lummis (la senatrice del Partito repubblicano che ha elaborato la proposta), la riserva strategica di criptovalute dovrebbe fungere da assicurazione contro l’inflazione e da fondo per la riduzione del debito.

NON SOLO BITCOIN: LE CRIPTOVALUTE CHE ENTRERANNO NELLA RISERVA STRATEGICA

Trump ha fatto i nomi di cinque criptovalute che confluiranno nella riserva: bitcoin (la più importante), ether (la seconda per valore di mercato), solana, cardano e Xrp.

IL SETTORE CRESCE DEL 10 PER CENTO

Nel pomeriggio di domenica, dopo l’annuncio, il prezzo del bitcoin è cresciuto di oltre l’11 per cento a 94.164 dollari; ether, invece, ha guadagnato il 13 per cento, a 2516 dollari.

Nel complesso, stando alle analisi di CoinGecko, a seguito delle dichiarazioni di Trump l’intero mercato delle criptovalute è cresciuto di circa il 10 per cento, sopra i 300 miliardi di dollari.

COS’È XRP

Xrp è la moneta di Ripple Labs, una società americana che offre servizi tecnologici basati sulla blockchain e che alle scorse elezioni ha appoggiato un “super Pac” (cioè un comitato che raccoglie fondi per sostenere politici o cause specifiche) che promuoveva gli interessi del settore delle criptovalute.

LE ANALISI

L’eventuale creazione di una riserva strategica potrebbe accelerare il processo di “istituzionalizzazione” delle criptovalute, che negli ultimi anni sono diventate un investimento, se non proprio mainstream, certamente meno “di nicchia” rispetto alle origini: gli acquirenti principali rimangono comunque gli hedge fund, data la natura volatile e speculativa di queste monete, ma anche alcune banche e alcuni fondi sovrani hanno iniziato a comprarle.

Questo discorso sull’istituzionalizzazione, in realtà, vale principalmente per il bitcoin. Ecco perché l’inclusione degli altri token nella riserva ha sorpreso gli analisti. James Butterfill di CoinShares, ad esempio, ha detto a Reuters che l’annuncio di Trump potrebbe stare a indicare “un atteggiamento più patriottico nei confronti del più ampio spazio tecnologico delle criptovalute, con scarsa considerazione per le qualità fondamentali di questi asset”.

TUTTE LE MOSSE DI TRUMP SULLE CRIPTOVALUTE

Una volta diventato presidente, Trump ha mantenuto le promesse fatte al settore delle criptovalute. Le nomine di David Sacks e di Paul Atkins, ad esempio, lasciano immaginare una legislazione più favorevole ai trader di queste monete: la Securities and Exchange Commission (cioè l’ente di vigilanza sulla borsa valori) ha già ritirato le indagini su alcune società di criptovalute e ha abbandonato una causa contro la piattaforma Coinbase.

Il presidente, inoltre, ha istituito un Crypto Summit alla Casa Bianca e ha lanciato una propria memecoin: mossa, quest’ultima, che non è stata apprezzata dagli investitori in criptovalute.